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Una azienda agricola giovane su quattro è gestita da donne. Lo rivela un’elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati del registro delle imprese riferiti al primo semestre del 2020

Sono oltre 3.200 le imprese agricole lombarde condotte da giovani under 35 e quasi una su quattro (22%) è guidata da donne. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati del registro delle imprese riferiti al primo semestre del 2020, diffusa in occasione della consegna dei premi all’innovazione giovane nelle campagne lombarde assegnati ogni anno dalla Coldiretti.

Negli ultimi cinque anni, il numero delle imprese giovani nei campi della Lombardia è cresciuto del 3,8%. Le nuove generazioni – spiega Coldiretti regionale – assicurano un grande contributo di innovazione all’agricoltura, settore che sta dimostrando tutta la sua strategicità per il Paese.

Giovani in agricoltura, il nodo finanziamenti

La disponibilità di risorse adeguate, incalza Coldiretti Lombardia, rimane il principale ostacolo allo sviluppo delle nuove imprese agricole under 35, soprattutto quelle guidate da chi arriva da altri settori o da diverse esperienze e non può contare sul patrimonio aziendale familiare, «Per questo motivo i giovani devono essere sostenuti finanziariamente».

Il DL Semplificazioni, di recente convertito in legge, prevede a favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione giovanile la concessione di mutui agevolati, a un tasso pari a zero e di importo non superiore al 60% della spesa ammissibile, per gli investimenti della durata massima di dieci anni comprensiva del periodo di pre-ammortamento, nonché un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile. Per le iniziative nel settore della produzione agricola il mutuo agevolato ha una durata, comprensiva del periodo di pre-ammortamento, non superiore a quindici anni.

Recchia: «La forza dei giovani è più forte delle criticità»

giovani
Carlo Maria Recchia

«I giovani agricoltori – spiega il delegato di Giovani Impresa Coldiretti Lombardia Carlo Maria Recchia – credono in un futuro legato alla campagna nonostante le criticità che incontrano, dal peso della burocrazia alla difficoltà di reperire nuove terre, fino ai cambiamenti climatici e alle emergenze come quella del Covid-19. Per rimanere competitivi sul mercato e rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, ragazze e ragazzi promuovono idee originali e diventano protagonisti di progetti innovativi che, pur mantenendo un legame con il territorio e la tradizione, si sviluppano in un’ottica di rinnovamento e sostenibilità».

Rolfi: «I giovani pronti alle grandi sfide del futuro»

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Fabio Rolfi

«Le grandi sfide del futuro per l’agricoltura saranno innovazione, sostenibilità e comunicazione – commenta l’assessore Fabio Rolfi -. Tre aspetti sui quali dobbiamo primeggiare nel mondo anche grazie alla qualità dei prodotti made in Italy. I giovani agricoltori italiani spiccano per genialità e inventiva. Le istituzioni devono semplicemente sostenerli nell’avvio dei loro progetti e con una burocrazia ridotta al minimo».

I vincitori degli Oscar Green 2020

vincitori oscar green 2020
I giovani premiati con gli Oscar green 2020

In Franciacorta il vino si fa “smart”

Luigi Biolatti, produttore di vino dell’azienda agricola Uberti a Erbusco (BS) nel cuore della Franciacorta, aveva l’obiettivo di aumentare la sostenibilità ambientale e migliorare la gestione delle produzioni in campo attraverso le nuove tecnologie e l’analisi di dati puntuali. Per questo ha scelto di essere in prima linea in ATG – Around The Ground, un progetto sperimentale che si prefigge questi obiettivi e che nasce dalla partnership tra diverse realtà: Coldiretti Brescia, Condifesa Lombardia Nord-Est, FasterNet, InnexHUB, COBO, CSMT Polo tecnologico e A2A Smart City.

Nei vigneti di Luigi sono stati posizionati dei sensori e delle centraline che raccolgono differenti tipologie di dati, tra cui quelli meteorologici, che vengono inviati in tempo reale a una banca dati in cloud, dove si possono consultare in qualsiasi momento grazie a un’applicazione per dispositivi mobili gestibile da remoto.

