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Fino al 2 agosto sarà possibile consultare le Linee guida sul “dialogo di sostenibilità fra Pmi e Banche” sul sito del dipartimento del Tesoro.

Il testo è il prodotto del Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile presieduto da Stefano Cappiello (direttore generale al Mef della regolamentazione del sistema finanziario), ministeri di Economia, Ambiente e Imprese, Bankitalia, Consob, Ivass e Covip, con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra istituzioni e sistema economico del Paese per muovere il mercato verso investimenti nella transizione green e digitale.

Il documento delinea 45 indicatori su cui potrà nascere la “carta d’identità verde” delle aziende. Accanto ai dati generali si trovano informazioni su “mitigazione e adattamento al cambiamento climatico”, “ambiente”, “società e forza lavoro” e “governance e condotta aziendale”.

Le regole qui definite riguardano momentaneamente le grande imprese, ma proprio per la loro concretezza finiranno con l’irradiarsi lungo tutte le catene del valore. Le esigenze di reporting dei grandi gruppi si trasmettono ai fornitori a cui saranno richiesti dati e informazioni necessarie per costruire l’analisi dell’impatto ambientale e sociale dell’attività produttivi. Inevitabilmente questo influenzerà i comportamenti di mercato e le possibilità di accesso al credito e sarà dunque difficile sottrarsi al meccanismo.

La sostenibilità ha un ruolo preponderante nella vita delle imprese e continuerà ad acquisire importanza maggiore: non solo per quel che concerne i classici temi ambientali, bensì anche i meccanismi di funzionamento interno delle imprese, dai consumi energetici e delle risorse idriche, alle emissioni fino a toccare gli investimenti per affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico, le coperture assicurative e le quantità di rifiuti pericolosi generati annualmente. Infine, importante sarà la governance e la condotta aziendale, in particolare contro le possibili condotte illecite, dove la formazione aziendale avrà un ruolo cruciale per garantire che tutti i dipendenti vigilino sui flussi al fine di evitare reati e un presidio anticorruzione per la segnalazione di casi sospetti.

Saranno compresi parametri quali il divario retributivo tra uomini e donne, numero di casi di discriminazione sanzionati, la sicurezza sui luoghi di lavoro, l’esistenza o meno di un codice etico e il livello di trasparenza dell’azienda. In totale si parla di 45 indicatori, di cui 17 con “priorità 1” da attuare anche nelle micro imprese.

Chi saprà adattarsi a questo nuovo scenario avrà maggiori possibilità di accedere facilmente al credito mentre tutti gli altri rischiano di vedere i costi di finanziamento lievitare con anche la possibilità di andare incontro a forme di razionamento del credito. Il tutto dipenderà dalle dinamiche di mercato che si instaureranno, molto più potenti delle leggi.

 

Emma Delfrate

 

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