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L’agrivoltaico è un settore che ha un grande futuro. Ma sono necessarie sinergie tra rinnovabili e agricoltura

di ALESSIO PINZONE*

Nella trasformazione degli scenari europei e globali, siamo immersi in quella che sarà ricordata come un’epoca di rinnovamento. In questo scenario si apre un vero e proprio incubatore di possibilità: l’era del “rinnovamento delle rinnovabili”. Gli investitori sono alla ricerca di metodi per produrre energia pulita, con sistemi in grado di integrarla sempre di più nel tessuto economico. L’agrivoltaico è una delle proposte, e risposte, dinanzi alla richiesta di una sostenibilità condivisa e alla necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

La teorizzazione dell’agrivoltaico delinea un sistema virtuoso che unisce la produzione di energia solare con l’agricoltura tradizionale, convogliando tutti i benefici possibili dei pannelli sulle colture e sfruttando grandi aree rurali, molte delle quali abbandonate e improduttive. Attraverso un sistema di finanziamenti continuativi, in questo contesto proteso all’evoluzione, emergerebbe un mercato più complesso e strutturato, preludio a nuove figure professionali, come quella dell’agrivoltore.

La gestione dell’attività agricola in un impianto agrivoltaico è un mestiere più complesso rispetto a quello svolto da un agricoltore. È necessario sovrapporsi nelle lavorazioni con un sistema elettrico, avere coscienza delle necessità connesse a un ambiente di questo tipo (tempistiche, sicurezza, monitoraggio delle lavorazioni ecc.) oltre a dover operare in spazi spesso angusti.

«L’agrivoltore deve porsi come un partner degli investitori. – spiega Pietro Branchi, agronomo e amministratore delegato di Madre Terra, società partner di RINA Prime – L’agrivoltore ha il compito di garantire che, negli anni di vita utile dell’impianto, siano mantenute le condizioni di continuità delle attività agricole, gestendo e monitorando tutte le pratiche di coltivazione, raccolta e commercializzazione del prodotto coltivato». In altre parole, l’agrivoltore non è solo un player agricolo, ma anche un produttore di energia inserito in un ecosistema strutturato. «Quasi mai la figura dell’agrivoltore coincide con la figura dell’agricoltore locale. Prosegue Branchi – L’agricoltore locale difficilmente è in grado di garantire la continuità pluriennale delle coltivazioni, a causa dell’età anagrafica e della mancanza di ricambio generazionale all’interno della propria azienda. Infine l’agrivoltore deve essere in grado di monitorare e dimostrare a terzi il mantenimento dei requisiti richiesti dalle linee guida in materia di agrivoltaico».

Gli incentivi

Quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per accelerare la realizzazione di impianti agrivoltaici? In Italia è stato pubblicato il bando per l’agrivoltaico che prevede incentivi a fondo perduto e una tariffa basata su Cfd (Contract for difference) oltre al decreto FER-X, per cui si è ancora in attesa. I rumor su questo nuovo decreto parlano d’incentivi per le aree agricole con il sistema delle aste o dell’iscrizione a registro. Nel frattempo, a dare una spinta virtuosa al settore ha provveduto il bando agrivoltaico che ha l’obiettivo di installare almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026. Il bando prevede incentivi per moduli fotovoltaici, inverter, strutture per il montaggio dei moduli, fornitura e posa dei sistemi di accumulo, ma anche analisi tecniche come quelle geologiche o geotecniche. Oltre all’Italia, molti altri paesi europei stanno lavorando per concedere più incentivi a questi sistemi, che integrano la produzione di energia rinnovabile a un modello produttivo che punta a essere sostenibile anche per l’attività agricola.

Agrivoltaico tra sostenibilità e impatto economico

Lo studio di gennaio 2024 “Agrivoltaic system – A climate Resilient Agriculture Strategy”, a cura del College of Agriculture e dell’Università di Kerala in India, analizza come l’agrivoltaico sia la risposta a due temi: il bisogno di rinnovabili e la sicurezza alimentare che è a rischio. Le configurazioni prevedono pannelli montati a terra, pannelli leggermente elevati, pannelli completamente elevati e sistemi montati verticalmente: lavorando sulle tecnologie e i design innovativi degli impianti, si può arrivare a «produzione di energia, produzione di colture ad aumentato rendimento, la modifica del microclima sotto i pannelli, l’efficienza migliorata nell’uso dell’acqua, la generazione di reddito doppia e annuale e lo sviluppo dell’habitat», si legge nella ricerca. Un altro studio indiano “Agrivoltaic system: Experimental analysis for enhancing land productivity and revenue of farmers”, ha messo a punto un software per la progettazione di sistemi agrivoltaici innovativi e sofisticati, per massimizzare la produzione e migliorare la sinergia tra campo coltivato e fotovoltaico. Tra i progetti, un sistema a doppia fila, ha permesso di coltivare con buona produttività zenzero, curcuma, patate e verdure.

Analizzando i dati del 2021, i ricavi medi annui derivati da energia e agricoltura sono stati 51,52 e 31,36 USD con un sistema AVS (Advanced Validation System) di 0,675 kWp. In particolare, si evidenziano ottimi risultati nella coltivazione della curcuma, che gode dell’ombreggiatura dei pannelli, con un rapporto costi-benefici di 1,71. Con una progettazione illuminata e tecnologie all’avanguardia, che siano in grado di massimizzare la produzione di energia ma anche di aumentare la produttività del raccolto, i ricavi potrebbero quindi risultare complessivamente maggiori.

