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Pmi e crisi di liquidità: la tecnologia più aiutare le piccole e medie imprese ai tempi del coronavirus? E che cosa può fare nel concreto? Ignazio Rocco di Torrepadula, founder e Ceo di Credimi (digital lender con la missione di semplificare l’accesso al credito per le imprese), ne è convinto: “Sì, si può fare molto”. Non a caso ha lanciato Credimi Start, soluzione innovativa che permette di ottenere 20mila euro rimborsabili in 5 anni a partire dal 2021, senza la richiesta di garanzie. Si tratta di una soluzione di finanziamento che permette, anche alle società di persone, di accedere velocemente al credito. Un prodotto al quale ha già fatto ricorso diverse piccole imprese italiane, comprese quelle delle zone rosse.

Pmi e crisi di liquidità nell’emergenza coronavirus

“Con il coronavirus, il bisogno più importante per le imprese è rallentare o interrompere le attività facendo fronte, però, alle esigenze di cassa” spiega il Ceo di Credimi. “Quella che stiamo vivendo è una crisi molto più violenta di una normale crisi economica: in alcune zone d’Italia le piccole imprese hanno visto i propri incassi andare a zero o ridursi del 90%. C’è dunque una forte esigenza di liquidità” puntualizza Ignazio Rocco di Torrepadula, founder e Ceo di Credimi. Da qui l’idea di Credimi Start.

Come funziona Credimi Start

Credimi Start si rivolge oltre che alle società di capitali anche alle oltre 755mila società di persone presenti sul territorio, ampliando il range dei prodotti creati appositamente dalla società per sostenere le molteplici necessità delle Pmi italiane. Si tratta di un finanziamento pensato per le società di persone (Sas, Snc) con un fatturato sopra i 100mila euro e un anno di operatività, e per le società di capitali (SpA e Srl) con un fatturato sopra i 100mila euro e un bilancio depositato. Queste aziende potranno richiedere un finanziamento di 20mila euro a tasso fisso, di 5 anni di durata con un anno di pre-ammortamento (si inizia a rimborsare dal 2021), attraverso una procedura completamente digitale e veloce (si riceve una risposta in soli 3 giorni). Credimi Start accede al Fondo di Garanzia di Medio Credito Centrale, con il vantaggio per le aziende di non dover presentare alcun tipo di garanzia, né reale né personale, e di poter utilizzare l’iniezione di liquidità per le esigenze più disparate, dal pagamento di dipendenti o fornitori, a piccoli progetti per rafforzare il proprio business.

Pmi e crisi di liquidità, i dati dalle zone rosse

Coma abbiamo detto, anche le piccole e piccolissime imprese delle zone rosse hanno fatto richiesta di finanziamento. Ecco tutti i dati di Credimi.

Dal 15 febbraio all’11 marzo, su un totale di 1166 richieste di finanziamento ricevute, dalle province delle zone rosse sono arrivate 326 richieste, cioè circa il 30%, e di queste i settori principali delle imprese sono Servizi, Distribuzione e Costruzioni.

Dall’8 marzo le domande di finanziamento per giorno lavorativo sono più che raddoppiate passando da 53 a 114. Dal lancio di Credimi Start, cioè dal 9 marzo all’11 marzo, Credimi ha ricevuto 343 domande di finanziamento, di cui 106 dalle province delle zone rosse. Di queste 106 i principali 3 settori si confermano Servizi, Distribuzione e Costruzioni.

Il digitale può aiutare le imprese in momenti di difficoltà

“Il digitale può fare moltissimo in questo momento di difficoltà” spiega il Ceo di Credimi. “Intanto, il processo per avanzare la richiesta è completamente digitale e questo è fondamentale in un momento in cui bisogno ridurre al massimo gli spostamenti” spiega Ignazio Rocco di Torrepadula. E poi c’è un altro fattore. “In questo momento grandi aziende e pmi sono sono costrette a riorganizzarsi per poter continuare a lavorare, stanno sperimentando lavoro da remoto, nuove piattaforme di comunicazione e nuove forme di distribuzione” aggiunge. Soffermandosi però su un elemento fondamentale: “Bisogna distinguere tra digitale di emergenza e trasformazione digitale: il primo è spesso improvvisato, non sempre le aziende sono pronte, vanno accompagnate dai player e dagli investimenti giusti. Diverso, invece, è il caso della trasformazione digitale, processo lungo sul quale si investe continuamente”.

Perché il fintech può aiutare le pmi ora

Velocità, flessibilità e accessibilità sono le caratteristiche ricercate da quegli imprenditori che necessitano di credito. Secondo uno studio condotto recentemente da Credimi su un campione di imprenditori, è infatti emerso che il 53,7% degli intervistati ritiene fondamentale che il processo di richiesta sia veloce e completamente digitale. Il 51,6% considera anche di primaria importanza non dover fornire nessuna garanzia. Secondo gli intervistati, un finanziamento di 20mila euro potrebbe servire per investire in materiali o acquistare scorte (44,3%), finanziare la liquidità (42,5%), investire in tecnologia (32,4%), pagare fornitori o dipendenti (20,6%). Tutte queste esigenze, la velocità di risposta, e la possibilità di accedere ai finanziamenti in maniera completamente remota, diventano ancora più importanti in questo particolare momento.

Le pmi e la difficoltà di accesso al credito

Un sostegno importante per l’economia del Paese, specialmente in un momento storico difficile, come quello che stiamo vivendo, in cui tra i settori più colpiti – come quelli alberghiero, ricettivo, della ristorazione e del commercio al dettaglio – il numero di società di persone è estremamente elevato. Una contingenza che va ad inserirsi in un quadro di difficoltà di accesso al credito per questi soggetti, come evidenziato dal Rapporto Cerved PMI 2019: mentre i prestiti hanno ripreso a crescere per le imprese medio-grandi a partire dal 2016, per le piccole società i crediti hanno continuato a contrarsi. Questo nonostante dal punto di vista finanziario esista un ampio spazio di crescita dei prestiti nel segmento delle PMI: lo stesso report indica un potenziale di oltre 130 miliardi di maggiori debiti finanziari tra le PMI solide e solvibili, un bacino di oltre 100mila aziende, alle quali è attribuita una probabilità di default a un anno non superiore al 3,5%. L’impatto dell’epidemia in atto sarà sicuramente quello di aumentare in modo drastico le situazioni di insolvenza, ma è proprio in questo momento che un supporto appropriato, mirato alle aziende in difficoltà temporanea ma sostanzialmente sane, può generare nel medio termine ritorni importanti, sia per la collettività che per i finanziatori.

“Credimi Start è un progetto sul quale stavamo lavorando da tempo e che avremmo lanciato più là. Ma ci abbiamo ripensato, perché non c’era momento migliore di questo. Perché è ora che le pmi hanno bisogno” dice il founder di Credimi. Il nuovo prodotto, infatti, amplia l’offerta di Credimi affiancandosi al factoring digitale, al finanziamento Credimi Futuro (finanziamento fino a 2 milioni di euro per società di capitali con almeno due bilanci depositati e un fatturato minimo di 300mila euro), e al credito di filiera per le grandi aziende che vogliono rafforzare il proprio network di fornitori e clienti.

Coronavirus, come le PMI possono affrontare la crisi di liquidità con il fintech


 

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