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A oltre un mese dal taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE, gli effetti sull’offerta di mutui a tasso variabile sono ancora poco visibili, con un valore medio che continua a gravitare intorno al 5%, mentre i mutui a tasso fisso mostrano i primi segnali di aumento. L’effetto è un rinnovato interesse per la surroga, con le erogazioni salite del 26% sul mix delle concessioni complessive. È quanto emerge dall’osservatorio di luglio di Mutuionline.it.

Secondo l’analisi, il miglior tasso variabile è in calo e attualmente si attesta al 4,53%; per trovare un valore più basso bisogna tornare ad agosto 2023, quando era al 4,52%. Al contrario, il tasso fisso mostra una leggera risalita, raggiungendo il 3,26% per i tassi medi e il 2,90% per il tasso migliore, ma è ancora lontano dal massimo di ottobre 2023, quando il tasso medio fisso era 3,87%.

La convenienza del tasso fisso rispetto al variabile si rispecchia nelle intenzioni dei mutuatari, che scelgono il fisso per la quasi la totalità delle richieste di mutuo nel 2024 (98,9%), e chiedono surroghe per passare da tasso variabile a fisso.

Le surroghe rappresentano un terzo della domanda

Oggi le surroghe rappresentano il 33,6% delle richieste pervenute al comparatore e sono aumentate dell’8% sul totale rispetto all’anno scorso e addirittura del 52% rispetto al 2022, anno in cui la Bce ha iniziato a implementare restrizioni di politica monetaria per contrastare l’inflazione. Questo si ripercuote inevitabilmente sulle erogazioni, in crescita del 26% sul totale rispetto all’anno scorso.

Stabili le durate richieste, ma per importi più alti

Nel 2024 la durata media delle richieste di mutuo si è attestata intorno ai 24 anni, mantenendo una sostanziale continuità rispetto ai due anni precedenti. Tuttavia, una novità rilevante che emerge dall’osservatorio di MutuiOnline.it in questa prima parte dell’anno riguarda l’importo medio richiesto, che ha raggiunto la cifra più alta degli ultimi dieci anni, pari a 140.924 euro. Questo dato rappresenta “un segnale evidente di maggiore fiducia nel mercato da parte dei consumatori, indicando una crescente propensione a investire nel settore immobiliare e una percezione positiva delle prospettive economiche future”, si legge nel report.

Anche il loan to value (ltv) medio è aumentato sensibilmente, passando dal 66% al 68%. “Questo incremento è stato favorito dalla riduzione dei tassi fissi, che ha incentivato i richiedenti a optare per mutui con anticipi più contenuti, rendendo l’accesso al credito più agevole e stimolando ulteriormente la domanda di mutui”, precisa l’analisi.

L’alternativa per i mutuatari è “green”

Un’ulteriore opportunità di risparmio è rappresentata dai cosiddetti mutui verdi, che stanno registrando una notevole crescita grazie a tassi più competitivi rispetto a quelli dei mutui standard. A giugno, il tasso variabile medio per un mutuo standard era del 5,04%, mentre per un mutuo green era del 4,55%. Per quanto riguarda il tasso fisso, il confronto era tra il 3,26% per i mutui standard e il 2,89% per quelli green. La differenza sui tassi migliori per entrambe le tipologie di mutui si attesta tra i 27 e i 35 punti base, con il variabile a 4,26% rispetto a 4,53% e il fisso a 2,65% rispetto a 2,90%.

Le richieste di mutui verdi, favorite da tassi più vantaggiosi, sono aumentate significativamente, passando dal 3,5% del mix nell’ultimo trimestre del 2023 a oltre il 15% nel primo semestre di quest’anno. “Questa crescita è incentivata dalla direttiva Energy Performance of Buildings recentemente approvata dal Parlamento Europeo, che prevede una serie di misure per ridurre le emissioni degli edifici in Europa. L’offerta green si applica ai mutui concessi su immobili che rientrano nelle classi energetiche A, B e, in alcuni casi, C. Nel caso di finanziamento per la riqualificazione di un immobile, è generalmente necessario migliorare di almeno due classi energetiche o ridurre del 30% l’Indice di Prestazione Energetica (IPE). Questa attenzione alla sostenibilità energetica non solo contribuisce alla riduzione delle emissioni, ma offre anche ai mutuatari vantaggi economici tangibili grazie ai tassi d’interesse più favorevoli”, conclude il report.

 

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