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Luci e ombre hanno caratterizzato l’intera sessione settimanale che ci lasciamo alle spalle. A dire il vero, guardando ai numerosi dati che sono stati diffusi, le cosiddette ombre hanno maggiormente lasciato il segno che, sinteticamente, trova un suo immediato riscontro attraverso il saldo negativo finale registrato dalla pluralità dei listini borsistici internazionali: -2,13% è la flessione al termine degli ultimi cinque giorni in capo ai principali indici azionari (rif. MSCI World Usd) che, rispetto ai recenti massimi storici, vede una distanza complessiva del -5,49% rappresentato da tre ottave negative consecutive.



Guardando oltreoceano, le notizie sono arrivate in tempi diversi e, paradossalmente, non hanno avuto modo di poter essere metabolizzate soprattutto sul versante macroeconomico: il Governatore della Fed Jerome Powell, infatti, ha palesato l’ipotesi di un possibile taglio dei tassi di interesse in occasione dell’appuntamento in agenda a settembre e, con questa ipotesi che «potrebbe essere sul tavolo», gli stessi operatori hanno verosimilmente spuntato dalle loro agende questa importante incognita divenuta, ormai, pressoché certezza. Se oggettivamente questa buona notizia può essere archiviata come vera e propria “luce” sul versante obbligazionario, sulla contrapposta compagine azionaria, invece, di “ombre” ce ne sono state molte e tutte da ricondurre ai dati trimestrali delle società quotate Usa.



Nonostante alcune voci di bilancio abbiano registrato dati interessanti (Meta Platforms, Alphabet e Apple), chi più, chi meno, ha destato perplessità in ottica futura sulla stabilità dei rispettivi flussi finanziari (Amazon e Microsoft). A essere un primo e potenziale benchmark negativo è stata Intel che, con una trimestrale inferiore alle attese, un taglio del 15% al personale e un dividendo rivisto in soffitta (sospeso) per il quarto trimestre sembra poter anticipare le prossime sorti di suoi competitors.<

Quale ovvia conseguenza a questa serie di annunci poco incoraggianti o, per lo meno, contrastanti tra loro, è giunta la flessione sui mercati azionari internazionali. Traslando come consueto la realtà dei fatti in termini operativi, il benchmark MSCI World Usd ha capitolato in territorio negativo proseguendo lungo la strada finora intrapresa e relativa alla violazione del canale ascendente da noi tracciato in corrispondenza dei minimi dello scorso ottobre 2023.



Rispetto a quest’ultimo e in base alle recenti quotazioni, graficamente, è stato plausibile ipotizzare un canale (sempre ascendente) parallelo al precedente con una nuova trendline che, attualmente, rivestirà la figura di supporto di brevissimo termine (area 3.425 punti). Nonostante sia prematuro appare, inoltre, interessante supporre un nuovo scenario mediante un’ulteriore retta parallela, ma di livello di prezzo inferiore che, in caso di violazione del neonato supporto, possa individuare un possibile range operativo. Di questo, al momento, l’obiettivo per un approdo coincide con la soglia di prezzo posta a quota 3.247 punti.

Osservando l’intero palinsesto algoritmico non si intravedono inversioni (da sell signal a neutral) sui entrambi le tipologie di indicatori impiegati (leading e lagging indicators): un primo step costruttivo si potrebbe avere con il superamento dei 3.524,77 punti ovvero con il ritorno delle quotazioni all’interno del principale canale ascendente. Particolare attenzione, invece, in caso di violazione di soglia 3.403,08 punti che, inevitabilmente, coinciderebbe con una verosimile conferma dell’ipotesi sopracitata (rif. approdo a 3.247 punti).

Inutile ricordare l’estrema importanza del monitoraggio del Vix che, durante la trascorsa ottava, ha lambito i 30 punti ossia i valori massimi dell’agosto 2023. Per le prossime giornate viene individuata area 23,08 punti quale spartiacque per individuare una fase di risk on-risk off sull’intero comparto azionario.

All’attuale negatività dell’asset class equity viene contrapposta, invece, l’ottima perfomance dei bond governativi internazionali qui rappresentati dal sottostante Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Value Unhedged Usd. Se alla vigilia il nostro auspicio era evidente (rif. «rivede a sua portata il conseguimento della parità del proprio saldo YTD (year to date)», oggi, avendo verosimilmente conseguito questo importante traguardo, trova in noi una “controparte” molto soddisfatta dell’intero take profit se contestualizzato rispetto ai singoli precedenti posizionamenti.

Con un upside significativo giunto in corrispondenza della accentuata flessione dei listini azionari, l’intera allocazione è stata completamente liquidata favorendo, ora, un parcheggio momentaneo nella meno profittevole quota cash.

Sul versante della materie prime è stata registrata l’ennesima, pesante e significativa flessione. L’intero paniere CRB Index ha violato il nostro target posto in corrispondenza di quota 274,786 punti (minimo weekly a 270,134). L’intera configurazione grafica non sembra poter suggerire un movimento rialzista di brevissimo termine, ma solamente un’eventuale fase interlocutoria rappresentata da una iniziale lateralità confinata tra i 277,396 e 270,759 punti.

Qualora tutto ciò non si realizzasse durante le prossime sedute, il positivo saldo YTD (year to date), appare compromesso. Nel brevissimo termine suggeriamo il monitoraggio dell’argento che, in caso di violazione di soglia 28,58, potrebbe beneficiare di una ritrovata positività. Sul basket metals cosiddetti “non preziosi” la posizione sul Nickel rimane confermata e, per questa ottava, verranno osservati sia il rame che l’alluminio quali potenziali sottostanti oggetto di acquisto. Sul paniere energy si sottolinea l’ottima performance del gas naturale che, beneficiando di un incremento della volatilità, ha agevolato la strategia da noi riportata in precedenza. Fatta eccezione per questo benefit in chiave tattica, l’insieme energy viene ancora ritenuto out of the market (privo di posizionamento, ndr).

In ambito valutario la temuta «ulteriore coda ribassista» su Usd/Jpy ha penalizzato enormemente il cross asiatico con una flessione ben oltre il «target esteso over weekly a quota 150» (minimo settimanale a 146,41): attualmente si potrebbe assistere a un veloce ritorno delle quotazioni oltre area 148,88 con successivo consolidamento degli scambi in prossimità di soglia 147,87.

Nonostante la bontà di questa ipotesi, la consapevolezza di un elevato rischio deve essere un monito per coloro che volessero operare. Sui restanti cross Eur/usd e Gbp/Usd (in corso di potenziale buy signal), anche per questa settimana rimaniamo spettatori.

Il consueto giro di boa annuale vede la conclusione del primo mese al pari di una forte e inaspettata strambata che, in quanto tale, ha lasciato sbigottiti alcuni osservatori ormai abituati a una navigazione caratterizzata da un’innegabile serenità. Il tragitto di ritorno che dovremo affrontare potrebbe mettere a dura prova la sensibilità di coloro che, sprovvisti di bussola, faranno ricorso alla sola emotività compromettendo un sensato e motivato equilibrio nelle scelte di investimento. Chi vorrà agire meglio che lo faccia subito. Viceversa, più tardi potrebbe coincidere con una crociera dal costo troppo elevato.

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