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Si è tenuto stamattina a Parma l’incontro pubblico organizzato da AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) “L’investimento PNRR-Next Generation EU ‘Rinaturazione dell’area del Po’. Obiettivi e stato di avanzamento”.

Tra i relatori, Gianpaolo Bottacin,  Presidente del Comitato di indirizzo AIPo e  Assessore regionale veneto all’ambiente, che ha dichiarato: “Ringrazio il personale AIPO e di tutti gli enti coinvolti per l’impegno che stanno mettendo nella progettazione e attuazione dell’investimento “Rinaturazione dell’area del Po. Si tratta di un piano di grande rilevanza, che ha ricevuto un ingente finanziamento PNRR e dunque è importante proseguire nell’attuazione degli interventi nel rispetto della tabella di marcia, come è stato fino ad ora. E’ giusto che su questi interventi ci sia e continui un dialogo aperto con enti locali del territorio, portatori di interesse, associazioni, così come è necessario continuare a rafforzare la sicurezza idraulica, poiché i cambiamenti climatici renderanno sempre più frequenti gli eventi estremi. A questo proposito, oltre al lavoro delle amministrazioni pubbliche è indispensabile una nuova sensibilità culturale dei cittadini, che sia sempre più attenta alla sicurezza e all’autoprotezione.” Nella prima parte del convegno, dopo i saluti di Chiara Vernizzi, Assessora all’Urbanistica del Comune di Parma, e del Prof. Fabrizio Storti, Prorettore Vicario con delega alla Terza Missione (Ateneo e Società) dell’Università di Parma, sono intervenuti il Direttore AIPo, Gianluca Zanichelli,  Giorgio Centurelli (Direttore generale gestione finanziaria, monitoraggio, rendicontazione e controllo PNRR del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Andrea Colombo (Dirigente dell’ Autorità di bacino distrettuale del fiume Po) e i professori dell’Università di Parma Alessio Malcevschi (Delegato del Rettore per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e Pierluigi Viaroli (Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale). Il direttore AIPo Gianluca Zanichelli ha illustrato le varie tipologie di intervento previste – quali la riapertura di lanche e di rami fluviali abbandonati,  lotta alle specie vegetali alloctone, miglioramento e valorizzazione della vegetazione ripariale – ed evidenziato il grande impegno che la struttura dell’Agenzia sta portando avanti per attuare il piano di Rinaturazione, lavoro che si affianca a quello ordinario dell’ente. “Siamo in linea con i target che ci sono stati assegnati – ha ricordato. Sono in esecuzione i cantieri dei primi cinque interventi approvati ed è in corso la conferenza dei servizi per dare il via all’appalto di altri 25 interventi, sempre mantenendo aperto il confronto con enti locali, organizzazioni e categorie” Per Giorgio Centurelli è stato fatto un virtuoso gioco di squadra che ha visto protagonisti il Ministero dell’ambiente, l’Autorità di bacino, le Regioni rivierasche del Po e AIPo, al fine di dare attuazione a un piano di grande rilevanza che si inquadra in una strategia europea che vede anche l’Italia svolgere un ruolo molto importante. Si tratta quindi di proseguire nell’attuazione dei lavori (interventi per una lunghezza di 13 km entro dicembre 2024 e approvazione del progetto del secondo stralcio dei lavori per la rinaturazione di altri 37 chilometri). Andrea Colombo, Dirigente dell’Autorità di bacino, ha sottolineato come gli interventi previsti, migliorando l’assetto morfologico del fiume, modificato in passato da diverse opere realizzate, contribuiscano anche a una maggiore stabilità degli argini del Po. Occorre nello stesso tempo continuare a investire anche su interventi specificamente dedicati alla sicurezza idraulica. Per il prof. Alessio Malcevschi questo progetto di inserisce a pieno titolo nella strategia per la sostenibilità indicata dall’Agenda 2030 dell’ONU: è fondamentale che ci si confronti e si trovino le migliori soluzioni per affermare una sostenibilità senza “singoli aggettivi”, perché essa, per definizione, deve essere ambientale, economica e sociale. Quindi occorre una capacità di confronto e dialogo con tutti i soggetti coinvolti. Secondo il prof. Pierluigi Viaroli il piano di Rinaturazione del Po è un’opportunità straordinaria per sperimentare e attuare nuovi approcci di gestione degli assetti fluviali, mentre in periodi passati il Po è stato visto soprattutto come una risorsa da sfruttare, ad esempio prelevando grandi quantità di sabbia. Il piano di rinaturazione è uno degli interventi più importanti degli ultimi decenni riguardanti il Po ed è quindi un’occasione preziosa che non va assolutamente sprecata. 

