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Fuochi d’artificio, giganteschi barbecue e canti patriottici sono soltanto alcuni degli elementi fondanti delle celebrazioni del 4 luglio, il giorno in cui ogni cittadino statunitense che si rispetti celebra l’evento più importante dell’anno dopo il Super Bowl. Pochi popoli come gli americani manifestano un tale spirito patriottico, un retaggio legato alla storia coloniale e ai primissimi tentativi di redigere costituzioni realmente libertarie, che lasciassero ai cittadini la possibilità di scegliere per loro stessi, senza restrizioni di sorta. Le vicende successive degli Stati Uniti avrebbero rivelato una realtà invero più complessa di così, ma resta il fatto che il Giorno dell’Indipendenza rappresenta ancora oggi, per milioni di persone, una data da segnare a calendario con la penna rossa.

L’origine

Non si può parlare di 4 luglio senza un po’ di contesto storico. Il territorio degli attuali Stati Uniti (e del vicino Canada) ha iniziato ad essere oggetto di colonizzazione da parte degli inglesi e dei francesi a partire dal 1500, con spedizioni sempre più frequenti che, una volta giunti al 1700, hanno generato le prime colonie britanniche, da cui tutto è partito. Queste zone, affacciate sull’oceano Atlantico, iniziarono però con il passare del tempo a manifestare un’ostilità crescente verso la madrepatria, che stava impedendo ai coloni di commerciare come loro avrebbero voluto (celebre il caso del tè) e aveva iniziato ad alzare sempre più le tasse. L’Inghilterra provò anche a cercare una mediazione, ma fu tutto inutile: da qui, nel 1775, scoppiò la guerra di indipendenza che nel 1776 avrebbe portato alla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, emanata proprio il 4 luglio anche grazie al contributo del celebre Thomas Jefferson.

Una nuova era

Con la vittoria contro l’oppressore britannico, i coloni americani ebbero finalmente la possibilità di prendere le loro decisioni in autonomia, e iniziò così, poco a poco, la scoperta del selvaggio West. Anno dopo anno iniziò un’esplorazione massiva delle aree sempre più a ovest, prima nel gigantesco entroterra e poi verso la costa. Trainato anche dalla ricerca dell’oro e di altri materiali preziosi, questo periodo storico è ricordato per i sanguinosi scontri contro le popolazioni indigene, costrette con la minaccia delle carabine ad indietreggiare e limitare enormemente le loro aree di influenza. Non è un caso, d’altra parte, se per una fetta importante della popolazione statunitense (soprattutto la Generazione Z) tutta l’epoca coloniale abbia rappresentato una grave macchia in quanto causa scatenante dello sterminio di popoli la cui unica colpa era quella di essersi trovati sulla strada di coloni assetati di potere. Questa prima fase degli Stati Uniti, tra l’altro, è stata altresì segnata anche dalla sanguinosa guerra di secessione, che ha visto gli stati del Nord scontrarsi contro quelli del Sud sul tema della schiavitù. La vittoria nordista nel 1865 avrebbe condotto all’inserimento di un emendamento in Costituzione che aboliva la disumana pratica su tutto il territorio USA; nonostante ciò, purtroppo ancora oggi in molte zone del sud esiste un razzismo piuttosto radicato, legato proprio a questo tipo di eredità coloniale.

Come si festeggia il 4 luglio

L’evento, molto sentito, è un’occasione di incontro e di festa come tante altre, fatta di condivisione e convivialità. Si tratta di una festa federale, per cui tutti i principali uffici rimangono chiusi.  Via libera più che mai allo sventolamento della bandiera americana, anche chiamata Stars and stripes, dove sono disegnate tredici righe rosse (a rappresentare le tredici colonie USA da cui tutto è partito) e 50 stelle corrispondenti ai 50 stati federati del territorio (gli ultimi due ad essersi aggiunti sono stati in ordine di tempo l’Alaska e le Hawaii). Pur non essendo richiesto un abbigliamento particolare, il modo migliore per rendere omaggio alla patria è indossare in questo contesto almeno uno dei tre colori che la simboleggiano: il rosso rappresenta infatti la forza e il coraggio, il bianco è il simbolo di purezza e innocenza, mentre il blu ricorda i valori di perseveranza e giustizia. Per il resto, al di là dei pranzi e delle cene in compagnia, il bello del 4 luglio consiste soprattutto nel posizionarsi in un luogo adatto per godersi gli spettacolari effetti pirotecnici che ogni anno le autorità imbastiscono per l’evento. Nulla vieta che per le strade vengano anche organizzate parate con la classica banda del paese o eventi ancor più grandi, come concerti o match sportivi.

Il 4 luglio nella cultura popolare

Trattandosi di una giornata così sentita da un punto di vista emotivo, non c’è da stupirsi se il 4 luglio sia entrato a far parte dell’immaginario americano anche grazie ad Hollywood. Alla ricorrenza è dedicato un intero film, ‘Nato il quattro luglio’ con protagonista Tom Cruise. Ma anche la fantascienza si è sbizzarrita per parlare del 4 luglio: basti pensare al kolossal ‘Independence day’, dove gli Stati Uniti (e il mondo intero) si trovano a dover affrontare una spaventosa minaccia aliena proprio in concomitanza con la festa nazionale. L’artista statunitense Kelis, nota per essere una delle regine dell’r&b, a questa giornata ha persino dedicato una canzone “4th of July”, inclusa nel suo penultimo album ‘Flesh Tone’, disco dallo spiccato sound house e electropop.

 

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