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“Le imminenti consultazioni elettorali in Regione Liguria vedranno le forze politiche in lizza impegnate su vari temi di rilievo riguardanti la nostra regione.

Fra questi Federparchi ritiene sia giusto annoverare quelli relativi alla conservazione dell’ambiente naturale ed in particolare definire il ruolo delle aree protette ed i rapporti con gli Enti Parco che le gestiscono, anche alla luce degli impegni internazionali che il nostro Paese ha riconosciuto e fatto propri come prioritari in tema di ambiente e di transizione ecologica.

In particolare, Federparchi chiede alle forze politiche liguri:

– un rinnovato impegno, nel contesto della conferenza Stato-Regioni, per la concreta attuazione dell’ art.4 della L.394/91; esso prevede piani triennali strategici condivisi fra Ministero dell’Ambiente e Regioni, con la partecipazione di tutte le aree protette, per il finanziamento da parte del Ministero (con il cofinanziamento da parte delle Regioni) e la realizzazione di progetti di gestione ambientale e sviluppo sostenibile.

In effetti tale accordo è da decenni disatteso, in quanto ha sempre coinvolto esclusivamente i parchi nazionali, che già godono di cospicui finanziamenti, ed ha invece escluso i parchi regionali.

Analogamente l’istituzione delle ZEA (Zone Economiche Ambientali), provvedimento che ha portato vantaggi agli operatori economici (evidentissimi quelli in periodo COVID), ha visto coinvolti esclusivamente parchi nazionali ed AMP (Aree Marine Protette) ma non i parchi regionali.

– di chiarire una volta per tutte il proprio impegno verso l’istituzione del Parco Nazionale di Portofino, i cui confini restano tuttora da definire con certezza, fatte salve le decisioni assunte autonomamente  dalla Magistratura; la scelta deve essere compiuta dai decisori politici, ed in tal senso Federparchi si è più volte espressa a favore di una soluzione che, a partire dall’area di reperimento individuata da ISPRA, consenta l’adesione al Parco nazionale di tutti quei Comuni che hanno deliberato di entrare a farne parte, escludendo al momento i Comuni che hanno compiuto una scelta opposta, riunendo sotto la gestione di un unico Ente anche l’Area Marina Protetta.

Il mancato avvio dell’istituzione del parco, pur nel rispetto e nella stima per l’operato dell’attuale Parco Regionale e dell’AMP, rappresenta un danno, tanto a livello gestionale ed ambientale quanto a livello economico, per tutto il territorio coinvolto.

– il concreto avvio dei programmi dell’ agenda 2030, per quanto riguarda il clima, la biodiversità, l’economia circolare, i pagamenti ecosistemici, l’ educazione ambientale, la sostenibilità, ed in particolare il perseguimento dell’obbiettivo, dal quale anche la nostra Regione è ancora lontana, del 30% di superficie protetta a terra quanto a mare, individuando, con la condivisione delle comunità locali, nuovi territori che entrino a far parte delle aree protette esistenti (richiesta formulata da più Comuni) o che vadano a costituirne di nuove, grazie anche ad un rinnovato favore dell’opinione pubblica connesso fra l’altro ai vantaggi economici provenienti in particolare da flussi turistici di qualità crescenti nelle aree protette, anche a seguito di iniziative fortemente volute e sostenute da Federparchi come l’ottenimento della CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile) che tanta attenzione suscita fra Istituzioni, Operatori Turistici locali e Tour Operator.

Ovviamente tutto ciò va accompagnato dall’impegno a mettere i Comuni dei parchi in condizioni di competitività rispetto alle graduatorie di bandi pubblici regionali, nazionali ed europei.

– A chi governerà la Regione Liguria Federparchi richiede (uno specifico documento a firma dei Presidenti è stato redatto e presentato a febbraio 2023) anche l’impegno a potenziare la governance tecnica degli Enti Parco, mettendo a disposizione risorse sufficienti (peraltro in calo costante dal 2009) perché ogni CDA possa usufruire di una propria direzione autonoma come prevede la L.394/91, pur nella stima per il prezioso lavoro di sistema svolto sinora dal dirigente e nella condivisione circa la scelta effettuata da Regione Liguria di trasferire alle proprie dipendenze il personale, distaccandolo agli Enti in base alle specifiche esigenze tecniche ed alle professionalità richieste.

In particolare  c’è l’esigenza da parte degli Enti parco di disporre di risorse finanziarie certe (da % di bilancio regionale e non da ecotassa rifiuti come ormai accade da anni) per il mantenimento delle reti sentieristiche e delle strutture realizzate e/o gestite sul territorio (rifugi, centri visita, musei ecc.) e per la progettazione di nuove attività, ovviamente da condividersi con le strategie di sviluppo regionali.

– Federparchi insiste infine sulla realizzazione concreta dell’Itinerario Cicloturistico dei Parchi Liguri, proposta da noi presentata ad aprile 2021, approvata all’ unanimità dal Consiglio Regionale (luglio 2021), rielaborata e perfezionata efficacemente da parte degli uffici regionali ma mai portata all’ approvazione della Giunta, nonostante i bassi costi di realizzazione, per un conflitto di competenze fra assessorati, privando così i nostri territori di una risorsa in più per ospitare un turismo di qualità, legato ai movimenti “slow” ed attento a natura e biodiversità, produzioni tipiche, beni storici e architettonici e tradizioni.

In conclusione Federparchi, mentre impegna i propri aderenti a lavorare con impegno e professionalità sempre maggiori per la conservazione e lo sviluppo sostenibile dei propri territori, chiede a chi si candida a governare per i prossimi 5 anni la Regione Liguria la concreta istituzione di un vero e proprio “sistema delle aree protette” da consultare, utilizzare e valorizzare come cardine del proprio sviluppo, in particolare nelle aree interne, e da esibire come un proprio “distintivo” in una promozione turistica che guardi non solo ai filoni tradizionali ma anche alle nuove prospettive del turismo di qualità”.

Roberto Costa, consigliere Nazionale Federparchi e coordinatore Federparchi Liguria



 

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