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Il Superbonus è stato uno degli incentivi fiscali più discussi e rimaneggiati degli ultimi anni, tanto che la complessità della normativa e le frequenti modifiche hanno creato non poche difficoltà per proprietari di immobili e le imprese. Una delle questioni più pressanti riguarda la possibilità di cedere il credito fiscale per quei lavori che non sono stati completati entro la scadenza del 31 dicembre 2023.

Per chiarire la questione, approfondiamo le novità legislative che offrono una “via d’uscita” per coloro che si trovano in questa situazione.

Lavori Superbonus non conclusi in tempo: come ottenere la cessione del credito

Per poter beneficiare della cessione del credito anche in caso di opere non completate entro il termine del 2023, è fondamentale aver rispettato alcune condizioni chiave. In primo luogo, è necessario aver emesso almeno uno Stato di Avanzamento Lavori (SAL) e impegnarsi a portare a termine l’intervento.

Anche sfruttando la possibilità offerta dal cosiddetto decreto “Salva-SAL“, è importante essere consapevoli che questa opzione non garantisce una copertura totale. La normativa consente di accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura per le spese sostenute nel 2023, anche se i lavori non sono conclusi, ma non elimina l’obbligo di soddisfare i requisiti tecnici previsti dalla legge sul Superbonus.

Tra questi requisiti, oltre al miglioramento energetico dell’immobile, rimane fondamentale che, al termine dei lavori, l’edificio mantenga la sua destinazione residenziale. È quindi essenziale pianificare attentamente e assicurarsi di poter rispettare tutti gli obblighi normativi per evitare future complicazioni.

Decreto Salva Superbonus: la sanatoria per gli interventi non ultimati nel 2023

Il Decreto Legge 212/2023, definitivamente convertito in legge il 20 febbraio 2024 senza modifiche, ha introdotto importanti novità nella normativa del Superbonus. L’obiettivo principale di questo provvedimento è evitare la revoca dei benefici già concessi per quegli interventi edilizi che non sono stati completati entro i termini stabiliti dalla legislazione vigente.

Questa misura si applica ai cantieri già avviati che non hanno raggiunto il completamento entro il 31 dicembre 2023. La sanatoria copre anche i casi in cui non sia stato possibile soddisfare il requisito del miglioramento di due classi energetiche, uno degli obiettivi chiave dell’efficienza energetica previsti dal Superbonus.

Un aspetto fondamentale di questa normativa riguarda i lavori per i quali è stata esercitata l’opzione della cessione del credito o dello sconto in fattura. Per tutti gli interventi realizzati e documentati attraverso Stati di Avanzamento Lavori (SAL) fino al 31 dicembre 2023, l’Agenzia delle Entrate non procederà al recupero delle detrazioni già concesse. È importante ricordare che ogni SAL deve rappresentare almeno il 30% dell’intervento complessivo.

Per quanto riguarda le opere ancora da completare, il decreto stabilisce che alle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024 si applicherà l’aliquota ridotta del 70%, in linea con la normativa attualmente in vigore.

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