Sono costati 170 miliardi di euro e hanno agevolato interventi edilizi che, nel 27% dei casi, sarebbero stati effettuati comunque, anche senza incentivi, determinando quindi una perdita di 45 miliardi. In estrema sintesi, sono queste le conclusioni a cui è giunta la Banca d’Italia in un’analisi sull’impatto economico del Bonus facciate e del Superbonus 110%, introdotti nel secondo semestre del 2020 e finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, le qualità antisismiche e le caratteristiche estetiche degli edifici residenziali italiani.
Le due misure hanno oggettivamente dato una spinta alle ristrutturazioni e, sempre secondo lo studio, sono state definite il più grande stimolo fiscale rivolto al settore edilizio introdotto nell’intera Unione Europea negli ultimi vent’anni. Secondo le stime dell’Istituto, Bonus facciate e Superbonus 110% hanno portato, tra il 2021 e il 2023, a un aumento significativo della spesa pro capite degli investimenti nell’edilizia residenziale. Prima dell’introduzione degli incentivi gli investimenti in Italia erano al di sotto dei 300 euro pro capite, cresciuti poi del 67%, arrivando a oltre 500 euro alla fine del 2023.
Allo stesso tempo, i due incentivi sono stati considerati «estremamente generosi». Si stima che oltre un quarto delle risorse sia stato in qualche modo “sprecato”. Secondo i calcoli dell’Istituto, infatti, circa il 73% del valore totale degli investimenti per i lavori edilizi nel periodo considerato è stato effettivamente incentivato dai crediti d’imposta, mentre il restante 27% – pari a quei 45 miliardi di cui si diceva all’inizio – ha rappresentato una “perdita secca”, ossia investimenti che sarebbero stati realizzati anche senza sovvenzioni. […]
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