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(Adnkronos) – “Auspichiamo una virtuosa sinergia tra pubblico e privato, accreditato e non, e chiediamo che si corregga il progetto delle farmacie dei servizi e che si sospenda l’introduzione del nuovo nomenclatore, concentrando energie e risorse per aggiornare l’attuale tariffario in modo coerente con l’evoluzione tecnologica e l’aumento delle richieste, al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei cittadini”. Così all’Adnkronos Luca Marino, vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, alla vigilia della manifestazione promossa da Uap – Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, convocata a Roma per domani. “Il nostro sistema sanitario nazionale, fondato su un equilibrio tra strutture pubbliche e private, è da sempre riconosciuto come uno dei più efficienti a livello internazionale, con un impiego ottimale delle risorse – spiega Marino – Tuttavia, oggi assistiamo a una rimessa in discussione di questo equilibrio, proprio mentre il Parlamento esamina il disegno di legge sulle liste d’attesa e sulle farmacie dei servizi: due provvedimenti che impattano profondamente sul nostro settore e che possono decidere le sorti del futuro della sanità. Chiediamo chiarezza per le oltre 8.700 strutture ambulatoriali private presenti sul territorio nazionale e certezze per il futuro – aggiunge – Le strutture private accreditate e non, pur essendo state fondamentali nel ridurre le liste d’attesa, rimangono sottoutilizzate a causa di budget bloccati da oltre 10 anni. Con un minimo sforzo economico da parte del Governo si potrebbe aumentare immediatamente l’offerta di prestazioni e servizi, senza bisogno di nuovi interventi normativi”. Due i temi caldi che alimentano il dibattito nel comparto: l’ipotesi di un nuovo nomenclatore tariffario nel 2025 e il progetto della cosiddetta ‘farmacia dei servizi’. “Lo spettro dell’entrata in vigore del nuovo nomenclatore dal primo gennaio 2025, che lo scorso anno prevedeva riduzioni fino all’80% per alcune prestazioni, è ancora viva”, mette in guardia Marino. “Nonostante le rassicurazioni del Governo – rimarca – non c’è ancora stato un vero confronto sul tema e si rischia una situazione di stallo con un nuovo tariffario impraticabile per le strutture costrette a non erogare prestazioni essenziali. In un contesto in cui i costi continuano a crescere, questo provvedimento metterebbe a rischio la sostenibilità delle strutture che per anni hanno contribuito al successo del nostro sistema sanitario”. “A tutto ciò – prosegue il vicepresidente Sezione Sanità Unindustria – si aggiunge la proposta di affidare alle farmacie esami diagnostici senza le stesse garanzie offerte dai laboratori privati, accreditati e non. Circa il 70% delle decisioni diagnostiche è basata su un dato di laboratorio: affidare l’esecuzione di test alle farmacie significherebbe sottovalutare la complessità di queste operazioni e creare una disparità. Ci sarà un motivo per il quale un ambulatorio privato per accreditarsi deve soddisfare oltre 400 requisiti richiesti dal Dlgs n. 502/1992 mentre le farmacie potrebbero operare con una semplice autorizzazione comunale. Se le farmacie vogliono ampliare la loro attività e aprire centri diagnostici, devono soddisfare i requisiti previsti dalla legge vigente”, chiarisce Marino. Ecco perché anche Unindustria prenderà parte alla mobilitazione indetta per domani. “Sarò presente per ribadire l’importanza dei presidi di sanità privata sul territorio, per la garanzia di una sanità sicura, efficiente e al servizio dei cittadini. Come imprenditore che opera da oltre trent’anni in questo settore e come vicepresidente Sezione Sanità Unindustria con delega alla specialistica ambulatoriale, non mancherò di portare il mio contributo”, conclude Marino. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)



 

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