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Roma, 4 settembre 2024 – Il governo punta a ampliare il sostegno a famiglie e natalità. E su questa priorità sono tutti d’accordo nella maggioranza. Peccato, però, che solo per rinnovare le attuali misure dedicate ai due ambiti in scadenza a fine anno servano almeno 19 miliardi di euro sui complessivi 55 miliardi che rappresentano il valore dei principali interventi diretti e indiretti dei due settori di spesa pubblica.

Young happy family playing with wooden blocks at home. Focus is on man.

Si comprende, dunque, come tra via Venti Settembre, il Ministero della Famiglia e Palazzo Chigi sia in corso un negoziato senza risparmio per recuperare le risorse necessarie per portare avanti quella politica pro-natalità e pro-famiglia alla quale tengono la premier e la Ministra Eugenia Roccella. E non è da escludere che, per potenziamenti e rafforzamenti delle iniziative in campo, si possa decidere di utilizzare allo scopo quel miliardi di euro che deriverebbe dai fondi non spesi nel sociale.

Le misure chiave: Irpef e cuneo

Rientrano nell’ambito del capitolo famiglia da rifinanziare innanzitutto le due misure chiave della manovra dello scorso anno: il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione di scaglioni e aliquote Irpef. Solo il primo intervento vale circa 11,7 miliardi l’anno, mentre per la seconda voce servono altri 4,3 miliardi. Ma non è finita. Perché nelle intenzioni del governo lo sconto sulle imposte dirette dovrebbe riguardare anche i contribuenti fino a 50-60 mila euro di reddito: il che comporterebbe il reperimento di altre risorse aggiuntive.

Il bonus mamme

La decontribuzione del 100 per cento a favore delle mamme lavoratrici con figli è finanziata anche per il prossimo anno, ma non interamente: continua come è oggi solo per le lavoratrici con almeno tre figli. Per prorogare la misura anche per chi ha due figli servono ulteriori risorse. La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, spinge, a sua volta, perché lo sgravio venga esteso anche alle lavoratrici autonome: un segnale d’attenzione anche al mondo delle professioniste e delle partite Iva.

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Incentivi per badanti e bonus psicologo

In gioco c’è anche la richiesta di rifinanziare il bonus psicologo. Come anche di estendere il nuovo esonero contributivo di massimo 3 mila euro annui per 24 mesi, destinato agli ultra 80enni con Isee basso che oggi ha non più di 20 mila destinatari. In ballo anche altre conferme e proroghe: dalla riduzione del canone Rai all’innalzamento della soglia di esenzione per i fringe benefit al rifinanziamento del Fondo mutui per la prima casa.

Più congedi parentali

Non mancano, almeno ai nastri di partenza della corsa verso la manovra, le volontà politiche di ampliare i congedi parentali (nel 2025 la seconda mensilità tornerà al 60% dello stipendio, innalzata all’80% con la scorsa legge di Bilancio) e il bonus nido. In particolare, si cerca di allargare la platea raggiunta dalla quota massima di quest’ultima misura, finanziata a regime ed elevata lo scorso anno a 3.600 euro l’anno per i figli successivi al primo.

L’assegno unico tra conferme e ritocchi

Ultimi, ma non ultimi, i nodi da sciogliere relativi all’Assegno unico. Da un lato c’è il rischio della procedura di inflazione da parte della Ue per la mancata previsione dell’Assegno per i figli di migranti regolari che hanno i figli nei Paesi di origine.

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Dall’altro, l’ipotesi allo studio di non far pesare nel calcolo Isee almeno per le famiglie numerose il valore dell’Assegno. Una scelta che consentirebbe così a tutte le famiglie con tre o più figli di poter accedere anche ad altre agevolazioni (oggi escluse perché richiedono un Isee più basso).

 

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