Fino a 5mila euro di incentivi per aprire nuovi negozi che vendono prodotti sfusi e per allestire reparti appositi, chiamati “green corner”, negli esercizi già esistenti. In modo da poter comprare pasta, riso, detersivi, cereali, ma anche detergenti liquidi “alla spina”, riutilizzando i contenitori ed evitando così la montagna di imballaggi che ogni giorno vengono buttati via. Questo il fulcro della legge approvata mercoledì dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che secondo una recente ricerca dell’Ires-Cgil è la regione che produce più rifiuti pro-capite: 633,4 chili, contro la media italiana di 493 chili. Una montagna di rifiuti, composti perlopiù da imballaggi, che accompagnano ogni prodotto comprato nella grande distribuzione e anche nel negozio all’angolo. La maggior parte della raccolta differenziata è infatti costituita oggi da rifiuti da imballaggio.
La legge, che parte dalla proposta in 11 articoli avanzata dalla capogruppo di Europa Verde, Silvia Zamboni, prevede che siano date risorse regionali per incentivare l’apertura di punti vendita senza spreco di contenitori. I negozi che beneficeranno del contributo, nella misura di massimo 5mila euro ciascuno, dovranno restare operativi per un minimo di 3 anni, pena la revoca del contributo. I costi che possono essere oggetto degli incentivi sono le scaffalature apposite per la vendita di prodotti solidi sfusi, gli strumenti per distribuire i liquidi alla spina e anche le apparecchiature per igienizzare i contenitori riutilizzabili, che sostituiscono quelli usa e getta. La legge mette a disposizione 100 mila euro per il 2024, poi 50 mila euro per il 2025 e per il 2026.
«Una delle priorità per contrastare la formazione dei rifiuti da imballaggio, è bloccarne la produzione a monte – dice Zamboni – promuovendo anche il riuso degli imballaggi prima che diventino rifiuti. Se vogliamo rispettare i principi dell’economia circolare dobbiamo correre, incidere con politiche e incentivi può dare una spinta decisiva in questa direzione».
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