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VENEZIA – Sostituire Elena Donazzan in giunta regionale del Veneto. Sostituire Daniele Polato in consiglio regionale. Sostituire Nicola Finco in ufficio di presidenza a Palazzo Ferro Fini. Tre caselle da decidere in tempi stretti, un risiko che coinvolge Fratelli d’Italia e la Lega, tanti aspiranti, alcune declinazioni geografiche (Verona e Vicenza in primis), ma che deve fare i conti anche con le rivalità interne ai partiti. Scelte che arriveranno fino a Palazzo Chigi perché il governatore Luca Zaia vuole parlarne direttamente con la premier Giorgia Meloni.


LA VICEPRESIDENZA

Le caselle in ballo sono quelle liberate dai neoeletti: Donazzan e Polato di Fratelli d’Italia eurodeputati a Bruxelles, il leghista Finco sindaco di Bassano. Val la pena partire da qui perché tutto sommato, al netto delle facili rivendicazioni degli alleati, è la posizione più semplice: fuori un leghista, dentro un leghista. Beninteso: vicentino. In consiglio regionale al posto di Finco subentrerà il primo dei non eletti nella lista della Lega, Andrea Cecchellero, la surroga è prevista nella seduta del 16 luglio. Ma Finco era anche il vicepresidente vicario del consiglio regionale e qui ci sarà bisogno di una votazione. Il posto è ambito: ruolo di prestigio, ufficio di rappresentanza a Palazzo, personale. Risulta che già quattro leghisti si siano fatti avanti manifestando «disponibilità», dando per assodato che non saranno cambiati gli assetti del 2020 e quindi la casella resterà in capo alla Lega e non sarà ceduta a Fratelli d’Italia. Giusto per ricordare: il 15 ottobre 2020 i cinque di FdI non votarono Roberto Ciambetti presidente del consiglio regionale perché reclamavano “visibilità”, il solo assessorato a Elena Donazzan era ritenuto riduttivo rispetto ai risultati. Raccontano che stavolta in casa della Lega si scontrino due correnti di pensiero: chi a ritenere che tutto sommato la vicepresidenza del Ferro Fini si potrebbe anche dare agli alleati, chi a dire che, appunto, gli assetti non si cambiano. Se così sarà, sarà un leghista vicentino e se la giocheranno Marco Zecchinato e Milena Cecchetto. Quest’ultima, infatti, resterà in consiglio regionale avendo perso le elezioni a Montecchio Maggiore.

FRATELLI COLTELLI

La partita più semplice per FdI sarà sostituire un neo eletto: da Verona, al posto di Daniele Polato, arriverà Stefano Casali, già consigliere regionale nella precedente legislatura (all’epoca era con la Lista Tosi). Donazzan, invece, non sarà sostituita in consiglio perché gli assessori, quando entrano in giunta liberano subito a un “supplente” il posto di consigliere e nel suo caso era toccato a Joe Formaggio che adesso diventa consigliere “fisso”, non più “supplente”. E siccome Polato era capogruppo, bisognerà trovare un sostituto. Solo che la partita del capogruppo si intreccia con quella dell’assessore. E con le rivalità interne. A Palazzo anche i muri sanno che Enoch Soranzo, che tra l’altro è segretario provinciale di FdI a Padova, vorrebbe prendere il posto di Elena Donazzan in giunta, ma che la sconfitta subìta a Selvazzano Dentro l’ostacolerà. Lo stesso dicasi per il trevigiano Tommaso Razzolini per la sconfitta di Martina Bertelle a Valdobbiadene. Joe Formaggio è per scelta personale fuori dai giochi, restano così in ballo per il ruolo di assessore Lucas Pavanetto e come capogruppo la new entry Stefano Casali. Chi l’ha deciso? Raccontano di una riunione la settimana scorsa tra il coordinatore regionale Luca De Carlo con il riconfermato eurodeputato Sergio Berlato, i consiglieri regionali Formaggio e Pavanetto e il non ancora subentrato Casali. Tra parentesi: guai a chiamarla riunione di corrente perché in FdI le correnti sono vietatissime, fatto sta che i consiglieri dell’altra area, quella del ministro Adolfo Urso e della Donazzan, e cioè Soranzo e Razzolini, non c’erano. La scelta sarebbe stata presa lì: Pavanetto assessore, Casali capogruppo (non assessore perché è finito nel tritacarne di Report con il servizio su «’ndrangheta e Arena» e non è detto che Zaia voglia portarselo in giunta). L’ipotesi di Massimo Giorgetti – veronese, già assessore, già vicepresidente del consiglio regionale – sarebbe dunque tramontata?
E poi: Zaia non voleva una donna? In questi giorni il gossip di Palazzo ha rilanciato varie ipotesi: Valeria Mantovan, sindaca di Porto Viro; Elena Cappellini, consigliera comunale a Padova; Isi Coppola, già assessore e già nel Cda di Veneto Sviluppo. Le “omesse” si sarebbero risentite, così nel toto-nomi è stata inserita anche l’assessore veneziana Francesca Zaccariotto. Ma se dev’essere donna e veronese, allora il profilo sarebbe quello di Serena Cubico, 54 anni, docente universitaria, già sindaco di Ferrara di Monte Baldo, oggi nel Cda della Fondazione Arena su indicazione del ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano. Comunque sia, la decisione sarà presa ai piani alti: Zaia vuole che la proposta gli arrivi sì dal partito, ma vuole anche sentire la premier Meloni.

REPULISTI

Da ultimo, il repulisti nella Lega: martedì il consiglio federale ha espulso l’ex parlamentare Paolo Grimoldi e il consigliere regionale veneto Gabriele Michieletto, reo quest’ultimo di avere appoggiato a Scorzè un candidato sindaco avversario di quello della Lega. Michieletto-“arachesostufo” comunque resterà nel gruppo Zaia Presidente. Altre espulsioni in vista? Al segretario veneto Alberto Stefani non sono arrivate segnalazioni dagli organismi provinciali – «Neanche un nome» – quindi gli unici provvedimenti all’orizzonte sono per i morosi, quelli che non versano il contributo mensile al partito: Silvia Rizzotto per più di 40mila euro, Gabriele Michieletto per circa 30mila (che a questo punto la Lega considera persi). E “osservati speciali” anche gli assessori Federico Caner e Gianpaolo Bottacin, entrambi in ritardo con i versamenti.



 

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