diRedazione Milano
L’avvocato che segue le associazioni: «Abbiamo impugnato la delibera perché la riteniamo estremamente lesiva e discriminatoria»
Lo avevano annunciato. Ora passano all’azione. Le famiglie con figli che hanno disabilità gravi e gravissime fanno ricorso contro la delibera regionale che rimodula i fondi destinati ai caregiver. «Abbiamo impugnato la delibera numero 2033/2024 perché la riteniamo estremamente lesiva e discriminatoria», spiega l’avvocato Laura Andrao, a cui si è rivolto il «Comitato Caregiver familiari B1 B2 affondate», che riunisce 26 associazioni. Accanto all’azione legale viene lanciata anche un’attività di crowdfunding: una raccolta fondi sulla piattaforma Change.org, che punta all’obiettivo di 15mila euro. «Non è possibile subire un travaso dei fondi per 4 milioni di euro quando non sono garantiti neanche i minimi diritti del caregiver familiare – spiega l’avvocato -. La riduzione della misura B1 di 150 euro a fronte di un’erogazione di servizi da poter acquistare per 595 euro è ridicola, perché non solo è un terzo rispetto a quello che avrebbe percepito una famiglia con disabilità, ma anche perché non si sa dove poter acquistare quei servizi».
«La misura B2 poi ha avuto un abbassamento medio a 100 euro mensili, contributo anche questo ridicolo a fronte delle necessità delle famiglie – prosegue la legale -. Oltre al fatto che definire la disabilità grave e gravissima è difficile (il confine fra le due è sottilissimo) e queste persone si trovano a dover subire una valutazione. Parliamo poi dello scorrimento delle liste per aver accesso al contributo della B1. Uno scorrimento basato sull’Isee che porta a dover sperare che la persona davanti a noi deceda perché in un miracolo è difficile sperare. Abbiamo genitori fortemente preoccupati dal non poter dare l’assistenza necessaria ai propri figli».
Al Tar è stata chiesta la misura cautelare, perché «rileviamo la necessità di una decisione immediata per andare ad arginare i danni che questa delibera porterà e speriamo in una pronuncia positiva». Sulla sospensiva il tribunale amministrativo regionale potrebbe esprimersi già a fine giugno o comunque entro luglio.
«Abbiamo provato qualunque strada. Un ricorso al Tar è oneroso, sia come scelta che dal punto di vista economico», ha evidenziato Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato Nessuno è escluso. «Ma questo significa che qualcosa non funziona e questo cortocircuito viene dopo due incontri con l’assessore di riferimento, Elena Lucchini, dopo due manifestazioni di piazza, dopo due audizioni in Commissione Sanità e in Consiglio regionale della Lombardia, dopo la presentazione di ordini del giorno, mozioni. Ma nulla è servito. La risposta è stata che non si sa se si potranno mettere altri soldi». «Nulla di tutto ciò è servito a fermare i tagli ai contributi per i caregiver familiari e a eliminare la lista di attesa per avere accesso ai contributi, misure stabilite dalla delibera n. XII/2033/2024», è la conclusione delle associazioni.
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