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Per ora un nuovo decreto legge che, insieme con il Cura Italia, porta le garanzie dello Stato a coprire fino a 750 miliardi di euro di prestiti alle imprese. Poi, intorno a Pasqua, ancora un decreto per rafforzare i sostegni al reddito di famiglie e lavoratori. E, dopo il 13 aprile, la speranza di aprire la fase due, che Giuseppe Conte chiama della «rinascita» e di una «nuova primavera», anche se, avverte il premier, «dovremo fare ancora sacrifici», mantenere il «distanziamento» e rispettare i «protocolli di sicurezza per camminare, sui mezzi di trasporti, per spostarsi sui luoghi di lavoro». «Allentare ora le regole sarebbe irresponsabile», ammonisce.


Così Conte, lunedì sera, nella conferenza stampa al termine di un consiglio dei ministri cominciato la mattina, interrotto dopo il varo dei provvedimenti per garantire la regolarità dell’anno scolastico, ripreso dopo una sospensione di 4 ore e terminato poco dopo le 20 con l’approvazione delle norme sulla liquidità per le imprese, le nuove sospensioni degli adempimenti fiscali e contributivi (ad aprile e maggio) per chi ha subito un calo dei ricavi e il rafforzamento del golden power a difesa delle aziende strategiche. Un secondo round del consiglio dei ministri, questo, dedicato a trovare un compromesso tra 5 Stelle e Pd su chi debba avere voce in capitolo sulla partita dei prestiti: se il ministero dell’Economia a guida Pd (Roberto Gualtieri) o la Cassa depositi e prestiti, come volevano i pentastellati. Alla fine è il premier a spiegare che sarà la Sace, «che rimarrà nel perimetro della Cassa depositi e prestiti», a occuparsi delle garanzie per i prestiti alle grandi imprese, anche se il decreto ne affida il coordinamento al Tesoro.

Dopo il consiglio dei ministri sia Conte sia Gualtieri e il ministro dello Sviluppo, il grillino Stefano Patuanelli, pongono l’accento sullo sforzo «più poderoso nella storia della repubblica», come dice il premier. «Probabilmente il più ampio in Europa», aggiunge Patuanelli. Ci saranno garanzie pubbliche su prestiti fino a 400 miliardi, di cui 200 per il mercato interno e il resto per l’export. Le banche, spiega Gualtieri, potranno erogare credito a tutte le imprese «senza limiti di fatturato». I prestiti potranno arrivare fino al 25% dello stesso fatturato o al doppio del costo del personale, precisa il ministro. «Le garanzie saranno erogate con un sistema molto semplice attraverso la Sace» e potranno arrivare fino al 90% per le grandi imprese. Le condizioni saranno «molto limitate. Per esempio: non distribuire dividendi nel 2020». Patuanelli sottolinea che le partite Iva individuali potranno ottenere fino a 25 mila euro con garanzia dello Stato «fino al 100%, in maniera automatica, senza valutazioni della banca». Grazie al finanziamento aggiuntivo del Fondo di garanzia, esteso alle aziende fino a 499 dipendenti, i prestiti fino a 800 mila euro saranno garantiti al 90% dallo Stato, ma si potrà arrivare al 100% grazie a Confidi.

La prossima tappa sarà il decreto di Pasqua. E Conte insiste sugli Eurobond, confermando il «no al Mes», il fondo salva Stati, perché «inadeguato». E su questo, afferma, «io e Gualtieri siamo assolutamente d’accordo».





 

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