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Investire in sostenibilità conviene? Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2050 dovranno essere investiti 4,2 trilioni di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi globali di zero emissioni. Per gli investitori che vogliono contribuire a questa missione, i green bond sono un’ottima scelta. Nel 2023, i green bond sono stati la forza trainante della crescita complessiva del mercato delle obbligazioni ESG, rappresentando una quota superiore al 60% delle vendite di obbligazioni ESG. Nel primo trimestre del 2024 l’emissione di obbligazioni ESG ha raggiunto i 311 miliardi di dollari.

Ma che cosa sono i “green bond” di cui si parla sempre più spesso? Con il termine “green bond” si intendono titoli di debito legati a progetti e iniziative “green”, che hanno cioè un impatto positivo sull’ambiente. Presenti sul mercato finanziario da più di un decennio, i green bond sono strumenti non propriamente nuovi, ma negli ultimi mesi hanno vissuto momenti di grande successo per via delle emissioni di questa tipologia obbligazionaria da parte dell’Unione europea.

Bassi rendimenti, per ora

Nell’ottobre di due anni fa è stato lanciato il primo green bond europeo per il finanziamento del Next Generation EU, il pacchetto di misure da 800 miliardi di euro destinato ai Paesi membri per stimolare la ripresa economica post pandemia. L’obbligazione ha una durata di 15 anni (con scadenza febbraio 2037) ed il suo valore complessivo ha superato di gran lunga le aspettative raccogliendo al debutto 135 miliardi di euro contro i dodici di offerta iniziale, assestandosi su un rendimento dello 0.45% annuo. Rendimento basso?

Se in passato i bond hanno fatto registrare dei rendimenti piuttosto scadenti, non è detto che nei prossimi anni la situazione non possa cambiare. La crescita dei tassi d’interesse ha dato nuovo impulso al settore obbligazionario, che oggi è visto con maggior interesse da parte degli investitori. Nonostante i rendimenti migliori, non è il caso di lasciarsi trasportare dall’entusiasmo e sbilanciare il portafoglio d’investimento a favore dei bond più remunerativi. In una prospettiva di lungo termine è bene scegliere un approccio multi-asset (che può comprendere anche i green bond), allo scopo di distribuire il rischio in modo ottimale.

Una gestione patrimoniale socially responsible è certamente cosa buona, e con un approccio evoluto, può diventare anche remunerativa: oggi sul mercato è possibile operare scegliendo prodotti come fondi o Etf che includano i parametri ESG nella propria strategia.

L’appeal di investimento dei green bond cresce: il “greenium”, cioè la differenza di rendimento tra un’obbligazione verde e un’analoga obbligazione ordinaria, è minima e i rendimenti sono paragonabili a quelli delle obbligazioni ordinarie.

Il primo green bond della storia è stato il Climate Awareness Bond, emesso nel 2007 dalla BEI (Banca Europea degli Investimenti), mentre in Italia l’apripista è stato, nel 2014, il gruppo Hera, una delle maggiori società multi-utility italiane il cui business si concentra su gas, elettricità, acqua e ambiente.

Le differenze

Le caratteristiche che differenziano i green bond dalle obbligazioni tradizionali, di fatto, sono quattro:

  • utilizzo dei proventi: i proventi devono essere utilizzati solo ed esclusivamente per finanziare progetti che generano evidenti benefici a livello ambientale e sociale (nel caso del Green Bond EU, ad esempio, per finanziare le iniziative verdi previste dal piano Next Generation EU);
  • processo di valutazione e selezione dei progetti: che si tratti di un organo istituzionale o di una società, l’emittente del green bond è tenuta a comunicare agli investitori in modo chiaro e trasparente quali sono gli obiettivi ambientali e i processi attraverso i quali si intende raggiungerli, inclusi gli eventuali criteri di esclusione che verranno applicati;
  • gestione dei proventi: tutti i proventi devono essere tracciati e documentati in un sistema che sia controllato dall’emittente stessa in modo appropriato;
  • attività di reporting: l’emittente è tenuta ad elaborare periodicamente informazioni aggiornate circa l’uso dei proventi, fornendo ai propri investitori una reportistica dettagliata sui progetti finanziati e gli importi collocati.

La Global Climate

Investing Survey 2024 di Robeco rivela che il 43% degli intervistati sta investendo in green bond o in obbligazioni incentrate sulla sostenibilità per sostenere la decarbonizzazione di aziende e governi.

 

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