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Per la Zes unica del Mezzogiorno gli interventi da fare sono tanti: rimodulare gli incentivi, aumentare le risorse destinate agli investimenti, modificare gli iter autorizzativi per la fruizione dei crediti di imposta. Lo dice Confindustria Catania all’indomani del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che ha determinato la percentuale del credito di imposta effettivamente fruibile dalle imprese che investono nelle regioni del Sud. «Avevamo accolto con grande favore l’estensione della Zona economica speciale a tutto il Mezzogiorno come strumento cardine delle politiche industriali di rilancio del Sud, insieme a quelle di coesione – spiega la presidente di Confindustria Catania Cristina Busi – ma non abbiamo mai mancato di richiamare l’attenzione su alcuni aspetti cruciali: assicurare ai benefici fiscali una prospettiva pluriennale; velocizzare  i tempi di implementazione; evitare che l’accentramento presso un unico organismo delle autorizzazioni amministrative determinasse un collo di bottiglia». 



La sola Zes Sicilia orientale aveva investimenti da 600 milioni

Alla luce del primo riparto operato dall’Agenzia delle Entrate che abbassa in misura drastica la percentuale di fruizione del credito di imposta, solo il 17,6% del bonus richiesto dalle imprese,  è evidente secondo gli industriali etnei la necessità di apportare correttivi vitali. In seguito a questo importante taglio, ad andare avanti saranno solo quelle aziende che avrebbero comunque realizzato gli investimenti, a prescindere dal credito d’imposta. «Abbiamo sempre sostenuto che le risorse messe in campo dal Governo, 1,8 miliardi di euro,  non sarebbero mai state sufficienti a coprire le richieste provenienti da tutto il Sud – prosegue la presidente degli industriali etnei -.  Basti pensare che già nel 2022, solo la Zes della Sicilia orientale, aveva autorizzato investimenti privati locali ed esteri per 600 milioni di euro.  Un altro dato è emblematico:  Sicilia e Campania, che rappresentavano solo lo 0,5% della superficie Zes avevano totalizzato, sempre nello stesso anno, autorizzazioni per 1,5 miliardi di euro. “Per questo – conclude Busi –  assicurare nuove risorse, insieme ad una prospettiva temporale di medio periodo è il solo modo per non vanificare il lavoro fatto finora e centrare i veri obiettivi della Zes: creare le condizioni favorevoli all’insediamento e allo sviluppo di grandi e piccole imprese e attrarre nuovi investimenti sia esteri che nazionali».






 

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