Dopo il ritiro da Reggio Calabria, i tedeschi si erano accampati tra Taurianova e Cittanova, avevano pensato ad una controffensiva da attuare a Gallico e in Aspromonte, ma il generale tedesco Kesselring ordinò il 4 settembre il ritiro su Castrovillari nella preoccupazione di uno sbarco alleato alle spalle che avrebbe isolato le due divisioni che nella loro ritirata stavano distruggendo al loro passaggio infrastrutture e ponti in modo da rallentare l’avanzata alleata.
Gli unici episodi di resistenza furono quelli del V stormo dell’aviazione italiana che vide la morte del Maggiore Cenni e di altri piloti. E in Aspromonte l’operazione del reggimento Nembo nel tentativo di liberare il Capitano Conati che era stato catturato dai canadesi e che portò alla morte del Capitano Picoli e al ferimento del tenente Romanato, del reggimento Nembo, il primo rimasto ucciso e il secondo gravemente ferito, nel tentativo di liberare il Capitano Conati del reggimento Nembo che era stato catturato dai canadesi.
La strage di Rizziconi avviene il 6 settembre 1943 quando per rispondere al sabotaggio di alcuni cittadini di Rizziconi che avevano tagliato i fili del telegrafo interrompendo le comunicazioni i tedeschi aprirono il fuoco con i cannoni dei loro carri armati sul paese. La strage fu compiuta dal 29^ Panzergrenadier divisione del generale Walter Fries. Rizziconi fu sottoposta ai bombardamenti per un pomeriggio intero quasi fino all’alba. Alla fine si contarono 17 morti e 56 feriti. Una strage di bambini, donne e anziani senza alcuna giustificazione (tra l’altro eravamo ancora alleati dei tedeschi) di cui si è persa la memoria e non risulta nemmeno nel registro dei crimini di guerra. Abbiamo raccontato della strage di Carasace a Mileto fatta dagli aerei alleati il 19 luglio dopo il bombardamento dell’aeroporto di Vibo Valentia. Abbiamo raccontato dei tanti morti civili nei bombardamenti sulle principali città calabrese. La Calabria ha dato il suo contributo di sangue ma nessuno se ne ricorda. Ripetiamo: le guerre fanno schifo a prescindere delle motivazioni per cui si combattono. Certo la seconda guerra mondiale era inevitabile difronte ai crimini di Hitler e dei nazisti e poi anche di Mussolini e del fascismo, ma di pagine ingloriose e brutali ce n’è tanta traccia anche nelle azioni dei vincitori.
Come afferma, lo storico Alessandro Barbero, il nostro è un territorio difficile da conquistare, ci impieghi una vita a risalire ed avanzare. Un militare americano impegnato nello sbarco di Salerno avrebbe testimoniato: “Piove sempre. C’è una collina da conquistare, dobbiamo prendere la collina, conquistata la collina, c’è un’altra collina da conquistare…”. E così via.
Metteteci che siamo una striscia di terra a forma di penisola, stretta, montuosa, con pochissime vie di collegamento e da qui il comando da una parte di Montgomery ai battaglioni canadesi di risalire lungo la costa ionica fino a Catanzaro entro l’8 settembre e dall’altro lato la scelta del generale Dempsey (che avrebbe guidato le truppe inglesi nello sbarco in Normandia del ’44) che il 6 settembre ordinò alla 231^ Brigata, detta Brigata Indipendente, di sbarcare la mattina dell’8 settembre a Vibo Marina nel tentativo di tagliare la strada alle divisioni tedesche in ritirata lungo la statale 18, e il quadro è completo.
La scelta dello sbarco tra Vibo Marina e Pizzo venne presa dopo che era stato annullato il 6 settembre lo sbarco a Gioia Tauro a causa del cattivo tempo. Quindi nella notte tra il 7 e 8 settembre ci fu il tentativo di far sbarcare la 231^ brigata «Malta» sulla costa tra Vibo Marina e Pizzo.
Nel suo bel libro “Le incursioni aeree anglo-americane del 1943 su 60 città calabresi”, Filippo Bartuli scrive: “… Le località localizzate per lo sbarco furono chiamate “rossa”, “verde” e “ambra”. Il successo dello sbarco, in dubbio per alcune ore, fu assicurato da una successione di casi fortuiti”. In pratica tra un tentativo fallito, un altro in cui il mezzo anfibio si perse nella nebbia, un altro in cui il mezzo anfibio venne affondato dal fuoco di sbarramento dei tedeschi, si arriva allo sbarco di una parte delle forze di sbarco in un tratto di costa non previsto. Seguono ore drammatiche per lo scontro con i reparti III/4° rgt. paracadutisti e III/71° rgt. granatieri tedeschi in ritirata. Lo scontro con i tedeschi fu furioso sia sulla spiaggia dove, come abbiamo visto, parte delle truppe erano sbarcate, sia in mare dove i bombardieri tedeschi attaccarono l’ultimo anfibio ancora al largo.
