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Sulla scuola il Pnrr è bocciato, almeno per il momento. Sì, perché malgrado la pioggia di fondi stanziati per il comparto, oltre 17 miliardi di euro, in Sicilia e nel Mezzogiorno “c’è il rischio che molte province continuino a rimanere indietro”. Inoltre, a dispetto della regola che impone di destinare al Meridione almeno il 40% dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sul comparto scuola “alle regioni del Sud e Isole è stato destinato il 38,1% delle risorse, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti”. Sono le considerazioni messe nero su bianco da Save the Children nel rapporto “Scuole diseguali”. Il Mezzogiorno, si sottolinea nel documento, partiva svantaggiato. “Le regioni italiane del Sud e delle Isole conoscono livelli di dispersione scolastica tra i più alti nel contesto europeo. La Sardegna registra un tasso di ESL (Early School Leaving, abbandono prematuro della scuola, ndr) del 17,3%, la Sicilia del 17,1% e la Campania del 16%”. Proprio per questo, sfruttare il Pnrr è una necessità, per cercare di rimettersi in pari.

Numero di interventi PNRR per l’estenzione del servizio mensa e del tempo pieno ogni 10.000
studenti, per provincia (%) – Anno 2024

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Scuola, i fondi del Pnrr al Sud e in Sicilia

Il rapporto tiene conto di tre parametri principali per esaminare la situazione delle scuole e l’impatto del Piano: mense, palestre e tempo pieno. Sulle prime, la situazione della Sicilia è particolarmente grave. A livello nazionale infatti usufruiscono della mensa “il 36,9% degli alunni e delle alunne delle scuole statali”, ma ad Agrigento, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, la copertura non arriva neppure al 10%”. L’unica provincia ad avere risultati simili è Foggia, in Puglia, ma in generale “nelle regioni meridionali in larga parte vedono percentuali di alunni che usufruiscono del servizio di refezione inferiori alla media nazionale“. Viceversa, “le province con percentuali superiori al 50% di accesso al servizio si concentrano nelle regioni del Centro e del Nord Italia“, con coperture che in alcuni casi “raggiungono il 70% o oltre (ad esempio le province di Biella e Monza e della Brianza) e nel caso della Provincia Autonoma di Trento la copertura raggiunge ben il 91,3%”. E ciò malgrado le risorse messe sul tavolo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Distribuzione delle risorse e degli interventi PNRR (Missione 4C1 Inv. 1.2) per l’estensione del
servizio mensa e tempo pieno, tra le province con minore e maggiore offerta di servizi – Anno 2024

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La situazione delle mense scolastiche nel Paese

Le sei province con copertura mensa inferiore al 10%, Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, “hanno ricevuto finanziamenti per 49 progetti di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione, per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro”. Conti alla mano,”2,1 progetti ogni 10 mila studenti”. Le sei province con copertura superiore al 65%, Trento, Biella, Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano, “beneficiano di un finanziamento maggiore, di 30 milioni, per 34 progetti”. Una media di “1,8 progetti ogni 10 mila studenti”. Numeri quasi uguali, “che rischiamo di non avere un impatto sulle disuguaglianze già esistenti“. Anche la distribuzione dei finanziamenti tra le province più bisognose appare sbilanciata. “Palermo, infatti, ha ricevuto fondi per circa due milioni di euro (sei interventi; ovvero meno di uno ogni 10 mila studenti), mentre Foggia, nonostante la percentuale di alunni che usufruiscono del servizio mensa sia molto simile, ha ricevuto quasi 6,5 milioni per 18 interventi, ovvero 4,2 ogni 10 mila studenti”.

Numero di interventi PNRR per il potenziamento delle strutture sportive a scuola ogni 100 scuole,
per provincia (%) – Anno 2024

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Tempo pieno, Mezzogiorno in ritardo

Nelle spese per l’incremento del servizio mensa rientrano anche gli interventi sul tempo pieno. Nessuna sorpresa che la situazione sia più difficile nel Mezzogiorno. “Nelle province di Palermo, Catania e Siracusa meno dell’8% delle classi offre il tempo pieno o prolungato, a Ragusa l’8,6%, ad Agrigento il 12,9% e a Foggia il 16,4%”. Numeri molto diversi al Nord, per esempio “nella Provincia Autonoma di Trento, Milano, Monza e della Brianza“, dove il tempo pieno è offerto “in più del 65% delle classi”. Inferiore, ma pur sempre molto maggiore rispetto al Sud e alle Isola, la percentuale di “Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Udine, che oscillano tra il 35,6% e il 42,2%”. Anche a fronte di questi numeri le risorse per il Mezzogiorno appaiono sono modeste. Per questo nel rapportò si legge che “anche l’estensione del tempo pieno nelle scuole richiede un adeguamento delle risorse. Per coprire i costi del personale e la gestione delle strutture durante i pomeriggi. Una questione che apre riflessioni sull’effettiva implementazione dei servizi nel prossimo futuro”.

Distribuzione delle risorse e degli interventi PNRR (Missione 4C1 Inv. 1.3) per il potenziamento
delle strutture sportive a scuola, tra le province dove è più bassa o alta la percentuale di scuole con
palestra – Anno 2024

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Diseguaglianze (anche) sulle palestre

Le cose sembrano andare diversamente per le palestre. In questo caso le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30%, Messina, Reggio Emilia, Ferrara, Palermo, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Catania e Vibo Valentia, “hanno ricevuto risorse per circa 51 milioni e 330 mila euro per 72 progetti, ovvero tre ogni 100 scuole”. Le province con percentuale di palestre superiore al 65%, Prato, Barletta-Andria-Trani, Firenze, Savona, Genova, Lecce, Grosseto, Taranto e Siena, “catalizzano circa 17 milioni e 600 mila euro per 21 progetti, vale a dire 1,3 ogni 100 scuole”. La proporzione sembra corretta, ma ancora una volta è la distribuzione a sorprendere. “Per esempio Crotone da sola raccoglie circa 14 interventi (7,8 progetti ogni 100 scuole). Mentre Palermo, dove maggiore è il numero di studenti e istituzioni scolastiche, sono solo sei gli interventi avviati (1,1 ogni 100 scuole)”. C’è anche chi sta peggio. “Province come Rimini o Gorizia, con meno di un terzo di scuole con la palestra, non hanno ricevuto alcun finanziamento”.



 

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