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Dopo lunghe settimane di ipotesi e indiscrezioni, sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio è stato finalmente pubblicato il Decreto che formalizza in via definitiva il funzionamento e la struttura dei nuovi Ecobonus 2024: gli ormai rituali e sempre attesissimi incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni.

Quest’anno scatteranno il 3 giugno 2024 alle ore 10, quando sarà attivata la nuova piattaforma del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) gestita da Invitalia.

Gli incentivi previsti dal decreto, 950 milioni di euro, per le diverse categorie di veicoli saranno proporzionali alla quantità di emissioni di anidride carbonica (CO²) espresso in grammi per km percorso, con i vantaggi maggiori per i veicoli a trazione elettrica. In presenza della rottamazione di veicoli obsoleti e reddito ISEE inferiore ai 30.000 euro si prevedono delle ulteriori integrazioni dell’incentivo erogato.

L’incentivo per l’acquisto di vetture elettriche della fascia di emissioni di CO² tra 0~20 g/km prevede un prezzo pari o inferiore a 35.000 euro Iva esclusa. Per le ibride plug-in con emissioni tra 21~60 g/km prevede un prezzo pari o inferiore a 45.000 euro Iva esclusa. La fascia più diffusa con emissioni di 61~135 g/km, vetture dotate di motore termico tradizionale con prezzo pari o inferiore a 35.000 euro Iva esclusa.

Inoltre, il decreto pubblicato introduce un contributo all’installazione di impianti nuovi a GPL o a Metano per autotrazione su autoveicoli di classe non inferiore a Euro 4: il contributo è pari a 400 euro per gli impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano.

Risulta confermato per il 2023 che il parco circolante delle autovetture risulta composto per l’85% dalle tradizionali auto a benzina o diesel, ancora favorite dal disorientamento degli automobilisti di fronte alle dichiarazioni contraddittorie dei rappresentanti del governo che sembrano fare a gara per rimandare le scadenze fissate dalla UE per l’abbandono dei motori termici con carburanti fossili altamente inquinanti.

Per le colonnine di ricarica elettrica l’Italia, pur con una accelerazione che ha fatto superare i 39 mila punti di ricarica a fine settembre 2023, con una capillarità di 7,9 punti di ricarica ogni 100 km di strade, figura ben al di sotto della media europea di 12,3 punti/100 km. Restano anche molte criticità legate alla omogeneità della distribuzione, alla adeguatezza della potenza nominale ed effettiva, della loro segnalazione, dell’accessibilità e dell’effettivo funzionamento.

Per Federconsumatori rischiano di andare deluse le attese per la de-carbonizzazione: le auto elettriche e le vetture ibride plug-in immatricolate nel 2023 guadagnano nelle vendite appena lo 8,6%, di molto inferiori agli incrementi delle altre modalità di alimentazione. Ne consegue un grave peggioramento dei dati sulle emissioni medie di CO² delle nuove immatricolazioni, risalite nell’anno a 119,5 g/Km dopo un trend in calo nei 4 anni precedenti, ben lontani dalla media dei 27 Paesi UE, pari a 110 g/Km.



 

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