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La Direttiva Green, entrata in vigore a fine
maggio, rappresenta soltanto uno dei tasselli del c.d. “Green Deal”
con cui gli stati della UE si sono impegnati a raggiungere la
neutralità climatica entro il 2050, e a portare al
55% gli obiettivi di riduzione delle emissioni
entro il 2030.

Verso l’applicazione della Direttiva Green: l’analisi ENEA
sugli immobili in Italia

Un accordo da cui è nato il pacchetto “Fit for 55%”, che ha
portato recentemente alla revisione:

  • della Direttiva sulle energie rinnovabili RED (Direttiva
    UE 2023/2413 del 18 ottobre 2023);
  • della Direttiva sull’efficienza energetica EED (Direttiva
    UE 2023/1791 del 13 settembre 2023);
  • della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia EPBD
    IV (Direttiva UE 2024/1275 del 24 aprile 2024).

Proprio per pianificare strategie e interventi finalizzati al
raggiungimento degli obiettivi delle Direttive,
ENEA ha messo a punto un corposo
documento
finalizzato alla definizione della consistenza del parco
edilizio nazionale
e che rappresenterà il punto di
partenza per delineare gli scenari di intervento e di risparmio
energetico.

Consistenza del parco edilizio italiano: lo studio ENEA

In totale, in Italia sono presenti circa 12 milioni di
edifici a uso residenziale
, (12.187.698 secondo il
censimento ISTAT del 2011, 12.420.403 secondo i dati riportati
nella STREPIN -Strategia per la Riqualificazione Energetica del
Parco Immobiliare Nazionale pubblicata nel 2021).

Secondo i dati del censimento ISTAT del 2011, ai 12.187.698 di
edifici a uso residenziale si aggiungono 1.576.159 edifici o
complessi di edifici (pari all’11,5% del totale) a uso non
residenziale, per un totale di 13.763.857 edifici o complessi di
edifici utilizzati. Includendo anche i fabbricati inutilizzati, il
totale degli edifici o complessi di edifici ammonta a 14.515.795.
Escludendo invece l’uso produttivo, gli edifici non residenziali
utilizzati risultano pari a 1.273.788.

Per l’analisi del parco immobiliare pubblico ENEA ha avviato una
collaborazione con il Dipartimento dell’Economia del MEF, che
censisce le unità immobiliari detenute dalle Pubbliche
Amministrazioni di tutta Italia.

Scendendo nel dettaglio, lo studio identifica:

  • il numero di edifici/unità immobiliari residenziali e non
    residenziali e la relativa superficie, distinti per destinazione
    d’uso e ripartiti quando possibile per zona climatica, epoca di
    costruzione e area geografica;
  •  la superficie complessiva degli edifici della pubblica
    amministrazione;
  • la quota di edifici pubblici vincolati oggetto di deroga ai
    sensi delle Direttive;
  • la prestazione energetica del Parco immobiliari a inizio 2020,
    punto di partenza per delineare la traiettoria di progressivo
    miglioramento in accordo con la Direttiva EPBD.

Per ogni categoria d’uso sono stati individuati, dove possibile,
il numero di edifici, il numero di unità immobiliari, le superfici
totali e, per quanto riguarda il patrimonio pubblico, le superfici
degli edifici privi di vincoli culturali e paesaggistici,
considerato che all’art. 6 la Direttiva EED ammette infatti che
siano applicati requisiti meno rigorosi per gli edifici
ufficialmente protetti in virtù dell’appartenenza a determinate
aree, ovvero del loro particolare valore architettonico o storico,
nella misura in cui il rispetto di determinati requisiti minimi di
prestazione energetica modificherebbe in maniera inaccettabile il
loro carattere o aspetto.

I dati sul SIAPE

Oltre a soffermarsi sulla consistenza del patrimonio immobiliare
nazionale, il documento contiene un’interessante analisi dei dati
presenti sul Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione
Energetica (SIAPE), effettuata per individuare lo stato della
prestazione energetica degli edifici a uso residenziale e terziario
presenti in Italia al 1° gennaio 2020, come richiesto dalla
Direttiva EPBD.

Da questo punto di vista, ENEA sottolinea che il campione di
immobili certificati censiti nel SIAPE non può comunque essere
considerato totalmente rappresentativo dell’intero parco
immobiliare a causa della bassa percentuale di immobili
dotati di attestato
, soprattutto per quanto riguarda il
settore terziario e gli APE emessi prima del 2020.

Infine, il testo comprende il contributo fornito da ENEA alla
redazione del PNIEC, il cui testo definitivo e
aggiornato dal MASE è stato inviato alla Commissione europea a
giugno 2024.



 

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