Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dell’Italia è stato ufficialmente consegnato alla Commissione Europea, in 491 pagine rivede il testo approvato nel 2019, provando ad aumentare gli impegni energetico-ambientali per il 2030.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) dell’Italia acquista finalmente la sua dimensione definitiva. Tra i nuovi obiettivi fissati per il 2030, un 39,4% di rinnovabili sui consumi finali, che si alza al 63,4% considerando solo la domanda elettrica.
Il rimaneggiamento del Piano, così come era stato approvato nel 2019 si è reso necessario per le nuove norme comunitarie, in particolare il Regolamento UE sulla Governance, ma non convince tutte le parti fino in fondo. Ci sono aspetti che meritano approfondimenti, sia sotto il profilo emissivo che per quanto riguarda le energie rinnovabili.
La portata degli impegni nazionali espressi dal PNIEC 2024 è davvero significativa e si può riassumere in 4 aspetti strategici:
- una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; una quota minima di energia rinnovabili nei consumi pari al 42,5%;
- un miglioramento dell’efficienza energetica (con una riduzione del consumo finale dell’11,7% entro il 2030);
- un migliore sviluppo delle interconnessioni elettriche. Gli obiettivi italiani sono quelli europei, non c’è differenza.
Come funziona
I Piani Nazionali dei vari Paesi europei devono coprire il periodo 2021-2030, ma tenendo conto al contempo anche di una prospettiva più a lungo termine. Obbligatoriamente devono contenere una panoramica della procedura da seguire a livello nazionale per definire il PNIEC stesso. Quindi una descrizione degli obiettivi da raggiungere e una lista dei contributi nazionali per l’energia pulita e la decarbonizzazione.
Il lavoro per i Ventisette è iniziato ormai da tempo, hanno consegnato le prime bozze all’inizio del 2019, con l’obiettivo che queste fossero valutate dalla Commissione Europea. Quindi hanno fatto proprie le raccomandazioni ricevute, presentando poi il testo definitivo alla fine dello stesso anno.
Nel giro di poco però i target comunitari su energia e clima sono cambiati. Da qui la necessità di rimettere mano al PNIEC, ad esempio in Italia, ma anche a quello degli altri Stati membri, per cercare di riallineare le politiche e prepararsi a nuove scadenze e trend.
Le rinnovabili nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima
Una delle tematiche principali affrontate nel nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dell’Italia, come d’altra parte egli altri Stati Membri, è senza dubbio il forte focus sulle energie rinnovabili.
Le rinnovabili italiane nel 2023 coprivano circa il 19,9% dei consumi energetici finali. Il nostro Paese punta ora ad un obiettivo del 39,4% sul consumo finale lordo di energia, da conseguire entro il 2030. Stimando nel dettaglio per quella data 43 Mtep da FER su 110 Mtep totali consumati. L’obiettivo risulta differenziato tra i diversi segmenti: elettrico, termico e trasporti.
Nel settore elettrico la quota di consumi coperta, grazie alle fonti da energia rinnovabile, dovrebbe arrivare entro la fine del decennio al 63,4% trainando in sostanza tutto il comparto delle FER. Si cercherà di raggiungere una capacità rinnovabile in esercizio per la fine del decennio di 131 GW sommando il contributo di eolico, fotovoltaico, idroelettrico, geotermico e bioenergie.
Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dell’Italia: foto e immagini
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