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La normativa fiscale riguardante i mutui e i prestiti agevolati erogati dalle banche ai propri dipendenti e la rilevante imposizione che essa potrà determinare per una vasta platea di lavoratrici e lavoratori del settore (alcuni dei quali ne hanno già subito gli effetti con riferimento all’anno 2022), destano legittime preoccupazioni da parte delle tante persone che hanno in corso rapporti di finanziamento.

Purtroppo la natura del problema esclude la possibilità di trovare soluzioni in sede aziendale: sarebbe come chiedere all’azienda di non dare corso al prelievo contributivo e fiscale che – nella sua qualità di “sostituto d’imposta” e indipendentemente da mutui e prestiti – è tenuta a effettuare ai fini INPS e IRPEF sulle nostre buste paga (mese per mese e con il conguaglio di fine anno).

Questo non significa ovviamente che – come FISAC e come CGIL – abbiamo rinunciato ad affrontare il problema: lo abbiamo fatto e continueremo a farlo nelle sedi opportune, ovverosia nel confronto con il Governo,

Già nell’autunno dello scorso anno, la FISAC attraverso la CGIL ha posto il problema al Governo e avanzato, in sede di conversione della Legge di Bilancio 2023, uno specifico emendamento, purtroppo non approvato.

A partire dal Documento di Economia e Finanza e fino al prossimo disegno di legge di Bilancio, nell’ambito delle nostre richieste in materia fiscale, intendiamo continuare a rivendicare una modifica strutturale delle disposizioni vigenti riguardanti la tassazione dei fringe benefit e, in particolare, prestiti e mutui agevolati, con effetto retroattivo, considerando l’attuale e futura dinamica dei tassi BCE.

La soglia di esenzione (pari a 500.000 lire, ovvero 258,23 euro, dal 1998) va innalzata. Almeno per i mutui e i prestiti, la norma dovrebbe inoltre prevedere l’esenzione per la quota che non eccede tale soglia, a differenza di quanto previsto dagli attuali criteri che fanno sì che al superamento del limite di esenzione l’intero ammontare dei fringe benefit sia assoggettato a tassazione.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento al Congresso della CGIL si è impegnata a “un percorso di ascolto, di confronto che il Governo ha inteso inaugurare e che intende portare avanti”.

Misureremo l’effettiva disponibilità, oltre che all’ascolto, a prendere in considerazione le istanze del Sindacato, per poi assumere tutte le iniziative necessarie.

I primi segnali da parte del Governo sono tutt’altro che positivi, considerato che la Legge delega per la Riforma fiscale appena varata mostra di voler favorire le imprese e i redditi più alti, e continuare a tollerare l’evasione fiscale in un Paese che come ha ricordato il Segretario della CGIL Maurizio Landini durante il Congresso “sta in piedi con le tasse pagate da lavoratori dipendenti e pensionati”.

In questo comunicato trovate tutte le informazioni di dettaglio sulla questione Fringe benefit

 

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