Toh, chi si rivede: l’aumento della sovrattassa sulle merci scaricate in porto. Il provvedimento varato a giugno dello scorso anno dall’Autorità Portuale e poi sospeso dopo l’insurrezione delle imprese e delle organizzazioni sindacali, sta per essere riproposto con una importante novità. L’aumento, infatti, non sarà, come era stato annunciato nel 2023, di 0,724 euro alla tonnellata, ma ancora più alto, ovvero di 1,274 euro a tonnellata.
Gli utenti dovranno quindi pagare circa 3 euro a tonnellata per la merce che scaricano al porto di Civitavecchia, quando a La Spezia la tassa è di 1,05 euro, a Genova e Napoli di 1 euro, a Venezia, Savona e Salerno di 0,80 centesimi, mentre a Livorno è addirittura di 0,76 centesimi a tonnellata. Il ritorno dell’aumento della sovrattassa sulle merci si deve principalmente a due ragioni: la prima è che evidentemente dal Ministero non sono arrivate rassicurazioni riguardo il possibile finanziamento dei lavori riguardanti il prolungamento dell’antemurale, opera giudicata fondamentale per proteggere le nuove banchine a nord dello scalo marittimo; la seconda è che le previsioni riguardanti il traffico merci si sono rivelate assolutamente fallaci, considerando che la movimentazione del carbone destinato alla centrale di Torre Valdaliga Nord è praticamente scomparsa. Basti considerare che nel 2022 il traffico merci era stato di oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate, mentre nel 2023 era già sceso a poco meno di 3 milioni e 900 mila tonnellate. La previsione del 2024, fatta dalla stessa Autorità Portuale, parla adesso di 2 milioni e 500 mila tonnellate. Di qui, per avere le somme necessarie a pagare il prestito con la BEI che consentirà la realizzazione del prolungamento dell’antemurale, la decisione di aumentare ulteriormente l’importo della sovrattassa sulle merci. Adesso bisognerà vedere quale sarà la reazione delle imprese e dei sindacati, che lo scorso anno avevano praticamente alzato le barricate contro il provvedimento che, a loro giudizio, avrebbe ulteriormente allontanato i clienti del porto. Un primo segnale lo si potrà avere nel corso della prossima seduta dell’organismo di partenariato. Ma la crisi dei traffici e in particolare il crollo della movimentazione del carbone sembra stia creando anche altri problemi alle casse di Molo Vespucci. Al riguardo ulteriori decisioni e provvedimenti potrebbero scattare nelle prossime settimane.
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