Incentivi alla rottamazione a rischio a causa dei continui e ripetuti malfunzionamenti dell’Rvfu, il Registro dei veicoli fuori uso introdotto da una norma del 2022 e in cui dal 7 giugno scorso devono essere inseriti i veicoli che entrano negli impianti autorizzati. Parliamo dei cosiddetti autodemolitori, ai quali spetta anche il compito di radiare materialmente i veicoli dall’Archivio nazionale della Motorizzazione civile e dal Pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci. L’allarme è stato lanciato più volte da Anselmo Calò, presidente dell’Ada, l’Associazione nazionale demolitori autoveicoli, che rappresenta circa 300 imprese del settore: “Se la radiazione non avviene nei tempi previsti” (30 giorni, ndr), ha scritto Calò in una lettera inviata qualche giorno fa alla Motorizzazione civile e al Pra, “i cittadini possono perdere il contributo governativo”.
Inceppamenti e malfunzionamenti. Tre i problemi, secondo il numero uno di Ada, che affliggono il sistema telematico e, a valle, gli operatori. In primo luogo, i frequenti inceppamenti dell’infrastruttura tecnologica. “Il sistema funziona a singhiozzo”, denuncia Calò. “Ma la cosa drammatica è che se si ferma mentre stai operando, tutto quello che è stato fatto fino a quel momento decade e si è costretti a ricominciare da capo”. Nel mirino, poi, ci sono i malfunzionamenti: “Il più recente problema a essersi verificato è il mancato rilascio del certificato di rottamazione in formato digitale, cosa che succede nella maggior parte dei casi ai concessionari, ma anche ai demolitori. Per ovviare a ciò, gli operatori compilano a mano il certificato, ne fanno la scansione e lo allegano alla pratica online, corredato da un’autocertificazione per giustificare il ricorso a carta e penna. Alla faccia della sburocratizzazione”. Infine, c’è “il mancato riconoscimento degli allegati da parte della piattaforma, senza i quali non si può procedere alla radiazione”. Il tutto, in un quadro di “frequenti casi di mancato allineamento tra i dati contenuti nei registri della Motorizzazione civile e quelli del Pra, che costringono gli operatori a inoltrare ticket di segnalazione al fine di poter completare la pratica. Che nel frattempo si ferma, a volte anche per cinque o sei giorni”.
Contributi statali in pericolo. Insomma, se il sistema non andrà presto a regime – Calò parla di almeno 10 ore al giorno di funzionamento continuativo e risoluzione dei ticket entro i due giorni successivi alla richiesta – lo stock di veicoli da inserire “è destinato ad aumentare e di conseguenza non sarà possibile rispettare i tempi per la radiazione dei veicoli stessi. La preoccupazione dei nostri associati”, conclude il presidente dell’Ada, “è che se la radiazione non avviene nei tempi previsti i cittadini possano perdere il contributo governativo e rivalersi sugli autodemolitori per il danno patito”.
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