L’ammiraglio inglese McGrigor fu ferito e nonostante il fuoco tedesco gli inglesi riuscirono a far sbarcare l’ultima unità sulla spiaggia di Vibo Marina intorno alle 14,00. Nello stesso tempo i combattimenti avvenivano anche sulla terra ferma. La fanteria tedesca riuscì a contrattaccare arrivando vicino alla spiaggia e gli alleati furono costretti a ritirarsi sul bagnasciuga. Fu una delle battaglie più violente e cruente con combattimenti ravvicinati, spesso corpo a corpo. I feriti e i morti sulle spiagge furono numerosi. La situazione volse dalla parte degli inglesi quando intervennero 23 Kittyhaws dell’aviazione inglese che coprirono l’avanzata delle truppe inglesi. L’attacco tedesco non ebbe successo e verso l’imbrunire l’intera colonna tedesca si ritirava verso nord. Gli inglesi contarono 200 morti e non si è mai saputo a quanto ammontarono i morti in campo tedesco che ammisero soltanto la distruzione di 11 pezzi d’artiglieria e di nove veicoli.
Nelle sue memorie il colonnello Molony scrisse: “ll nostro sbarco a Porto Santa Venere in Calabria fu una operazione eccezionalmente sanguinosa; rispetto a questo, lo sbarco di Anzio fu come atterrare sopra un pezzo di torta. In quell’occasione abbiamo anche catturato un paio di ufficiali tedeschi in una casa, in pigiama. Fu comunque uno sbarco terribile quello di Porto Santa Venere: ricordo le quattro notti trascorse incastrato tra due blocchi di cemento, mentre cadevano colpi di mortaio tedesco e razzi luminosi, anche se realisticamente mi sentivo piuttosto contento nello scoprire che non ero terrorizzato”.
Lord Healey esercitò l’incarico di Beachmaster (comandante) per cinque mesi nel Porto Santa Venere nei mesi successivi prima di essere chiamato a guidare lo sbarco di Anzio. Divenne nel dopoguerra uno dei politici più famosi in Inghilterra. Ha ricoperto il ruolo di Ministro della Difesa dal 1964 al 1970 e, successivamente, quello di Cancelliere dello Scacchiere dal 1974 al 1979. Nel 1992 è diventato Pari del Regno Unito con il titolo di Barone Healey di Riddlesdene; da allora è membro della Camera dei Lords. È stato sconfitto due volte (1976,1980) nel voto per la leadership del Partito Laburista. Don Costa, parroco di Vibo marina, la sera dell’ 8 settembre, davanti allo scenario di centinaia di morti, al suo aiutante, che gli chiedeva se avesse dovuto benedire i morti inglesi o quelli tedeschi, rispose: “Il Signore non fa distinzione di divise, bisogna benedire tutti”.
L’importanza dell’operazione Ferry sta nel fatto che accelerò la ritirata delle truppe tedesche dalla Calabria e impedì eventuali reazioni sanguinarie sulla popolazione da parte dei tedeschi. Siamo all’8 settembre, alle ore 19,45 sarebbe stato reso pubblico l’armistizio di Cassabile tra l’Italia e gli alleati con la nostra resa incondizionata. Vibo Valentia sarà liberata l’8 settembre, Catanzaro il 9 settembre, Crotone il 12 settembre, Cosenza il 14 settembre. Sempre il 14 settembre sarebbe stato liberato il Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. Nel campo al momento della liberazione erano presenti 2.020 internati: ebrei, zingari, slavi, greci, cinesi, francesi, furono i primi a essere liberati nel corso la Seconda guerra mondiale. Lo sbarco degli alleati a Salerno sarebbe avvenuto il 10 settembre,
Pino Tassi
PS. Ringrazio IACCHITE’ E IL DIRETTORE per l’ospitalità e la pubblicazione dei miei articoli su un argomento di cui si sta perdendo tragicamente il ricordo. E naturalmente un grazie a tutti gli storici che sono stati fonte preziosa di approfondimento. In particolare: Filippo Bartuli, Giuseppe Marciano’, Nando Castagna. Un ricordo per lo scrittore Giuseppe Occhiato che ha scritto pagini memorabili sull’eccidio di Carasace e non solo.
- Lo sbarco degli alleati in Calabria: 3 settembre 1943
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