diClaudio Tadicini
L’operazione della guardia di finanza scaturisce da verifiche sull’utilizzo del cosiddetto “Superbonus 110” nel Salento
Una truffa a sei zeri con i bonus edilizi. È quanto scoperto dai finanzieri della compagnia di Maglie, in provincia di Lecce, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura del capoluogo salentino che, nelle scorse ore, ha portato al sequestro di ben 67 milioni di euro (tra beni e liquidità) e all’interdizione di un imprenditore edile. Nel complesso sono 12 le persone indagate.
Percepiti contributi non dovuti
L’indagine, avviata per verificare eventuali frodi afferenti l’utilizzo del cosiddetto “Superbonus 110”, avrebbe accertato l’indebita percezione di contributi per i bonus edilizi riferibili a lavori di ristrutturazione immobiliare non eseguiti, o eseguiti solo in parte, in oltre 500 cantieri sparsi nella provincia di Lecce, per i quali i professionisti abilitati e coinvolti nell’illecito ipotizzato avrebbero attestato lo stato finale dei lavori, rilasciandone il prescritto visto di conformità.
Per gli interventi edilizi in questione, stando agli accertamenti di procura e fiamme gialle, sarebbero state emesse e contabilizzate oltre 1.200 fatture per operazioni inesistenti, poi inserite nel sistema dell’Agenzia delle Entrate, al fine di generare i crediti d’imposta e di procedere alla loro monetizzazione.
In particolare il provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito all’interno di numerosi istituti bancari e postali “terzi cessionari del credito” per un importo quantificato in 25 milioni di euro e presso il “cassetto fiscale” della società inquisita, per oltre 42 milioni di euro.
Le accuse
I reati ipotizzati a carico dei 12 indagati sono quelli di indebita percezione di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, oltre alla ricorrenza per nove di essi dell’ipotesi aggiuntiva del reato di associazione per delinquere.
Nei confronti di uno degli indagati, rappresentante legale della società al centro della presunta frode fiscale, anch’essa sottoposta a vincolo, è stata applicata la misura interdittiva di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare attività professionali e imprenditoriali per la durata di un anno.
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