Le ultime strette sui bonus edilizi rischiano di paralizzare il settore delle costruzioni. Il grido di allarme è lanciato dall’Associazione delle piccole e medie industrie (Api) di Novara, Vco e Vercelli. «La situazione è insostenibile – attacca il direttore generale Paola Pansini -. Non devono essere imprese e cittadini a pagare gli errori commessi dai vari governi». Lo scenario nazionale ha inevitabili ricadute locali.
Fabio Falsetta, presidente del collegio costruttori della sezione Api, ricorda: «Secondo uno studio condotto un anno fa i posti di lavoro a rischio nel Piemonte orientale a causa dei cambiamenti normativi erano 1.800. Adesso quella stima sarà senza dubbio ancora più negativa. Eliminando la possibilità di cessione del credito si interrompono gli investimenti. A marzo ho perso lavori per circa 4 milioni, per colpa del blocco totale».
Secondo le analisi dell’Api, l’ultima legge che converte il decreto Superbonus, crea «gravissime ricadute per l’intera filiera dell’edilizia privata mettendo le aziende delle costruzioni in ginocchio». Per Elisabetta Cremonini, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Novara, gli effetti più gravi si inizieranno a cogliere nei prossimi mesi. «All’epoca del Covid si temeva un’impennata delle procedure di fallimento – ricorda -. In realtà, anche grazie all’introduzione di bonus e aiuti a supporto delle Pmi, questo non si verificò. Temo che l’ondata si possa attivare tra fine 2024 e inizio 2025. È chiaro che il meccanismo delle agevolazioni non poteva andare avanti all’infinito ma andava ridimensionato in maniera progressiva per dare il tempo alle aziende di adeguarsi. Se non c’è liquidità, le imprese sbattono contro un muro».
L’esclusione di ogni tipo di sconto in fattura e di cessione del credito anche per tutte le tipologie di bonus edilizi, cioè le ultime restrizioni varate, non rappresentano l’unica minaccia per la sopravvivenza della filiera. «Stiamo osservando un’improvvisa accelerazione nelle attività di controllo e recupero dell’Agenzia delle entrate – dice Cremonini -. Parliamo di invii massivi di avvisi bonari, cartelle esattoriali, intimazioni di pagamento e atti esecutivi quali i pignoramenti per conto terzi, a cui si accompagna l’aumento dall’8 all’11% delle ritenuta d’acconto che le imprese subiscono sui bonifici bancari per le ristrutturazioni e le nuove limitazioni sulle compensazioni in vigore da luglio». Per Mario Di Giorgio, presidente della sezione Api, «il governo deve prendere coscienza e ascoltare le nostre istanze. Servono decisioni strutturali condivise».
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