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Sono disponibili adesso le nuove linee guida, emanate dal Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA volte a favorire l’edilizia sostenibile nella Pa.


Il documento mira a favorire l’adozione diffusa di tetti e pareti verdi in tutto il territorio nazionale, nell’ambito dell’iniziativa “Italia in Classe A” e sono rivolte alla Pubblica Amministrazione e agli enti territoriali, offrendo una panoramica completa su un aspetto sempre più rilevante nell’edilizia moderna.

Le linee guida ENEA per l’edilizia sostenibile nella Pa

Un capitolo chiave delle linee guida espone le evidenze scientifiche che dimostrano come tetti e pareti verdi migliorino le prestazioni energetiche degli edifici, generando anche benefici economici e sociali sia a livello individuale che urbano.

Il concetto di “cappotto verde“, rappresentato da piante sui tetti e pareti, contribuisce a ridurre la temperatura interna estiva fino a 3°C, grazie all’ombreggiamento e alla traspirazione delle coltri vegetali che proteggono dagli effetti della radiazione solare.

Il documento approfondisce le principali tipologie di tetti e pareti verdi disponibili sul mercato, nonché le migliori pratiche per la loro progettazione, pianificazione e manutenzione. È dedicato ampio spazio anche alle iniziative già messe in atto dalle amministrazioni locali, che hanno implementato politiche di promozione di questi sistemi.

Infine, il documento descrive la metodologia della ricerca condotta da ENEA sullo stato attuale dell’installazione di tetti e pareti verdi a livello nazionale, includendo il questionario utilizzato per raccogliere dati da associazioni di categoria, pubbliche amministrazioni e operatori del settore, ancora in corso sul sito del Dipartimento Unità Efficienza Energetica.

Patrizia De Rossi, ricercatrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica, sottolinea l’importanza delle linee guida nel supportare le amministrazioni locali nell’adozione di soluzioni di edilizia sostenibile. “L’utilizzo di tetti e pareti verdi come coperture rappresenta un sistema innovativo per ridurre i consumi energetici necessari per il raffreddamento estivo e il riscaldamento invernale degli edifici“, afferma De Rossi.

Alcuni spunti critici

Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, l’edilizia sostenibile nella PA italiana è ancora a un livello di sviluppo iniziale. Ci sono ancora numerose barriere da superare, tra cui la mancanza di risorse finanziarie, la complessità delle procedure burocratiche e la scarsa diffusione della cultura della sostenibilità.

Tra le diverse criticità si segnalano:

1. Barriere burocratiche e lentezza decisionale:

  • Complesse procedure autorizzative e appalti, che allungano i tempi di realizzazione dei progetti e ne aumentano i costi.
  • Mancanza di personale qualificato e di competenze specifiche all’interno delle PA per la gestione di progetti di edilizia sostenibile.

2. Carenza di risorse finanziarie:

  • Scarsa disponibilità di fondi dedicati all’edilizia sostenibile, spesso dirottati verso altre priorità.
  • Difficoltà nell’accedere ai finanziamenti europei e nazionali per progetti di riqualificazione energetica e bioedilizia.

3. Mancanza di una visione strategica e di coordinamento:

  • Assenza di una pianificazione a lungo termine a livello nazionale e locale per l’edilizia sostenibile.
  • Scarsa collaborazione tra le diverse amministrazioni e enti coinvolti, con conseguenti ritardi e inefficienze.

4. Limitata diffusione della cultura della sostenibilità:

  • Scarsa conoscenza dei benefici dell’edilizia sostenibile tra cittadini, imprese e operatori del settore.
  • Resistenza al cambiamento e timore di investire in nuove tecnologie e soluzioni costruttive.

Alternative per investire meglio i fondi pubblici

Alla luce di queste criticità, è importante considerare alternative più efficaci per l’utilizzo dei fondi pubblici destinati all’edilizia:

  • Priorità a interventi mirati: invece di interventi diffusi e frammentari, concentrare le risorse su progetti di riqualificazione energetica in aree ad alta densità abitativa o su edifici particolarmente inefficienti dal punto di vista energetico.
  • Sviluppo di modelli di finanziamento innovativi: promuovere l’utilizzo di partenariati pubblico-privati (PPP) e di strumenti di finanza innovativi, come i green bond, per attrarre capitali privati nel settore dell’edilizia sostenibile.
  • Semplificazione burocratica e accelerazione delle procedure: ridurre gli oneri burocratici e snellire le procedure autorizzative per velocizzare la realizzazione dei progetti e renderli più efficienti.
  • Formazione e sensibilizzazione: investire nella formazione del personale PA e nella sensibilizzazione dei cittadini sui benefici dell’edilizia sostenibile per creare una cultura condivisa e favorire il cambiamento.
  • Ricerca e innovazione: sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni costruttive per l’edilizia sostenibile, al fine di migliorare l’efficienza energetica e la qualità degli edifici.

In aggiunta a queste proposte, è fondamentale adottare un approccio olistico e sistemico che integri l’edilizia sostenibile con altre politiche pubbliche, come la pianificazione urbanistica, la mobilità sostenibile e la gestione dei rifiuti. Solo con un impegno concreto e una visione strategica di lungo periodo, la Pa italiana potrà superare le criticità attuali e fare dell’edilizia sostenibile un motore di sviluppo economico e sociale sostenibile.

Il testo delle linee guida

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it


 

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