Assalto eolico in Sardegna: l’intervista all’ingegnere industriale Giovanni Cossu
La transizione energetica, avviata dal governo Draghi e proseguita con Pichetto Fratin, è un tema di grande rilevanza. Le modalità di impostazione appaiono insostenibili per la Sardegna. A sostenerlo è l’ingegnere industriale Giovanni Cossu ai microfoni di Radiolina e nel corso di una recente intervista per L’Unione Sarda. L’ingegnere ha spiegato l’assalto eolico in atto in Sardegna, illustrando i rischi e le criticità del piano durante un’audizione alle Commissioni quarta e quinta del Consiglio regionale lo scorso giugno: “Non è una proposta ma un’imposizione. La transizione viene realizzata mediante la costruzione di nuovi impianti che non sono assolutamente coerenti con i consumi attuali, le richieste future e le previsioni dei gestori dei servizi elettrici”, ha spiegato Giovanni Cossu.
Pale eoliche – Unsplash
La situazione energetica della Sardegna
Secondo i dati ufficiali di Terna aggiornati al 2022, la Sardegna produce già il 36% della sua energia da fonti rinnovabili, con 1.357,2 gigawattora (GWh) provenienti dal fotovoltaico e 1.660 GWh dall’eolico. Questi due settori contribuiscono rispettivamente al 16,73% e al 20,46% del totale energetico isolano, pari a 13.395 GWh. Di questi, 8.112 GWh sono consumati localmente, mentre il restante 40% viene esportato attraverso infrastrutture come i cavi Sapei e Sacoi.
Il problema dei 6,2 gigawatt aggiuntivi
Il piano attuale prevede l’installazione di ulteriori 6,2 gigawatt di potenza da fonti rinnovabili, un incremento del 280% rispetto alla capacità attuale. Cossu critica questa scelta, definendola insostenibile e priva di una reale necessità per l’Isola. Infatti, la Sardegna è già vicina all’obiettivo del 40% di energia rinnovabile fissato per il 2030. Questo aumento non risponde a un fabbisogno energetico interno, ma sembra essere motivato da logiche speculative.
Assalto eolico in Sardegna: la criticità del Tyrrhenian Link
Un altro punto controverso è il Tyrrhenian Link, il nuovo cavo sottomarino che collegherà la Sardegna alla Sicilia, con una potenza di targa di 1.000 megawatt. Cossu evidenzia come la dispersione energetica su questo cavo potrebbe superare il 33%, considerando sia la perdita per chilometro che quelle legate alla conversione dell’energia da corrente alternata a corrente continua e viceversa. A pagarne le conseguenze sarebbero i cittadini, attraverso un sovraprezzo in bolletta per coprire le perdite.
Intervista a cura di Alessandra Carta
Caffè Corretto del 03-09-2024
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