L’investimento “Rinaturazione del Po”: nota di sintesi

L’investimento “Rinaturazione dell’Area del Po”, finanziato con fondi PNRR-Next Generation EU (misura M2C4.3 – Investimento 3.3) è finalizzato al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall’alveo del fiume Po e dalle sue fasce riparie tramite la valorizzazione degli habitat naturali e della biodiversità, la riqualificazione di parte del bacino e la riattivazione di lanche e rami, favorendo così un miglioramento dell’ecosistema fluviale assieme a interventi di riduzione del rischio idrogeologico (si veda anche il sito https://www.aipo-pnrr.it/ambito/rinaturazione-dellarea-del-po).

Il piano di intervento vede protagonisti il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, le Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) che ne è anche soggetto attuatore.

Il primo stralcio dell’investimento, il cui iter è iniziato circa un anno fa dopo la progettazione esecutiva, è oggi in fase di realizzazione nelle prime cinque aree di intervento, funzionali all’ottenimento del primo target necessario per la rendicontazione a livello europeo. In questo primo stralcio, i lavori della linea M (recupero morfologico) verranno ultimati entro il 31 dicembre 2024, mentre quelli della linea R (rinaturazione) si concluderanno nel primo trimestre del 2025.

In questo periodo è in corso la Conferenza dei Servizi riguardante il PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica) del secondo stralcio, che prevede l’esecuzione di ulteriori 25 interventi del Programma d’azione (si veda la pagina: https://www.agenziapo.it/content/aipo-pnrr-progetto)

L’importo di questi lavori è stimato in poco meno di 280 milioni di euro, ed il suo completamento, sempre con la supervisione del Ministero e dell’ Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, dovrà concludersi entro il 31 marzo 2026 per permettere il raggiungimento del secondo target fissato dall’UE.

L’esperienza maturata nella prima fase di attuazione dell’investimento (stralcio prioritario), è stata un elemento importante per lo sviluppo progettuale del secondo stralcio, favorendo la integrazione tra le diverse istanze provenienti dai molteplici stakeholders interessati.

La Conferenza dei Servizi del secondo stralcio rappresenta un importante momento di confronto e verifica del progetto, con l’obiettivo di migliorarlo e perfezionarlo nella sua fase esecutiva, andando a recepire eventuali ed ulteriori elementi di raccordo con le esigenze del territorio. (segue)

La collaborazione costruttiva tra istituzioni, associazioni e cittadini sarà determinante per la realizzazione dell’investimento e per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di adattamento al cambiamento climatico cui l’Unione Europea ha invitato con questo importante finanziamento.

Si è tenuto stamattina a Parma (2 ottobre) l’incontro pubblico organizzato da AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) “L’investimento PNRR-Next Generation EU ‘Rinaturazione dell’area del Po’. Obiettivi e stato di avanzamento”.

Tra i relatori, Gianpaolo Bottacin,  Presidente del Comitato di indirizzo AIPo e  Assessore regionale veneto all’ambiente, che ha dichiarato: “Ringrazio il personale AIPO e di tutti gli enti coinvolti per l’impegno che stanno mettendo nella progettazione e attuazione dell’investimento “Rinaturazione dell’area del Po. Si tratta di un piano di grande rilevanza, che ha ricevuto un ingente finanziamento PNRR e dunque è importante proseguire nell’attuazione degli interventi nel rispetto della tabella di marcia, come è stato fino ad ora. E’ giusto che su questi interventi ci sia e continui un dialogo aperto con enti locali del territorio, portatori di interesse, associazioni, così come è necessario continuare a rafforzare la sicurezza idraulica, poiché i cambiamenti climatici renderanno sempre più frequenti gli eventi estremi. A questo proposito, oltre al lavoro delle amministrazioni pubbliche è indispensabile una nuova sensibilità culturale dei cittadini, che sia sempre più attenta alla sicurezza e all’autoprotezione.”

Nella prima parte del convegno, dopo i saluti di Chiara Vernizzi, Assessora all’Urbanistica del Comune di Parma, e del Prof. Fabrizio Storti, Prorettore Vicario con delega alla Terza Missione (Ateneo e Società) dell’Università di Parma, sono intervenuti il Direttore AIPo, Gianluca Zanichelli,  Giorgio Centurelli (Direttore generale gestione finanziaria, monitoraggio, rendicontazione e controllo PNRR del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Andrea Colombo (Dirigente dell’ Autorità di bacino distrettuale del fiume Po) e i professori dell’Università di Parma Alessio Malcevschi (Delegato del Rettore per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e Pierluigi Viaroli (Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale).

