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LIVORNO. «La mia è una proposta di civiltà per andare incontro alle esigenze di tante famiglie di oggi dove entrambi i genitori lavorano: non tutti hanno una rete di supporto che può aiutare dopo la nascita di un figlio, per cui si lavora sostanzialmente per potersi permettere babysitter o nidi privati con uscite prolungate». Ne è convinta Raffaela Costa, mamma 40enne e dipendente comunale con un passato da avvocata che il 5 settembre lancia una petizione specifica. Di interesse collettivo. Destinatario il Comune di Livorno: “Estendere l’orario di servizio nei nidi e nelle scuole d’infanzia comunali”. La raccolta firme virtuale sulla piattaforma change.org guarda ai bambini piccoli.

Abbraccia le crescenti necessità della vita moderna. Tiene conto delle dinamiche familiari di molti, dove troppo spesso – in mancanza del supporto dei nonni – sono le donne a dover rinunciare magari ad aspirazioni lavorative e carriera per prendersi cura dei propri figli.

Ad oggi le firme raccolte sono 51. L’obiettivo è quello di arrivare a 500 firme per portare la questione all’attenzione e alla discussione del consiglio comunale. La proposta di Costa è anche un modo per far riflettere le istituzioni sulle “nuove” necessità. Ed invitarle a costruire risposte adeguate. «Parto dal presupposto che i servizi comunali per l’infanzia a Livorno sono di grandissima qualità e oggi sarebbe importante per il Comune costruire una proposta di estensione dell’orario di uscita, magari fino alle 18 come fanno in tanti Comuni tra cui Pistoia: ovviamente si tratterebbe di un servizio a disposizione per chi ne fa richiesta, con un contributo economico e magari prevedere agevolazioni su base Isee», continua lei che ci tiene a sottolineare che ha lanciato la petizione in maniera disinteressata.

«Personalmente ho una bambina di 3 anni e posso contare sull’aiuto dei nonni: non si tratta di una iniziativa che parte da esigenze personali, ma guardandomi intorno, parlando con tante mamme viene sempre più forte a galla questa esigenza. In Italia, circa il 47% delle famiglie ha bisogno di servizi di assistenza all’infanzia a lungo termine ogni giorno (Istat, 2018). Stiamo parlando di quasi la metà delle famiglie nel nostro paese. Sono fermamente convinta che la soluzione migliore non sia quella che preveda che un genitore smetta di lavorare per l’accudimento e solitamente, non siamo ipocriti, nella stragrande maggioranza dei casi sono le donne. Smettere di lavorare deve essere una scelta libera di madri e padri, non una necessità. Questa è chiaramente una questione importante che richiede la nostra attenzione». La petizione online andrà avanti fino al 4 novembre, il link è https://chng.it/SYY9rVxFLP

L’appello di Costa è chiaro. E, come dice lei, non si tratta di “parcheggiare” i bambini. Si tratta di allineare gli orari di uscita di oggi (15,30) con quelli del mondo del lavoro dei genitori. Senza sacrificare aspettative e carriere magari di tante mamme. Costa porta l’esempio del Comune di Pistoia per articolare concretamente la proposta: tre fasce di uscita dalle 15,30 alle 16,30; dalle 15,30 alle 17,30; dalle 15.30 alle 18, dal lunedì al venerdì. Ovviamente a Livorno potrebbe essere la classica uscita 14,45-15,30, eventualmente 15,45-16,30 e infine 16,45-18.

«Sarà il Comune a stabilire gli orari, sono solo esempi: sicuramente il prolungamento orario di uscita sarebbe un grande aiuto per le famiglie, favorendo l’occupazione dei genitori e garantendo un benessere psicofisico ai bambini in contesti di qualità: a chi banalmente parla di prolungare un parcheggio per i bambini, rispondo che nei servizi comunali c’è personale altamente qualificato a garanzia della qualità e della sicurezza». E chiude: «Ovviamente per tutte quelle famiglie che non hanno bisogno di prolungare l’orario non cambierebbe niente».

LA RISPOSTA DEL COMUNE: CONDIVIDIAMO. LO FAREMO

«È una necessità che condivido e che, come amministrazione, abbiamo sposato e inserito negli impegni di mandato». Non ci pensa due volte l’assessora all’Istruzione Libera Camici. E lei da mamma e da amministratrice pubblica vive sulla sua pelle l’esigenza emersa anche nella petizione lanciata il 5 settembre di adeguare gli orari di uscita di nidi e scuole dell’infanzia comunali ai tempi moderni. Alle esigenze di tante famiglie dove entrambi i genitori lavorano: l’uscita dei piccoli alle 15,30 per molti genitori, oggi, diventa uno “schema vecchio” che crea spesso problemi organizzativi e logistici ai singoli nuclei familiari. Soprattutto in assenza di una rete di aiuti. «Si tratta di un servizio che a livello di orari è immutato da troppo tempo e ha evidenti necessità di essere adeguato per conciliare gli attuali tempi di famiglia, vita e lavoro». Conciliare, dare supporto, andare incontro alle richieste dell’utenza: l’amministrazione sta pensando a come riorganizzare i servizi esistenti. «Nessuno mette in dubbio la qualità dei nostri servizi ma è evidente che l’orario non è più funzionale». E scandisce quali saranno le tappe di questa progressiva riorganizzazione, che ovviamente sarà portata avanti in condivisione col personale. «Utilizzeremo questo anno scolastico per cominciare a costruire un percorso condiviso – spiega – Pensiamo a una piccola compartecipazione da parte delle famiglie che ne faranno richiesta e abbiamo pensato anche a come diversificare le attività da proporre in modo da non appesantire i bambini ma permettere loro di vivere l’ambiente in modo differente, e proporre laboratori di inglese, teatro, pittura, disegno, propedeutica musicale e sportiva. Ovviamente con personale che sarà selezionato dal soggetto pubblico per garantire qualità e sicurezza alle famiglie e tutto differenziato per fasce d’età».

Camici ricorda che alla fine dei cicli di nido e infanzia il Comune ha fatto una indagine tra le famiglie e tra le domande poste c’era anche quella di manifestare o meno l’esigenza di un prolungamento di orario e quali attività proporre. “Per tale progettualità – si legge tra gli impegni elencati nel mandato elettorale – l’amministrazione oltre a garantire la governance pubblica, metterà a disposizione le strutture coprendone i costi di gestione, i materiali di arredo e di gioco, contribuendo così ad abbattere le spese di compartecipazione delle famiglie”. L ’altra grande novità che partirà dalla prossima estate sarà il “Servizio estivo per la fascia 0-3”. «Individueremo le strutture più idonee dove attivare questa sperimentazione, prevedendo una compartecipazione di risorse comunali per calmierare le rette sulla base degli scaglio Isee: vogliamo partire già la prossima estate», chiude Camici.

 

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