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Udine – Le imprese commerciali del comune di Udine esprimono il proprio disagio di fronte all’aumento della microcriminalità e ai suoi impatti sociali ed economici.

In occasione della presentazione del rapporto di ricerca condotto da Confcommercio Udine in collaborazione con Format Research, svoltasi presso la sede di Confcommercio Udine lo scorso 24 settembre, il vicepresidente nazionale e presidente provinciale di Confcommercio, Giovanni Da Pozzo, ha sottolineato come il tema della sicurezza sia al centro delle preoccupazioni degli imprenditori locali.

Durante la conferenza il direttore scientifico di Format Research, Pierluigi Ascani, ha illustrato i dati emersi dallo studio, evidenziando un netto peggioramento del “sentiment” degli imprenditori in relazione alla sicurezza pubblica.

Un clima di crescente insicurezza

Dal rapporto emerge un quadro preoccupante: il 40% degli imprenditori udinesi ha percepito un deterioramento della sicurezza rispetto al passato, soprattutto coloro che operano nel settore dei pubblici esercizi, come bar e ristoranti, attivi durante orari serali e notturni, quando è più probabile incontrare comportamenti molesti e atti di violenza.

Il periodo analizzato, che copre gli ultimi due anni (2023-2024), ha visto un aumento significativo di risse, schiamazzi notturni, furti, taccheggi, atti vandalici e persino aggressioni fisiche. La situazione preoccupa particolarmente gli esercenti dei bar e dei ristoranti, che risultano tra le categorie maggiormente esposte a tali fenomeni.

Le principali preoccupazioni degli imprenditori

Il report di Confcommercio evidenzia che il 39,4% degli imprenditori teme per la propria attività, in particolare per reati quali furti, rapine, atti vandalici e aggressioni. Il settore della ristorazione e dei bar è il più esposto e anche il più preoccupato. Nello specifico, il 38,7% degli intervistati ritiene che i furti rappresentino la minaccia principale, seguiti dalle truffe e frodi informatiche (28,0%) e dalle aggressioni fisiche (24,0%).

Il dato più allarmante riguarda la percezione del rischio per i commercianti e i titolari di pubblici esercizi: quasi il 59% degli intervistati ritiene che il rischio di rapine, violenze e atti vandalici sia “molto” o “abbastanza” grave. Questo scenario ha spinto molti imprenditori a investire maggiormente nella sicurezza delle proprie attività.

La risposta delle imprese e la fiducia nelle istituzioni

Nonostante l’aumento delle preoccupazioni, gli imprenditori non sono rimasti inerti. L’80% di loro ha infatti già adottato misure di sicurezza per proteggere le proprie attività. Tra le soluzioni più comuni emergono i sistemi di allarme antifurto e antirapina (52%) e la videosorveglianza (47,3%), testimonianza di quanto gli esercenti siano ormai consapevoli della necessità di tutelarsi da soli.

Parallelamente, il rapporto rileva una buona fiducia nell’operato dello Stato e delle forze dell’ordine. In caso di atti criminali, il 62,7% degli imprenditori si rivolgerebbe immediatamente alle autorità per sporgere denuncia, mentre il 42,0% farebbe comunque una segnalazione alle forze dell’ordine. Questo indica che, nonostante la percezione di insicurezza crescente, vi è fiducia nelle istituzioni deputate alla gestione della sicurezza.

Il presidente di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo

Giovanni Da Pozzo ha commentato i dati del report sottolineando come l’intento di Confcommercio non sia quello di sostituirsi alle istituzioni, ma di offrire un contributo concreto, basato sul vissuto quotidiano delle imprese locali. “Quello che diffondiamo è un contributo di Confcommercio sul sentiment delle imprese. In particolare, di quelle dei pubblici esercizi che lavorano in orari diversi da quelli del commercio e sono a stretto contatto con una platea più ampia di popolazione”, ha dichiarato. Da Pozzo ha inoltre ribadito l’importanza di trovare una “soluzione di sistema” insieme alle istituzioni e alle forze dell’ordine, piuttosto che limitarsi a proteste isolate e fini a sé stesse.

 

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