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Arrivano gli ispettori del ministero per la scuola Torre. Questa mattina, i funzionari del Corpo ispettivo del dicastero Istruzione saranno in città nell’ambito della verifica avviata sul progetto di abbattimento e ricostruzione degli storici plessi Federico Torre e Nicola Sala, per i quali è prevista la realizzazione di un unico polo didattico grazie a un finanziamento Pnrr che sfiora i 17 milioni. Stando a quanto trapelato alla vigilia, la visita ispettiva riguarderà dapprima gli uffici del settore Lavori pubblici nella struttura Impregilo, per poi coinvolgere direttamente il cantiere della Torre con un sopralluogo.

Sotto la lente dei tecnici ministeriali, verosimilmente, le questioni sollevate dagli esposti di associazioni e comitati che da tempo si battono per la profonda rimodulazione dell’intervento, invocando che non si proceda all’abbattimento delle strutture di interesse storico-architettonico e che si scongiuri l’impatto sulla vivibilità del quartiere. In particolare si contesta la chiusura al traffico veicolare di via Marmorale che, da progetto, verrebbe pedonalizzata nel primo tratto e, pur restando carrabile per gran parte, impedirebbe il cruciale accesso da via Sala e via Flora.

Nel mirino delle critiche è finita la decisione dell’amministrazione di richiedere il finanziamento dell’intervento per l’abbattimento delle due scuole, malgrado le perizie tecniche commissionate dallo stesso Comune non imponessero la demolizione. Di diverso avviso Palazzo Mosti che, per bocca del primo cittadino, ha affermato a chiare lettere l’esigenza di garantire la massima sicurezza alla popolazione scolastica in un territorio ad elevato rischio sismico, target impossibile da raggiungere attraverso semplici adeguamenti di strutture edificate 60 anni fa. Eccepito anche il sovradimensionamento volumetrico del progetto redatto dal team guidato da Ferruccio Francesco Pio Novelli, vincitore del concorso indetto dello stesso dicastero.

Tema chiave degli esposti notificati al ministero dell’Istruzione è poi quello riguardante l’attribuzione del punteggio di 48, a fronte del quale la candidatura del Comune di Benevento si è assicurata il 31° e ultimo posto utile nella graduatoria di ammissione a finanziamento, portandosi a casa i 15,2 milioni poi saliti a 16,7 in virtù dell’incremento da sovracosti. Valutazione che sarebbe stata però viziata, secondo gli autori degli esposti, da un errore di attribuzione del punteggio relativo proprio al rischio sismico, che avrebbe determinato un sovrappiù di 2 punti risultato determinante ai fini dell’ottenimento delle risorse. Circostanza che nei giorni scorsi ha determinato anche l’iniziativa del Comune di Grazzanise, piazzatosi a parità di punteggio nella graduatoria ministeriale ma escluso dal riparto, che ha chiesto chiarimenti al ministero dell’Istruzione con nota del sindaco Enrico Petrella.

La contromossa

Nodi che dovranno essere sciolti dalla visita ispettiva odierna che, verosimilmente, giunge al culmine del percorso di accertamento documentale avviato già da tre settimane presso gli uffici romani, secondo quanto reso noto sul finire di agosto dal dirigente leghista Luigi Barone, collega di partito del ministro Giuseppe Valditara.
 

Rilievi ai quali il Comune è pronto a replicare attraverso un dettagliato dossier stilato da giorni, che punterà a scardinare le accuse piovute sul progetto. Nel cassetto c’è già anche una variante progettuale che dovrebbe permettere di assorbire i ritardi nell’avvio dei lavori, scattati solo il 26 agosto.

La polemica

Bagarre intanto ieri in commissione Lavori pubblici. A Giovanna Megna che chiedeva, a nome dell’opposizione, di poter ricevere in audizione una delegazione di genitori e docenti della scuola Torre alle prese con la estrema inadeguatezza delle aule di via Camerario, ha replicato a muso duro il presidente Luigi Scarinzi, affermando sostanzialmente l’improcedibilità della richiesta. Megna ha comunque confermato che attende una risposta dal presidente del Consiglio Renato Parente.



 

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