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Il Bonus 100 euro, annunciato ad aprile e conosciuto anche come Bonus Befana, potrebbe essere anticipato e aumentato per il ceto medio. Il governo sta infatti valutando di anticiparne l’erogazione nelle tredicesime del 2024 per aiutare le famiglie in un periodo, quello natalizio, di particolare pressione finanziaria.

Il Bonus riguarderebbe le famiglie con un reddito entro i 28.000 euro, che riceverebbero forse anche più di 100 euro aggiuntivi nella busta paga della tredicesima, a dicembre. La misura rientra nell’ottica del governo di aiutare le famiglie più in difficoltà, soprattutto se hanno figli a carico.

Bonus 100 euro, chi può accedere?

L’aumento in busta paga dovrebbe essere destinato a coloro che nel 2024 rispettano i seguenti requisiti:

  • reddito complessivo non superiore a 28.000 euro;
  • coniuge non separato e (almeno) un figlio entrambi a carico. In alternativa, il richiedente dovrà avere almeno un figlio a carico, nel caso in cui l’altro genitore manchi o non abbia riconosciuto il figlio. In questo caso, il richiedente non deve essere coniugato o, se coniugato, deve essersi successivamente separato. Il richiedente dovrà avere almeno un figlio a carico anche se ci sono figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente e questi non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato;
  • l’imposta lorda viene determinata sui redditi da lavoro dipendente, percepiti dal lavoratore, (escluse pensioni e assegni equiparati) d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti.

In pratica, potranno ricevere il Bonus 100 euro i nuclei monogenitoriali e i dipendenti che hanno un coniuge e almeno un figlio o una figlia a carico, sempre entro i 28.000 di reddito annuo.

Aiutare le famiglie e il ceto medio

Le mosse del governo, al lavoro per la Manovra 2025, partono da due convinzioni: il ceto medio è troppo tassato; gli attuali incentivi alla natalità non sono sufficienti.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, conferma le priorità dell’esecutivo in vista della Legge di Bilancio: “Agiremo in continuità con quanto fatto in questi due anni, guardando sempre all’equilibrio dei conti pubblici”.

Sul Bonus Befana dice: “Non escludiamo che il bonus da 100 euro previsto a gennaio per le famiglie possa essere rivisto e anticipato nel 2024 sostanzialmente implementando le tredicesime di questo anno. Vogliamo sostenere le famiglie, soprattutto in un momento particolare dell’anno”.
Chiaramente, per quanto utile, si tratterebbe di una misura spot, utile per il breve periodo, ma che non cambia la situazione delle famiglie durante l’anno. Per questo, l’obiettivo del Mef è confermare le principali misure adottate con la scorsa Manovra per sostenere le famiglie.
Tra le conferme più attese c’è il taglio del cuneo fiscale. Già previsto per il 2024, sarà esteso anche al 2025 e riguarderà circa 14 milioni di lavoratori, con una riduzione dei contributi previdenziali di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25 mila euro e di 6 punti per quelli fino a 35 mila euro. Il taglio ha un costo stimato di 9,4 miliardi di euro e si traduce in un aumento dello stipendio netto di circa 100 euro al mese per circa 14 milioni di lavoratori.
Parallelamente, il governo confermerà anche la riduzione dell’Irpef, passata da quattro a tre aliquote, forse con qualche ritocco. Senza modifiche la conferma varrebbe circa 4 miliardi di euro.

Se la conferma del taglio è l’obiettivo, la riduzione della seconda aliquota è il ‘sogno’. Parte della maggioranza, soprattutto la Lega, spinge per una riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% e dell’estensione del tetto del secondo scaglione fino ai 60 mila euro annui. Oltre, scatterebbe il terzo e ultimo scaglione con un’aliquota del 43%. Questa nuova misura coinvolgerebbe circa 8 milioni di lavoratori, il cosiddetto ceto medio, con un costo ulteriore di circa 4 miliardi.

L’obiettivo principale, nonché la ratio della Manovra, sarà quello di aiutare le famiglie con figli, anche a discapito di quelle senza figli. D’altronde le maglie sono strette; le risorse totali a per la Manovra sono 25 miliardi di euro.

Un elemento, quest’ultimo confermato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo in un’intervista al Messaggero: “Siamo consapevoli che la classe media ha un livello di tassazione troppo alto, perché chi guadagna fino a 50mila euro l’anno non può certo considerarsi ‘ricco’. Abbassare le tasse al ceto medio è necessario, ma lo si deve fare con risorse da individuare”.

Diverse strade per favorire la natalità

L’ipotesi di anticipare (e forse aumentare) il Bonus 100 euro aiuterà qualche famiglia ad affrontare i puntuali conguagli fiscali di fine anno, qualcun’altra a fare i regali di Natale con più serenità, per la gioia dei figli.
Prima e dopo dicembre, però, ci sono altri undici mesi e le difficoltà dei nuclei con figli si fanno sentire. Per non parlare delle difficoltà delle famiglie numerose, che hanno almeno tre figli: per loro gli effetti dell’inflazione sono moltiplicati. La crisi demografica dice che c’è ancora tanta strada da fare per tornare a riempire le culle italiane: “Ci sono diverse strade: o potenziare l’assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli. L’obiettivo è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario”, conferma il viceministro Leo.

Per rendere strutturale, o quanto meno solido, il sostegno alle famiglie serve un’economia forte, che passa da un buon livello di occupazione. “Ridurre le tasse è un passo nella giusta direzione – afferma Leo – ma per avere un impatto reale e duraturo, bisogna anche lavorare su una riforma complessiva del sistema fiscale che garantisca maggiore equità e sostenga la crescita economica”.

L’idea dell’esecutivo è quella di continuare con la politica per cui le imprese più assumono, meno pagano. “Abbiamo introdotto una super deduzione del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, pari al 120% per tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato, che arriva fino al 130% per chi assume mamme, under30, ex percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità. Sull’Ires ci stiamo lavorando. Il Cdm ha approvato in prima lettura il decreto e, come sempre fatto fin qui, ora apriremo il confronto in sede Parlamentare per raggiungere il migliore risultato possibile”, conferma il viceministro.

Ora è tempo di calcoli e di aggiustamenti, ma la direzione è chiara: la priorità assoluta sarà sostenere le famiglie con figli e del ceto medio. Meglio ancora se soddisfano entrambi i requisiti come per il Bonus 100 euro, che a dicembre potrebbe rendere aiutare a rendere l’albero di Natale più bello. Ma non a tenerlo in vita tutto l’anno.

 

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