diRedazione Veneto
L’opposizione trema di rabbia e chiede un referendum. Martella (Pd): «Scatola vuota, qui non porterà nulla»
«Un risultato possibile solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Per anni questo è stato un obbiettivo solo a parole dei governi che si sono succeduti alla guida della nazione, ma è solo con Giorgia alla presidenza del Consiglio e con Fratelli d’Italia al governo che si è arrivati al risultato concreto». Luca De Carlo, coordinatore veneto del partito, non intende lasciare alla sola Lega la rivendicazione del risultato: «Questo risultato è l’ennesima prova di come quando Fratelli d’Italia prende un impegno lo rispetta sempre. Quanti, anche in Veneto, per mesi ci hanno attaccato dicendo che con questo governo l’Autonomia sarebbe stata bloccata e affossata? Oggi credo siano in molti a doversi ricredere; noi, e io per primo, lo abbiamo sempre detto: quando facciamo una promessa, la manteniamo sempre. Un’altra dimostrazione della nostra concretezza e della nostra serietà, qualità che i veneti ci hanno riconosciuto con il voto dell’8 e 9 giugno, quando più di uno su tre ha scelto di dare ancora fiducia a Fratelli d’Italia».
La soddisfazione di Tosi
E mentre si gioca il derby Fdi-Lega, Forza Italia è il caso politico del giorno, con la ribellione del partito in Calabria, che ha preso anche la forma dell’astensione dei deputati azzurri di quella regione alla Camera. Ma Flavio Tosi, il capo veneto del movimento, si concentra su altro: «Ora si apre la partita fondamentale dei Lep, che contribuirà a creare equità e far fare un passo avanti a tutte le Regioni». E ricorda il contributo fondamentale del partito: «Da Forza Italia è partita in Veneto la proposta di legge che ha portato al referendum del 2017. E se due mesi fa non fosse stato per l’intervento decisivo del nostro Nazario Pagano, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, l’iter legislativo si sarebbe bloccato».
L’opposizione
L’opposizione, intanto, trema di rabbia. Pd e Cinquestelle invocano subito la raccolta di firme per un referendum abrogativo di Autonomia e premierato. Dal Veneto fa sentire la sua voce il segretario regionale dem Andrea Martella: la riforma è «una scatola vuota che non porterà nulla al Veneto e che non produrrà effetti positivi per i suoi cittadini e le sue imprese. Questa è l’Autonomia portata a casa dalla Lega, dopo anni ed anni di propaganda». La legge «riesce nel capolavoro di scontentare tutti. Da Nord a Sud. Da una parte, c’è lo scontento di chi rischia di veder cristallizzare definitivamente le disuguaglianze tra cittadini appartenenti ad aree diverse dentro un unico Stato. Dall’altra, c’è la delusione di chi credeva e crede in un’idea di autonomia non come fine a se stessa, ma come un processo in cui sperimentare il miglioramento delle politiche pubbliche, in un quadro di sussidiarietà e di unità nazionale. Di tutta la retorica fatta per anni sulla concessione delle 23 materie e sul riconoscimento dei poteri e delle esigenze dei diversi territori regionali, rimane solo la propaganda». Martella fa l’elenco: «Lo Stato si riserva di non concedere alcune materie, cosa che peraltro noi abbiamo sempre sostenuto. I Lep sono ancora da determinare e soprattutto non ci sono le risorse per finanziarli. Già sarebbe sufficiente questo per sancire l’inapplicabilità del provvedimento. E non c’è più traccia, e questo è un bene, del residuo fiscale e nemmeno della trattenuta dei nove decimi delle tasse sul territorio, cosa che sarebbe stata incostituzionale. La venuta a Roma di Zaia (ieri in conferenza stampa, ndr) è inutile: il cuore della proposta della Lega veneta, sbandierata per anni dal governatore, è, di fatto stata sconfessata».
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