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Il debito pubblico italiano potrebbe aver superato i 2.950 miliardi già nel mese di giugno. È questa la proiezione della società di ricerca finanziaria indipendente Mazziero Research, che fornisce stime sui parametri macroeconomici del nostro Paese. Intanto, il taglio dei tassi della Bce non sembra avere avuto ripercussioni sui rendimenti delle nuove emissioni di Btp.

Debito pubblico stimato a €2.921 miliardi a maggio

Ad aprile il debito pubblico dell’Italia ha segnato un nuovo record storico a 2.906 miliardi di euro, ma ci sono tutti i presupposti per un nuovo massimo già nel mese di maggio.

Secondo le stime della Mazziero Research, a maggio dovrebbe essersi verificato un nuovo forte aumento, pari a 15 miliardi, fino a toccare i 2.921 miliardi di euro. Il dato ufficiale verrà pubblicato tra una settimana, il 15 luglio, dalla Banca d’Italia. Pochi giorni prima, il 12 luglio (questo venerdì), l’agenzia di rating Scope aggiornerà il giudizio sul merito di credito dell’Italia.

Il rialzo del debito pubblico dovrebbe essere proseguito anche nel mese di giugno, con un valore stimato tra 2.950 e 2.960 miliardi, mentre da luglio è attesa una fase di stabilizzazione fino alla fine dell’anno. Al 31 dicembre, le previsioni indicano un debito tra 2.940 e 2.991 miliardi.

Il 28% del debito in mani estere

Interessante osservare la detenzione del debito pubblico per tipologia e provenienza degli investitori. Il 72% è in mani italiane, ripartito fra Banca d’Italia (24%), banche commerciali (22%), assicurazioni, fondi pensione e risparmio gestito (12%) e famiglie e imprese (14%).

Il rimanente 28% è detenuto invece dall’estero, includendo i cittadini italiani che possiedono titoli attraverso strumenti di diritto estero (ad esempio tramite SICAV).

Possibili criticità rinnovi Btp a settembre

Molto utile anche osservare la struttura delle scadenze dei Titoli di Stato, per avere un’idea sulle esigenze di finanziamento del Tesoro. Per quanto riguarda l’orizzonte temporale da qui a fine anno, spicca soprattutto il mese di settembre, in cui scadranno titoli per 47,5 miliardi.

Secondo la Mazziero Research, questo potrebbe generare “delle criticità nei rinnovi, qualora la ripresa dopo la pausa estiva coincidesse con condizioni avverse di mercato. Meno rilevante la scadenza di dicembre, i cui rinnovi probabilmente slitteranno a gennaio.”

Estendendo lo sguardo ai prossimi anni, gli analisti pongono l’accento sul 2027 e il 2029, “che probabilmente attireranno le nuove emissioni dei prossimi mesi.”

Rendimenti Btp non scendono malgrado tagli tassi Bce

A sorpresa, prosegue la tendenza in aumento dei rendimenti all’emissione dei BTP a 10 anni. Come emerge dal grafico, i tassi sui titoli decennali di nuova emissione sono progressivamente aumentati dal 3,67% di marzo al 4,01% di giugno.

Pertanto, “il beneficio del ribasso dello 0,25% dei tassi BCE al 4,25% è stato pressoché nullo”. Ricordiamo che la banca centrale guidata da Christine Lagarde ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base nel meeting di giugno. Con ogni probabilità, a luglio ci sarà una paura, in attesa dipiù dati che possano convincere i funzionari a tagliare ancora i tassi nella riunione di settembre.

Osservando la curva dei rendimenti dei BTP su scadenze differenti, aggiunge la Mazziero Research, “è possibile notare un premio per chi investe a breve scadenza (sino a 2 anni) al 3,46%, che compensa future riduzioni dei rendimenti. Segue una fase graduale di crescita dal 3,30% a 3 anni sino al 3,58% a 7 anni, per poi trovare un aumento più marcato al 3,94% per i BTP a 10 anni che prosegue sino al 4,51% sulle scadenze trentennali.”

 

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