Il direttore AIPo Gianluca Zanichelli ha illustrato le varie tipologie di intervento previste – quali la riapertura di lanche e di rami fluviali abbandonati,  lotta alle specie vegetali alloctone, miglioramento e valorizzazione della vegetazione ripariale – ed evidenziato il grande impegno che la struttura dell’Agenzia sta portando avanti per attuare il piano di Rinaturazione, lavoro che si affianca a quello ordinario dell’ente. “Siamo in linea con i target che ci sono stati assegnati – ha ricordato. Sono in esecuzione i cantieri dei primi cinque interventi approvati ed è in corso la conferenza dei servizi per dare il via all’appalto di altri 25 interventi, sempre mantenendo aperto il confronto con enti locali, organizzazioni e categorie”

Per Giorgio Centurelli è stato fatto un virtuoso gioco di squadra che ha visto protagonisti il Ministero dell’ambiente, l’Autorità di bacino, le Regioni rivierasche del Po e AIPo, al fine di dare attuazione a un piano di grande rilevanza che si inquadra in una strategia europea che vede anche l’Italia svolgere un ruolo molto importante. Si tratta quindi di proseguire nell’attuazione dei lavori (interventi per una lunghezza di 13 km entro dicembre 2024 e approvazione del progetto del secondo stralcio dei lavori per la rinaturazione di altri 37 chilometri).

Andrea Colombo, Dirigente dell’Autorità di bacino, ha sottolineato come gli interventi previsti, migliorando l’assetto morfologico del fiume, modificato in passato da diverse opere realizzate, contribuiscano anche a una maggiore stabilità degli argini del Po. Occorre nello stesso tempo continuare a investire anche su interventi specificamente dedicati alla sicurezza idraulica.

Per il prof. Alessio Malcevschi questo progetto di inserisce a pieno titolo nella strategia per la sostenibilità indicata dall’Agenda 2030 dell’ONU: è fondamentale che ci si confronti e si trovino le migliori soluzioni per affermare una sostenibilità senza “singoli aggettivi”, perché essa, per definizione, deve essere ambientale, economica e sociale. Quindi occorre una capacità di confronto e dialogo con tutti i soggetti coinvolti.

Secondo il prof. Pierluigi Viaroli il piano di Rinaturazione del Po è un’opportunità straordinaria per sperimentare e attuare nuovi approcci di gestione degli assetti fluviali, mentre in periodi passati il Po è stato visto soprattutto come una risorsa da sfruttare, ad esempio prelevando grandi quantità di sabbia. Il piano di rinaturazione è uno degli interventi più importanti degli ultimi decenni riguardanti il Po ed è quindi un’occasione preziosa che non va assolutamente sprecata. 

L’investimento “Rinaturazione del Po”: nota di sintesi

L’investimento “Rinaturazione dell’Area del Po”, finanziato con fondi PNRR-Next Generation EU (misura M2C4.3 – Investimento 3.3) è finalizzato al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall’alveo del fiume Po e dalle sue fasce riparie tramite la valorizzazione degli habitat naturali e della biodiversità, la riqualificazione di parte del bacino e la riattivazione di lanche e rami, favorendo così un miglioramento dell’ecosistema fluviale assieme a interventi di riduzione del rischio idrogeologico (si veda anche il sito https://www.aipo-pnrr.it/ambito/rinaturazione-dellarea-del-po).

Il piano di intervento vede protagonisti il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, le Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) che ne è anche soggetto attuatore.

Il primo stralcio dell’investimento, il cui iter è iniziato circa un anno fa dopo la progettazione esecutiva, è oggi in fase di realizzazione nelle prime cinque aree di intervento, funzionali all’ottenimento del primo target necessario per la rendicontazione a livello europeo. In questo primo stralcio, i lavori della linea M (recupero morfologico) verranno ultimati entro il 31 dicembre 2024, mentre quelli della linea R (rinaturazione) si concluderanno nel primo trimestre del 2025.

In questo periodo è in corso la Conferenza dei Servizi riguardante il PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica) del secondo stralcio, che prevede l’esecuzione di ulteriori 25 interventi del Programma d’azione (si veda la pagina: https://www.agenziapo.it/content/aipo-pnrr-progetto)

L’importo di questi lavori è stimato in poco meno di 280 milioni di euro, ed il suo completamento, sempre con la supervisione del Ministero e dell’ Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, dovrà concludersi entro il 31 marzo 2026 per permettere il raggiungimento del secondo target fissato dall’UE.

L’esperienza maturata nella prima fase di attuazione dell’investimento (stralcio prioritario), è stata un elemento importante per lo sviluppo progettuale del secondo stralcio, favorendo la integrazione tra le diverse istanze provenienti dai molteplici stakeholders interessati.

La Conferenza dei Servizi del secondo stralcio rappresenta un importante momento di confronto e verifica del progetto, con l’obiettivo di migliorarlo e perfezionarlo nella sua fase esecutiva, andando a recepire eventuali ed ulteriori elementi di raccordo con le esigenze del territorio. (segue)

La collaborazione costruttiva tra istituzioni, associazioni e cittadini sarà determinante per la realizzazione dell’investimento e per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di adattamento al cambiamento climatico cui l’Unione Europea ha invitato con questo importante finanziamento.

 

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