In-canto è il titolo dell’esposizione multimediale che Santina Ricupero ha progettato per L’Oratorio Villa Simion e l’Oratorio Santa Maria Assunta, due spazi espositivi per l’arte contemporanea a Spinea (VE). La mostra, a cura di Gabriele Salvaterra, è promossa dal Comune di Spinea nell’ambito del Progetto Teatro Naturale, organizzato in collaborazione con il Comune di Santa Maria di Sala e il contributo della Fondazione di Venezia.
Nell’Oratorio Santa Maria Assunta colpisce l’impatto dell’installazione in cui è protagonista un tronco di glicine, tagliato da oltre tre anni, la cui superficie e forma si è modificata per gli agenti atmosferici e il tempo, capace ancora di trasmettere forza, vitalità e carattere.
Il tronco è adagiato su vecchi specchi recuperati e appannati che restituiscono la sua immagine alterata ma anche una visione di noi stessi che, seppur, offuscata e distorta, è capace di trasmetterci qualcosa di molto intimo.
Dell’installazione fanno parte un disegno a carboncino come pala d’altare, dei collage ispirati alla forma del glicine, i calchi che testimoniano una delle fasi del processo di ottenimento dei positivi, e le sculture di resina di alcuni rami della pianta. Questi ultimi, appesi al soffitto ci ricordano le potature e le mutilazioni che la pianta ha iniziato a subire prima del taglio totale.
L’esposizione dell’Oratorio Villa Simion ha maggior carattere documentario ed espone fotografie, un breve video del taglio, disegni a carboncino e qualche collage.
L’elemento sonoro, La voce del glicine, composizione per voce e violoncello che la violoncellista Anna Campagnaro ha dedicato al glicine morente, accomuna le due sezioni della mostra.
“Tutti questi lavori confermano una volta di più l’interesse di Santina Ricupero per l’ambiente naturale, come il suo peculiare modo di osservarlo sempre per frammenti e piccoli dettagli che restituiscono un’immagine generale soltanto dopo essere stati ricomposti e ricostruiti con una certa operazione attiva da parte dall’osservatore. Anche l’elemento temporale continua a essere centrale nella sua ricerca. Il riferirsi alle piante risponde alla necessità di rapportarsi con un altro tempo in cui le modifiche appaiono più lente e sedimentate ma che, se solo confrontate con differenti orizzonti di misurazione (centinaia e migliaia d’anni), acquistano una fluidità tipica dei materiali scultorei tradizionali come terracotta, resina o bronzo in fusione“.
(Dal testo critico Santina Ricupero Specchio Vegetale, di Gabriele Salvaterra.)
Il catalogo della mostra in-canto, edito da Turato editore, Rubano (PD) offre un’ampia documentazione dell’esposizione, con il testo critico di Gabriele Salvaterra e un’intervista di Armida Gandini a Santina Ricupero.
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