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Investing.com – A maggio come mostrato dagli ultimi dati dell’indice Pmi, l’economia dell’eurozona ha registrato il terzo mese consecutivo di incremento dell’attività, con una crescita accelerata che ha toccato un picco in un anno.

L’indice Pmi della Produzione Composita dell’Eurozona, uno dei principali indicatori dello stato di salute dei Paesi, è infatti salito a 52.2 dai 51.7 di aprile, raggiungendo il valore massimo negli ultimi 12 mesi e restando ben al di sopra dei 50 punti, la soglia che separa la contrazione dall’espansione economica. E se l’attività terziaria resta sostenuta anche se in lieve calo (53.2 contro i 53.3 di aprile), la fiducia registrata da S&P Global segna il valore più alto in 27 mesi e il tasso di inflazione rallenta pur restando sopra la media pre-pandemica.

Francia unica eccezione

Tra le quattro maggiori economie dell’eurozona, a maggio la Francia è stata l’eccezione con una nuova contrazione, anche se minima, dell’attività del settore privato che ha contrastato la crescita registrata in Germania, Spagna e Italia. La posizione della Spagna in testa alla classifica si è rinforzata grazie ad una crescita economica forte e la più rapida in 14 mesi. Anche la Germania, la più grande economia del blocco, ha registrato una notevole ripresa, con volumi di produzione in crescita al ritmo maggiore in un anno. L’espansione italiana ha invece perso grinta, scendendo al valore più debole da febbraio.

L’ottimismo fa salire l’occupazione

Dopo il lieve calo di aprile, la fiducia registrata a maggio sulle prospettive di attività dei prossimi dodici mesi è migliorata. Le previsioni di crescita generali sono migliorate in sette degli ultimi otto mesi ed il livello di ottimismo è stato il più alto da febbraio 2022 nonché nettamente al di sopra della media di lungo termine. Grazie al maggiore ottimismo e alla ripresa sostenuta dei nuovi ordini, le aziende dell’eurozona hanno incrementato la forza lavoro per il quinto mese consecutivo. Il tasso di creazione occupazionale è stato, assieme a quello di aprile, il più alto da giugno 2023. Il terziario è stato di nuovo la forza trascinante della creazione occupazionale poiché gli organici del manifatturiero sono diminuiti.

I prezzi rallentano

Nel frattempo, nel corso di questo secondo trimestre, gli indicatori dei prezzi hanno mostrato un rallentamento delle pressioni inflazionistiche in tutta l’eurozona. L’incremento dei prezzi d’acquisto è tuttavia rimasto forte e ben al di sopra della media prepandemica. Simili sono stati i dati dei prezzi di vendita con un tasso d’inflazione rallentato ai minimi in sei mesi, ma rimasto considerevolmente più alto di quelli mediamente osservati prima del 2020. Le aziende manifatturiere hanno continuato a registrare riduzioni di ambedue gli indici dei prezzi dell’indagine, mentre quelle terziarie hanno riportato incrementi storicamente alti.

Lo spettro della recessione è scomparso

“Lo spettro della recessione sembra essere scomparso grazie al settore dei servizi la cui recente risalita si è ampliata”, ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank. “In Germania – ha approfondito – si può adesso parlare di un andamento al rialzo, mentre l’attività in Italia è rimasta solida e la già forte situazione della Spagna ha riportato nuovi miglioramenti. Solo la Francia ha indicato un calo ed è lievemente scivolata in territorio negativo. In generale, sarà probabilmente il terziario probabilmente a far sì che l’eurozona torni a mostrare una crescita positiva durante questo secondo trimestre. E questo appare evidente dal PMI composito e dalle nostre previsioni a brevissimo termine sul PIL, che tengono in considerazione gli indici PMI”.

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Bce pronta a tagliare

Per quanto riguarda la politica monetaria, la Bce “sta cogliendo il vento favorevole del PMI” secondo de la Rubia. “I componenti del PMI relativi ai prezzi per il terziario indicano un leggero rallentamento delle pressioni inflazionistiche, rendendo più probabile un taglio dei tassi da parte della BCE il 6 giugno. La riduzione delle pressioni inflazionistiche è evidente sia per i costi che per i prezzi di vendita. Questo sviluppo dovrebbe essere menzionato esplicitamente dalla Presidente della BCE Christine Lagarde durante la conferenza stampa, contrastando il sorprendente netto incremento dei costi salariali riportato per il primo trimestre. Gli indici PMI dei prezzi non danno comunque ancora via libera, poiché sono stranamente alti in questo contesto economico piuttosto debole”, ha concluso l’esperto.

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