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di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Le famiglie più ricche s’indebitano meno: potrebbe sembrare un truismo, ma non è sempre stato così.

L’alta inflazione degli ultimi anni e i salari disomogenei rispetto al resto delle grandi economie continentali hanno indotto proprio le famiglie più a basso reddito a ricorrere al prestito, soprattutto personale. Ma non all’offerta del Buy now pay later, che invece potrebbe sembrare il prodotto più adatto a loro.
L’ultima indagine Bce sulle aspettative dei consumatori suggerisce “cambiamenti significativi nella composizione dei gruppi che chiedono credito”: basti pensare che le domande di credito al consumo da parte di clienti in difficoltà finanziarie segnano +4,7% da aprile 2022 a gennaio 2024, mentre nello stesso periodo la richiesta di mutui ha segnato solo +0,5. Sempre nello stesso periodo le istanze di finanziamento rigettate sono aumentate del 5,7%, non per standard creditizi più stringenti ma per principi di responsabilità sociale: ad essere messa in dubbio dagli intermediari è infatti la capacità di saldo della potenziale clientela, alle stesse identiche condizioni. Capacità di cui anche il Bnpl – entrato ormai di diritto nel grande comparto del consumer credit, rilanciandone i volumi (sebbene la sua formula si addica più ad essere annoverata nel settore dei pagamenti digitali) – deve tenere in debito conto secondo quanto prescritto dalla CCD II, che introduce per i fornitori l’obbligo di registrarsi presso l’Autorità nazionale competente e di valutare il merito creditizio della clientela in proporzione a natura, durata, valore e rischi connessi alla pratica, onde evitare fenomeni di sovraindebitamento. Generalmente la spia si accende quando: il rimborso del debito complessivo supera il 30% del reddito mensile lordo; si accumulano oltre 2 mesi di arretrato nei rimborsi; l’aspirante contraente ha 4 o più linee di credito già accese insieme.
A tale rischio stanno ovviando, tra l’altro, anche modelli limitrofi come il “save now pay later, in cui gli utenti stabiliscono un obiettivo di risparmio e mettono da parte denaro mensilmente in cambio di cashback da spendere negli store affiliati, online o fisici che siano.

Attualmente X Generation e Millenials, ovvero i nati tra 1965 e 1996, rappresentano il 75,7% degli utenti del Bnpl eppure – contrariamene a quanto si potrebbe ritenere – la media ha un profilo reddituale più elevato rispetto ai boomer che lo utilizzano, e che in generale ricorrono ancora al piccolo finanziamento tradizionale, sulla carta più oneroso. In base a una recente ricerca CRIF, i clienti con reddito superiore a 1600 euro mensili preferiscono il Bnpl (40%) rispetto ai cosiddetti ‘small ticket’ (27,7%), cioè prestiti personali e finalizzati sotto i 5.000 euro diretti soprattutto all’acquisto di beni oggi tipicamente oggetto della dilazione del Bnpl, come l’elettronica ma – negli ultimi anni – anche viaggi, polizze assicurative e servizi vari.
Sebbene il boom si sia fisiologicamente attenuato, la traiettoria del mercato resta in ascesa e superiore all’andamento del credito al consumo. Importanti finanziarie come Compass, Avvera e Fucino Finance ci stanno puntando massicciamente visto che, da quando è partito durante la pandemia Covid, il giro d’affari cresce a due cifre a ogni trimestre, trainato dalla sempre maggiore diffusione dell’e-commerce. Il ridotto potere d’acquisto dei consumatori e l’intrinseca banalità del prodotto – una semplice rateizzazione senza interessi – han fatto la sua fortuna soprattutto presso le giovani generazioni ed oggi questo strumento user-friendly integrato, diversificato e cavalcato in particolare dalle app delle Big tech appare “destinato a una presenza duratura nel panorama finanziario in evoluzione, dimostrando adattabilità e versatilità con un focus sempre più attenzionato sulla sostenibilità a lungo termine” e “non rappresenta più il modello principale del business, ma un elemento di offerta aggiuntivo e complementare” spiegano i ricercatori.
Sarà per questo che la rischiosità resta contenuta e in calo; anzi, il Bnpl è visto dagli operatori come un acceleratore dell’inclusione finanziaria: il 61,7% di chi si affaccia per la prima volta al mondo del lending, magari senza una storia creditizia all’interno del Sic Eurisc, lo fa richiedendo appunto un prodotto Bnpl.

Credito al Consumo e Buy Now Pay Later: Trend di Mercato e Impatto sui Consumatori

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