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Dichiarazioni Irpef sempre più basse. Il reddito degli italiani è in declino costante da almeno un decennio e la curva si sta appiattendo inesorabilmente verso il basso per milioni di contribuenti.

E’ lo spaccato di un Paese in declino che non riesce a riprendersi dalla crisi del 2008-2009. Da un lato c’è un quadro economico difficile da rovesciare, con tanta disoccupazione e sempre meno posti di lavoro. Dall’altro un fisco sempre più pressante da togliere il fiato.

Irpef, metà contribuenti sotto 17.000 euro

Ma veniamo ai numeri.

Con riferimento al periodo d’imposta 2018, si può osservare come la distribuzione dell’Irpef si sia decisamente schiacciata verso il basso. Con un reddito dichiarato dalla metà dei contribuenti italiani non superiore a euro 16.795 euro e con solo lo 0,1% che dichiara più di 300.000 euro.

Amaro spaccato della realtà fiscale tracciato da Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, nel corso di un’audizione presso le Commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato.

Un’audizione richiesta dal Parlamento alla vigilia di una grande riforma fiscale che vedrà la luce quest’anno. Quindi un parere in merito all’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario. Nel 2018, ha detto Ruffini:

i contribuenti Irpef sono stati circa 41,4 milioni e il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 880 miliardi di euro, per un’Irpef incassata dallo Stato pari a circa 194 miliardi di euro, a fronte di incassi complessivi per il bilancio dello Stato di circa 482 miliardi di euro“.

84% redditi Irpef da pensionati e dipendenti

Per quanto riguarda la tipologia di reddito dichiarato – ha precisato Ruffini – l’84,1% detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione (21,2 milioni di contribuenti hanno in prevalenza redditi da lavoro dipendente 13,5 milioni redditi da pensione).

Solo il 6,3% ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, compreso anche quello in regime forfetario e di vantaggio.

Mentre la percentuale di coloro che detengono in prevalenza reddito da fabbricati è pari al 4%.

Dati quindi nel complesso molto attendibili, visto che notoriamente quelli da lavoro autonomo si prestano maggiormente a fenomeni di evasione fiscale.

Metà degli italiani non dichiara nulla

Stando, inoltre, a un’indagine condotta da Itinerari Previdenziali, circa la metà degli italiani non dichiara nulla. Quindi risulta che metà della popolazione non versa nemmeno un euro di Irpef poiché non ha reddito.

Dati sempre riferiti al 2018 e pertanto non ancora influenzati dalla crisi pandemica Covid-19. In buona sostanza, l’Italia è sostenuta da chi ha redditi dai 35 mila euro in su. Questa classe media versa il 58,9% dell’Irpef e risulta essere la più tartassata. Il problema è che costoro rappresentano appena il 13% dei contribuenti.

In conclusione, se metà dei contribuenti dichiara fino a 17 mila euro e versano appena il 2,4% di tutta l’Irpef, il resto del gettito pesa su chi guadagna di più. Chi percepisce redditi intorno a 35 mila euro annui è letteralmente tartassato nel nostro sistema fiscale. Costoro difficilmente possono beneficiare di forme di agevolazioni (ticket sanitari, bonus, trasporti, ecc.) a fronte delle imposte versate. Mentre chi sta sotto tale soglia ne ha a disposizione una infinità, senza che poco o nulla  venga fatto per accertarne il reale bisogno.

 

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