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Il Superbonus e il bonus facciate sono stati introdotti con l’obiettivo di stimolare il settore edilizio e migliorare l’efficienza energetica degli edifici in Italia. Tuttavia, recenti analisi da parte di Bankitalia hanno messo in luce un quadro economico allarmante. Tra il 2021 e il 2023, queste misure hanno generato una “perdita secca” di 45 miliardi di euro, con costi complessivi per lo Stato superiori a 170 miliardi di euro, pari a circa 3 punti di PIL all’anno. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le implicazioni economiche di questi bonus e capiremo quanti soldi abbiamo perso realmente.

L’impatto economico del Superbonus e del Bonus Facciate

Bankitalia ha recentemente pubblicato una stima riguardante l’impatto economico del Superbonus e del bonus facciate. Secondo l’analisi, un quarto della spesa sostenuta è stata considerata inutile, poiché gli investimenti edilizi corrispondenti sarebbero stati effettuati anche senza incentivi statali. Questo inefficace utilizzo delle risorse ha aumentato ulteriormente il debito pubblico, creando un onere significativo per lo Stato e per i cittadini.

La misura del Superbonus non è riuscita a ripagarsi da sola. Le entrate fiscali generate dai bonus sono state significativamente inferiori al loro costo lordo, contribuendo alla crescita del debito pubblico. La ricerca conclude che i benefici economici derivanti dalle agevolazioni sono stati inferiori rispetto ai costi sostenuti, generando “ulteriore debito pubblico per le nuove generazioni” che dovrà essere ripagato in futuro.

Gli investimenti edilizi aggiuntivi e la spesa

La ricerca condotta da Antonio Accetturo, Elisabetta Olivieri e Fabrizio Renzi evidenzia che il Superbonus e il bonus facciate hanno effettivamente stimolato gli investimenti edilizi aggiuntivi e contribuito al PIL. Alla fine del 2023, gli investimenti immobiliari pro capite in termini reali erano superiori del 67% rispetto a un gruppo di controllo composto da Paesi europei senza aiuti simili. Tuttavia, solo il 73% di questi investimenti era realmente aggiuntivo.

Il contributo al PIL del Superbonus non è stato totale. Gli economisti spiegano che il moltiplicatore fiscale era leggermente inferiore a uno, il che significa che il rapporto tra il PIL generato dai bonus e il loro costo non era pari. In pratica, ogni euro di spesa pubblica ha prodotto meno di un euro di entrate fiscali, con le entrate fiscali significativamente inferiori ai costi.

Incentivi eccessivamente generosi

Bankitalia riconosce che il Superbonus e il bonus facciate hanno contribuito per tre quarti alla crescita del valore aggiunto nel settore edile, ma il loro impatto è stato limitato in altri settori. Gli incentivi sono stati giudicati estremamente generosi, senza limiti di reddito e con aliquote elevate che implicavano costi minimi o nulli per i beneficiari, grazie anche alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

Una situazione fuori controllo

Durante la pandemia del 2020, le condizioni che hanno portato all’introduzione dei bonus non permettevano un processo decisionale ponderato. Tuttavia, Bankitalia critica la gestione successiva, con maglie normative rimaste troppo larghe e per troppo tempo, fino allo stop quasi definitivo di aprile 2023. Questo ha portato a una situazione fuori controllo, con un impatto devastante su deficit e debito pubblico, le cui conseguenze saranno avvertite per anni.

Bankitalia conclude che il Superbonus e il bonus facciate, sebbene abbiano stimolato il settore edilizio, non hanno raggiunto un equilibrio tra costi e benefici. La spesa pubblica sostenuta non ha generato entrate fiscali sufficienti a compensarla, lasciando un pesante fardello per le future generazioni.

Quanto abbiamo perso con il Superbonus? I dati in soldi

Analizzando più a fondo, emerge che il Superbonus ha contribuito alla crescita del PIL italiano del 13,5% tra il 2021 e il 2023, con i bonus edilizi responsabili di circa 2,6-3,4 punti percentuali di questa crescita. Tuttavia, il costo per lo Stato è stato di circa tre punti di PIL all’anno, evidenziando un disallineamento tra investimenti e ritorni economici.

Nonostante l’analisi di Bankitalia si concentri principalmente sugli aspetti economici, è importante considerare anche l’impatto ambientale e il miglioramento dell’efficienza energetica e della sicurezza antisismica degli edifici. Questi aspetti, sebbene non quantificati economicamente nella ricerca, rappresentano benefici importanti per la società.

Politiche più moderate di risparmio

L’esperienza del Superbonus evidenzia la necessità di politiche di incentivazione più equilibrate, che considerino sia i benefici immediati sia gli impatti a lungo termine. È essenziale che future misure di incentivazione siano progettate per essere sostenibili dal punto di vista economico e ambientale, evitando di creare debiti che graveranno sulle generazioni future.

Per migliorare l’efficacia delle politiche di incentivazione, è fondamentale implementare meccanismi di controllo più rigorosi e criteri di ammissibilità più stringenti. Limitare gli incentivi a chi ne ha realmente bisogno e garantire una distribuzione più equa delle risorse può contribuire a massimizzare i benefici economici e sociali.

 

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