A distanza di diverso tempo, l’Inps chiede indietro il denaro fornito agli stessi contribuenti: i nuovi richiami.
Quando ci sono iter burocratici complessi che prevedono denaro, l’errore pare essere sempre dietro l’angolo. In Italia, a commettere ‘errori’ non sono solo i privati, ma anche le pubbliche amministrazioni; le stesse che, di punto in bianco, potrebbero bussare alla porta per richiedere bonus e indennizzi precedentemente ceduti.
Non è raro che l’Inps, dopo aver ceduto indennità, bonus e prestazioni pensionistiche ed assistenziali, rivoglia il denaro indietro. Questo capita a seguito di controlli più approfonditi, che riscontrano eventuali anomalie con i requisiti, che possono cambiare di anno in anno in base alle leggi in vigore. A sbagliare, possono essere gli stessi contribuenti che hanno omesso, o inserito informazioni sbagliate, o lo stesso ente che ha errato in qualche passaggio.
Insomma, le casistiche sono tante, ma ad essere protagonista questa volta è un indennizzo che è stato fornito i lavoratori con lo scopo di fronteggiare alle difficoltà iniziate negli scorsi anni.
L’Inps rivuole indietro i soldi: le lettere choc continuano
Tutto iniziò nel febbraio del 2021, quando alcuni beneficiari si sono ritrovati nella condizione di dover restituire fino a 1.200 euro complessivi all’Inps durante il pieno della pandemia Covid-19. Ricorderemo che all’inizio dell’emergenza, il governo stanziò alcuni fondi per permettere ai lavoratori di fronteggiare la situazione.
Oltre a cercare di tamponare l’epidemia, il Governo introdusse una delle prime indennità: il decreto Cura Italia. In quel caso si trattava di un bonus di circa 600 euro previsto per i mesi di marzo e aprile, per un totale di 1.200 euro. Tutto regolare, se non fosse che a distanza di un anno, ad alcuni destinatari è stato chiesto di restituire il denaro.
Ai tempi, il motivo fu semplice: chi ricopre una carica elettiva, (oltre a p.Iva), infatti, non è tenuto a percepire l’indennità stanziata per l’emergenza Covid-19. Esclusa, dunque, una buona parte di popolazione. Tuttavia, questa volta, una nuova lettera getta il terrore tra i cittadini: questa volta i soggetti che sono tenuti a restituire l’importo potrebbero essere molti di più.
La nuova richiesta di rimborso Inps
Sebbene l’emergenza Covid-19 sembri – quasi – un vago ricordo, a ricordare ciò che accaduto è stato l’istituto Inps, mediante diverse comunicazioni che richiedono un rimborso ai lavoratori che hanno chiesto l’indennità.
Secondo corrieredellealpi, L’Istituto Nazionale della Prevvidenza Sociale contesta ai lavoratori le certificazioni mediche che attestano la presenza di Covid-19, come ‘non idonee’. Dal 2022, infatti, non è più prevista l’indennità di malattia agli asintomatici, e chi ha ricevuto lo stesso il sostegno in maniera indebita, sarà costretto a ridare indietro la somma.
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