Microalghe biologiche, il superfood del futuro

A Castelvisconti, in provincia di Cremona, l’azienda agricola di Anna Lisa Salera “Salera Michela e Anna Lisa” produce e lavora l’alga Spirulina biologica, considerata il superfood del futuro. Si tratta di un particolare tipo di microalga ricca di proteine, sali minerali, vitamine e ferro. Il ciclo di coltivazione dell’alga Spirulina avviene in serre riscaldate: il calore necessario è recuperato dall’impianto di biogas aziendale, mentre i pannelli fotovoltaici presenti in azienda assicurano l’energia elettrica richiesta dai vari macchinari produttivi, in un ciclo virtuoso e sostenibile.

Le marmellate del banchiere

Laureato in scienza bancarie e con all’attivo un master in matematica finanziaria, dopo quattro anni di lavoro nella City di Londra sceglie di tornare in Brianza per coltivare piccoli frutti e produrre composte con un metodo innovativo. È la storia di Andrea Tagliabue che ha deciso di abbandonare un futuro da manager per una vita a contatto con la natura a Besana Brianza, sua terra d’origine. Dopo aver seguito un corso di apicoltura, ha affittato un ettaro e mezzo di terreni dove oggi coltiva fragole e piccoli frutti che trasforma in succhi e composte.

Le marmellate sono realizzate con il metodo del sottovuoto, che mantiene intatte le proprietà organolettiche della frutta e, in sostituzione dello zucchero, sono addolcite solo dal miele prodotto da un apicoltore locale. Secondo i principi dell’economia circolare, da tutti gli scarti della lavorazione delle piante Andrea ottiene un cippato da riusare nei processi aziendali.

 I colori della terra per un artigianato agricolo di qualità

Dopo una tromba d’aria che distrugge il vigneto preso in affitto dopo aver lasciato la precedente attività da cuoca, Federica Giolo di Moglia (MN) non si è persa d’animo e da questo imprevisto ha saputo trovare lo spunto per diversificare la propria attività in campagna. Grazie a un’idea innovativa per il territorio mantovano, ha deciso di puntare sull’allevamento di capre Cashmere e di pecore Brogna della Lessinia per realizzare capi di “artigianato agricolo” con lana e filati pregiati. Gli animali vengono allevati allo stato brado; la tosatura e la pettinatura avvengono una volta all’anno e la lana prodotta viene lavata, cardata, filata, tinta in modo naturale con erbe spontanee.

La tessitura viene fatta a mano con un telaio a pettine liccio, una tipologia antica che veniva utilizzata già nel Medioevo. Tutto il ciclo produttivo avviene quindi all’interno dell’azienda, seguendo il ciclo di vita degli animali e nel rispetto della biodiversità vegetale.

I formaggi che nascono in miniera

Una vecchia galleria di una miniera ormai in disuso, ripristinata grazie a un’importante azione di recupero e trasformata in un magazzino naturale di stagionatura. L’idea realizzata dal Consorzio del Nostrano Val Trompia ha avuto tra i promotori Paolo Paterlini di Collio (BS), socio del Consorzio stesso. Durante i mesi più difficili dell’emergenza Coronavirus questo spazio è stato messo a disposizione di altri allevatori della zona, non soci del Consorzio, per salvare la produzione di formaggi freschi rimasti invenduti a causa del lockdown. Una decisione che ha permesso a diverse piccole imprese di montagna di fronteggiare e sopravvivere alla crisi scatenata dall’emergenza. Si è venuta così a creare una vera e propria rete solidale a sostegno dell’intera filiera lattiero casearia della valle.

L’orto che vorrei: così rinasce il senso di comunità

“L’orto che vorrei” è un progetto promosso dalla Cooperativa Si Può Fare e dalla Cooperativa Il Seme, in partnership con altri enti del terzo settore. Nel quartiere Rebbio a Como, uno spazio abbandonato e degradato, destinato a diventare arteria stradale, è stato riqualificato e riconvertito ad area di verde urbano. Sono nati 32 orti sociali coltivati da privati cittadini, da diverse associazioni, dalla parrocchia e dai bambini della scuola elementare. L’intero progetto è stato realizzato con il coinvolgimento della comunità locale, dalla fase di ideazione alla realizzazione di un regolamento condiviso per l’utilizzo degli spazi. L’iniziativa genera circoli virtuosi di economia solidale andando ad integrare il reddito famigliare degli ortisti.

 

 



 

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