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Due imprenditori ternani di 56 e 68 anni sono stati rinviati a giudizio mercoledì dal tribunale di Terni – gip Simona Tordelli – per l’ipotesi di reato di truffa aggravata in concorso ai danni di Sviluppumbria, società pubblica il cui capitale è quasi interamente di proprietà della Regione e che ha come scopo quello di favorire lo sviluppo dell’attività imprenditoriale sul territorio. I due erano stati indagati dalla procura della Repubblica di Terni, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, a seguito del lavoro condotto dalla Guardia di finanza ternana. Secondo gli inquirenti, i due – titolari di distinte attività – si sarebbero accordati per far ottenere all’imprenditore 56enne un mutuo agevolato, con fondi dello Stato e dell’Unione europea, per un importo di 253.750 euro. Il tutto attraverso l’emissione di otto fatture per operazioni inesistenti, da parte del 68enne, che avrebbero consentito all’altro imprenditore di documentare l’acquisto fittizio di un macchinario nuovo di fabbrica – in realtà usato – e di accedere così al beneficio messo a disposizione da Sviluppumbria. Un sistema, secondo l’autorità giudiziaria, tale da configurare a carico di entrambi l’ipotesi di truffa. In questo senso il gip di Terni ha disposto il processo che inizierà il prossimo 16 marzo di fronte al giudice monocratico Francesca Scribano. L’imprenditore che avrebbe beneficiato del mutuo, pur non avendone diritto, è assistito dall’avvocato Marco Gabriele. L’altro professionista che avrebbe consentito, attraverso le fatture, di accedere al finanziamento è difeso dagli avvocati Bruno Capaldini e Marco De Pascalis. Sviluppumbria sarà nel processo come parte civile, rappresentata dall’avvocato Marco Vergari.

L’avvocato Marco Gabriele

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