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Favorire l’accesso dei migranti alle Camere di Commercio, promuovendo la nascita di nuove imprese tramite percorsi di orientamento, formazione e affiancamento alle start up, oltre che di accompagnamento all’accesso al credito. Sono gli obiettivi di Futurae. Programma Imprese Migranti, promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzato da Unioncamere con le Camere di commercio di Roma, Torino, Milano, Verona, Pavia, Bari, avvalendosi del Fondo nazionale per le politiche migratorie.

Un progetto che si arricchisce di una novità: l’accordo di collaborazione stipulato tra Unioncamere con Banca Etica, prima e unica banca in Italia dedita esclusivamente alla finanza etica, e PerMicro, intermediario specializzato nell’erogazione di crediti finalizzati all’inclusione finanziaria di famiglie e imprese. Un accordo che apre la possibilità per 36 aspiranti imprenditori stranieri residenti in Italia, migranti di prima e seconda generazione che partecipino ai percorsi di formazione del progetto Futurae, di richiedere finanziamenti per l’avvio dell’attività. PerMicro valuterà le richieste degli aspiranti imprenditori affiancandoli nella stesura del business plan e dell’istruttoria per la richiesta di finanziamento, effettuando la valutazione del merito creditizio e deliberando, in caso positivo, la concessione del credito che verrà erogato da PerMicro su un conto corrente acceso presso Banca Etica. L’intesa è in continuità con gli obiettivi della seconda annualità del progetto Futurae, che mira ad accompagnare la nascita e la crescita di imprese e attività di lavoro autonomo di cittadini e cittadine migranti attraverso percorsi di orientamento, formazione e affiancamento allo start up. Tra gli obiettivi di Futurae anche quello di integrare, nel percorso di formazione per l’avvio di impresa, il sostegno finanziario con programmi di microcredito. L’accordo in essere ha anche la potenzialità, alla luce dei risultati conseguiti, di essere eventualmente esteso, in futuro, a tutte quelle attività di sostegno all’imprenditoria straniera promosse dall’insieme del sistema camerale.

Proprio l’imprenditoria migrante, come leva per l’inclusione e per la crescita, è stata al centro di un evento organizzato a Roma dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da Unioncamere, nell’ambito della collaborazione per promuovere le imprese dei migranti, rafforzarne i rapporti con il sistema camerale e ampliarne la conoscenza. La sinergia tra Mlps e Unioncamere è nata alla luce della strutturalità, della costante crescita, ma anche delle criticità del fenomeno: si tratta generalmente di microimprese, concentrate in settori a basso valore aggiunto e a basso tasso di innovazione, spesso in difficoltà per la complessità delle norme e della burocrazia, poco collegate con il resto del tessuto produttivo e con le istituzioni. «Ringrazio Unioncamere per aver realizzato il progetto Futurae. Programma Imprese Migranti, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e giunto alla sua seconda edizione» ha affermato il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci. «Sostenere i cittadini migranti con azioni concrete, adeguati percorsi formativi nell’opportunità di fare impresa, concorre a realizzare una ‘buona’ integrazione e a scardinare l’immigrazione illegale, sostenuta da trafficanti senza scrupoli che sfruttano e traggono profitto dalla miseria dei più vulnerabili».

«Insieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali stiamo favorendo, tramite programmi di formazione, le politiche di inclusione degli stranieri nel nostro Paese» ha detto il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete. «Molto resta ancora da fare e sarà anche opportuno studiare come le politiche di inclusione vengano affrontate in altri Paesi Europei. La collaudata esperienza che abbiamo maturato con il sistema informativo Excelsior ci segnala le difficoltà di reperimento di manodopera, soprattutto di quella specializzata, da parte del sistema industriale italiano. Per questo, vista anche la situazione di denatalità del nostro Paese, sarà bene esaminare le possibilità di agevolare una immigrazione regolata senza dimenticare i milioni di cittadini di origini italiane presenti, ad esempio, in Sud America». «Il nostro governo non è contro l’immigrazione, ma è contro l’immigrazione senza regole e senza diritti, che inquina il mondo del lavoro e annulla la dignità delle persone» ha aggiunto Bellucci. «Il consolidamento e la crescita del numero delle ‘imprese migranti’ in Italia, che oggi sono 660mila, rappresentando l’11% del totale, con oltre un milione di addetti, è un fattore positivo di inclusione sociale e di crescita della Nazione, che può contribuire allo sviluppo di nuove imprese anche in connessione con l’Africa, in linea con il Piano Mattei varato dal presidente Meloni. Fare impresa seguendo le regole contribuisce all’erogazione di servizi e genera valore condiviso, rafforzando i legami sociali e di cittadinanza, nel solco di quel modello che ci siamo impegnati a sostenere con una programmazione dei flussi per la prima volta triennale, un aumento delle quote con oltre 450mila ingressi autorizzati tra il 2023 e il 2025, e l’introduzione di ingressi fuori quota per chi ha frequentato all’estero programmi di formazione professionale e civico-linguistica».

La mappa dell’imprenditoria migrante
Al 31 dicembre 2023 il numero di imprese straniere iscritte al Registro imprese delle Camere di commercio era pari a 659.709, di cui il 522.055 (79%) guidate da persone di nazionalità extra UE. Rispetto a dicembre 2022 l’aumento è stato del 2%, un dato che consolida il trend crescente dell’ultimo quinquennio (+7% rispetto al 2019) e che risulta opposto a quello delle imprese autoctone, in calo di oltre il 3%. In particolare tra gennaio e dicembre 2023 le iscrizioni hanno sfiorato le 64mila unità (mille in più rispetto al 2022) mentre le cessazioni hanno superato di poco le 36mila unità (sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente), generando un saldo positivo di oltre 27.500 unità. La crescita delle imprese straniere è ascrivibile quasi totalmente all’incremento delle società di capitale, aumentate dell’11% e ormai vicine a quota 130mila unità, a fronte di una tenuta delle imprese individuali, tuttora la forma giuridica più rappresentata con una quota del 73% del totale. Dal punto di vista settoriale, a trainare l’imprenditoria straniera nel 2023 sono state le costruzioni e l’agricoltura (+5% su base annua), comparti che rappresentano rispettivamente il 24% e il 4% del totale. Il settore più rappresentativo, con quasi 203mila imprese, resta comunque il commercio che invece registra una lieve frenata (-0,5%) rispetto al 2022, mentre tiene l’industria manifatturiera (+0,5%) dove operano oltre 49mila imprese. Sotto il profilo territoriale, è la Lombardia con tutto il Nord Ovest l’area in cui si concentrano la maggior parte delle imprese straniere (31%) e che mostra una crescita più sostenuta su base annua (+3,8%), più del doppio rispetto alle regioni del Nord Est (+1,4%) più del triplo del Mezzogiorno (+1,1%). La provincia con la maggior concentrazione di imprese straniere si conferma Prato, dove l’incidenza è pari al 33,2%, seguita da Trieste (20,6%) e Firenze (18,7%). Restringendo l’analisi alle sole imprese individuali, Marocco, Romania e Cina sono i Paesi da cui provengono la maggior parte dei titolari d’azienda (34% del totale) seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%) e quindi da Egitto, Nigeria e Senegal (11%).

 

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