Molte persone ne hanno sentito parlare, ma non sanno precisamente cosa si intende con il termine prestito chirografario e come funziona questo particolare tipo di finanziamento a medio termine. Presenti nelle offerte delle principali banche italiane come Intesa Sanpaolo, UniCredit, BCC e Credem, i prestiti chirografari vengono concessi per vari motivi, specie per la necessità di liquidità extra per far fronte a spese impreviste di carattere personale o familiare, mai per operazioni speculative.
Il significato di prestito chirografario
Chiro deriva dal greco χείρ, ovvero mano; grafo (in greco γράϕος) indica la grafia, lo scrivere. Per chirografo si intende quindi un documento autografo, scritto a mano: nel caso di un prestito, un finanziamento che viene concesso soltanto con la firma autografa del richiedente, tramite una scrittura privata e senza un atto redatto da un notaio. Ma soprattutto senza prevedere la richiesta di una garanzia reale come l’ipoteca o la fidejussione. Sono assimilabili a questi prestiti i mutui chirografari, in cui il mutuatario si impegna con la banca o la finanziaria senza dover passare per l’ipoteca.
I prestiti chirografari sono finanziamenti spalmati su una media durata (superiore ai 18 mesi ma non oltre i cinque anni), vengono concessi a chi ha la sicurezza e la capacità di restituire il denaro e viaggiano su importi limitati e non troppo impegnativi. Non a caso le banche e le finanziarie tendono a concederli alle imprese piuttosto che ai privati, capaci di offrire come garanzia il proprio patrimonio di immobili, attrezzature, impianti o macchinari.
I privati possono comunque accedere ad un finanziamento di questo tipo, purché abbiano una solidità finanziaria conclamata e dimostrabile. È la capacità di rimborso del richiedente ad indirizzare la banca sul tipo di importo da finanziare. Di solito la somma erogata oscilla tra un minimo e un tetto massimo che per i privati è di 30mila euro. Nel caso dei mutui chirografari, si arriva a 120mila euro. Per le aziende il discorso è diverso perché subentrano i beni e la capacità produttiva, con le banche che formulano piani e finanziamenti a seconda delle esigenze.
Come funziona e quali sono i tassi
La banca consegna al cliente la somma di denaro richiesta, senza chiedere una specifica garanzia come forma di tutela. In cambio, il cliente si impegna a rimborsare l’importo e gli interessi secondo un piano di ammortamento stabilito al momento della stipulazione del contratto. Concordati i termini e le condizioni, il pagamento avviene in un’unica soluzione oppure a rate mensili, trimestrali o semestrali, comprensive di capitale ed interessi.
I tassi d’interesse variano a seconda dei diversi istituti, ma sono sempre in linea con l’andamento del mercato. Senza una garanzia reale, il tasso è più alto rispetto a quello previsto per altre forme di finanziamento. In molti casi è variabile in relazione all’andamento dell’Euribor. In compenso, si risparmia sulle spese, si abbattono i costi (per esempio del notaio e della perizia) e si accorciano i tempi di verifica dei requisiti e di erogazione dei fondi, proprio perché le cifre finanziate non sono troppo ingenti.
Requisiti e documenti per ottenerlo
La solidità finanziaria è la conditio sine qua non per ottenere un finanziamento del genere. A dimostrarla ci pensano un reddito comprovabile o un patrimonio documentabile. Di norma le banche e gli intermediari finanziari valutano anche l’affidabilità in termini di merito creditizio. La referenza creditizia è la reputazione che il cliente ha presso gli istituti e di questo aspetto si tiene sempre conto quando si decide (o meno) di concedere un prestito: una segnalazione è già di per sé uno stop.
Tutte le informazioni sui pagatori “buoni e cattivi” sono raccolte nei SIC (i sistemi di informazioni creditizie), banche dati come quelle di CRIF, Experian, CTC e Assilea che confermano o smentiscono l’affidabilità creditizia dei richiedenti. Una volta ricevuto semaforo verde dall’istituto, i documenti da presentare per accedere al prestito sono l’ultima busta paga e la certificazione unica per lavoratrici e lavoratori dipendenti; la dichiarazione dei redditi per gli autonomi; l’ultimo cedolino e il modello OBIS/M per pensionate e pensionati.
Cosa succede, infine, a chi ha ottenuto un prestito chirografario ma non riesce a rimborsarne l’importo e gli interessi? Il protesto, il pignoramento dei beni e la richiesta di risarcimento danni sono i provvedimenti più frequenti adottati da banche e finanziarie nei confronti dei morosi, oltre agli interessi di mora sempre presenti. Le sanzioni non finiscono qui: passati 120 giorni dal mancato pagamento, il nome del debitore viene inserito nel SIC come cattivo pagatore. Nei casi più estremi, il finanziamento viene bloccato e il cliente deve ripagare l’intero importo dovuto in un’unica soluzione, inclusi gli interessi.
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