Un altro case history ipotetico è rappresentato da “The Economic Potential of Agrivoltaic Systems in Apple Cultivation—A Hungarian Case Study”, a cura dell’università di Debrecen. Partendo dall’analisi di uno scenario sempre più competitivo grazie all’attenzione dei governi europei verso questi sistemi e all’erogazione di finanziamenti, lo studio procede confrontando un ipotetico sistema GM-PV sommato alla coltivazione tradizionale di mele con un ipotetico sistema agrivoltaico che integra i due elementi. I risultati mostrano due fattori che portano l’impianto agrivoltaico a essere finanziariamente vantaggioso: i prezzi di tariffa incentivante e il finanziamento statale, con un ricavato stimato di 70 milioni in trent’anni.

Lo studio “Agrivoltaic system: Experimental analysis for enhancing land productivity and revenue of farmers” dimostra come l’agrivoltaico abbia anche un impatto sociale, e sia in grado di migliorare le condizioni economiche delle comunità rurali. È possibile adattare il modello a varie colture, ridisegnando il sistema, grazie alle tecnologie sempre più dettagliate, all’esigenza specifica di un singolo terreno.

Lo sviluppo tra criticità e barriere

Quali sono gli ostacoli, quali le criticità, gli intoppi di un fluido sviluppo del sistema? Il mondo delle rinnovabili deve rallentare a causa del lungo iter di autorizzazioni e step burocratici. Questo provoca rallentamenti ma anche colli di bottiglia nelle reti produttive che impediscono la fluidità evolutiva. C’è anche una certa confusione sulle norme, sull’accesso agli incentivi, sull’integrazione produttiva tra impianti e colture. In particolare, però, sono i costi elevati degli impianti a scoraggiare il singolo proprietario terriero, e proprio per questo sono così importanti gli incentivi e i finanziamenti statali, che rimandano, e rispondono in un certo senso, alle linee guida dell’Unione Europea.

A livello teorico stazionano ancora dati incompleti sull’impatto dei pannelli a medio e lungo termine, considerando la variabile delle colture: a beneficiare dell’ombra e di una miglior gestione dell’acqua possono essere alcuni prodotti come soia, curcuma, leguminose, cerealicole. A volte il risultato di un’analisi può rivalutare una coltura, e cambiarne il ciclo di vita, come dimostra lo studio “Herbage and sheep production from simple, diverse, and legume pastures established in an agrivoltaic production system” condotto dall’Università dell’Oregon. L’analisi ha studiato la metamorfosi del grano duro variando i pannelli fotovoltaici nel terreno su un’area del Nord Italia. Con una copertura dell’area del 13% la resa è stata influenzata minimamente, mentre con una copertura del 41% è risultata notevolmente ridotta. In realtà l’aumento dell’ombra ha variato le caratteristiche del prodotto, che è risultato migliore per la produzione di foraggere.

L’agrivoltaico nel futuro prossimo

Di contro ci sono tanti sistemi in fase di sviluppo per migliorare la produttività e velocizzare l’impatto gestionale e diverse software house che puntano al modello smart farming digitalizzando il sistema agricolo e portando a un sistema di agricoltura 4.0. Si tratta di un’opportunità importante per analizzare, studiare, catalogare, sistematizzare i dati. Come accade in molti altri settori, il futuro dell’agrivoltaico è fortemente influenzato dall’intelligenza artificiale che non solo sviluppa algoritmi per il posizionamento strategico e la progettazione degli impianti o la gestione delle risorse idriche ma affina i sistemi di analisi della produttività agricola, le previsioni meteorologiche e climatiche, l’integrazione della biodiversità, e progetta l’integrazione di componenti robotiche per un processo sempre più accurato e automatizzato. RINA Prime è fermamente convinta del ruolo cruciale che il settore può giocare nella transizione ecologica, e offre un servizio di supporto a 360 gradi senza pari in Europa. Questo servizio è destinato a fondi, produttori indipendenti di energia (IPP) e clienti privati, ed è reso possibile grazie a un team altamente specializzato di agronomi e ingegneri. Attraverso la formazione di partnership strategiche, RINA Prime si posiziona oggi come l’unica società in grado di assistere gli investitori e gli IPP in ogni fase del processo. Questo include il supporto tecnico agronomico, focalizzato sulla praticabilità economica e tecnica, la progettazione e costruzione di infrastrutture agricole come l’acquisto di piante e sementi, la realizzazione di pozzi e sistemi di irrigazione, nonché la gestione delle operazioni agricole. A tutto ciò si aggiunge un servizio di monitoraggio avanzato, grazie a un software esclusivo dotato di funzionalità di intelligenza artificiale, essenziale per il controllo delle attività agricole e il rispetto dei requisiti di sostenibilità. L’obiettivo di RINA Prime è diventare il primo vero agricoltore tecnologico d’Italia e leader nel settore dell’Asset Management agrivoltaico.

*Senior Director – Renewable Energy di RINA Prime Value Services

Questo articolo è tratto dal numero di giugno-luglio 2024 di QualEnergia
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Solare: arriva l'agrivoltore

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Solare: arriva l’agrivoltore

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L’agrivoltaico è un settore che ha un grande futuro. Ma sono necessarie sinergie tra rinnovabili e agricoltura

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Alessio Pinzone

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La Nuova Ecologia

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