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Si chiude tra le polemiche il lavoro del Cda della Fondazione Sardegna Film Commission, i cui membri come previsto dalla legge regionale del 1995, cesseranno le loro funzioni 180° giorno dopo l’insediamento del Consiglio regionale. La data finale è quella di domani, 6 ottobre, ma già ieri i consiglieri di amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commission Michela Pirrigheddu, Giorgio Ariu ed Elisabetta Mocci hanno voluto precisare la loro posizione, chiudendo il loro lavoro con qualche frecciatina anche nei confronti dell’attuale governo regionale. Ma non solo, in una lunga nota, lanciano l’allarme su un buco di 1,3 milioni di euro che potrebbe bloccare il lavoro futuro della Fondazione.

“Gli scorsi giorni abbiamo approvato il bilancio consuntivo – scrivono i consiglieri uscenti – che evidenzia, per l’anno 2023, una perdita di 1.300.000,00: perdita – lo sottolineiamo – riconducibile alla precedente direzione. Non entriamo nel merito del perché si sia creato questo buco: spetterà ad altri soggetti valutare se chi dirigeva la Film Commission ha operato secondo il criterio del “buon padre di famiglia”, se si sia operato consapevoli che la Fondazione Sardegna Film Commission gestisce denari pubblici e, infine, se l’organo deputato a controllare i conti nella Fondazione, li abbia controllati”.

Ma “evidenziamo, unicamente, che, quando abbiamo evidenziato l’esistenza di una consistente perdita nel Bilancio, avevamo ragione. Ed, invece, l’attuale governo di centro sinistra, anziché convocarci per sentirci e stabilire insieme il da farsi, ha cercato di commissariare il CdA della Fondazione, facendo prevalere la logica degli interessi di parte alla promozione e difesa del comparto cinematografico”.

I consiglieri uscenti si augurano che “il Consiglio regionale voglia destinare un contributo straordinario alla Fondazione Sardegna Film Commission, destinato alla copertura della acclarata perdita di bilancio, ricordando che l’eventuale mancata copertura, da parte della Ras, della perdita di Bilancio consuntivo 2023 della Fondazione, potrebbe generare gravi danni al comparto e al futuro stesso della medesima Fondazione”. Nella lunga nota poi fanno il punto sul loro operato e sul lavoro svolto negli ultimi 180 giorni.

“Il CdA uscente ha lavorato alacremente per senso del dovere, nonostante alcuni, specie negli ultimi mesi, abbiano preferito remare contro – evidenziano -. Negli ultimi mesi, sono state presentate le diverse rendicontazioni, che la Satta non aveva chiuso ovvero: Convenzione fondo ordinario RAS 2023; Convenzione fondo per le attività RAS 2023;Campus 2023; NAS 2023; Attrazione di Capitali 2023; Sa die de sa Sardigna 2023; Aspal 2023. In questi mesi, sono state presentate le rendicontazioni dei progetti finanziati, per un totale di oltre 4 milioni di euro”. Ricordano poi di essersi battuti contro il lavoro precario all’interno della Fondazione e aver “avviato e concluso un percorso di stabilizzazione del personale precario.
La Fondazione, sino al 2023, aveva una sola dipendente a tempo indeterminato e numerosissime collaborazioni, che si reiteravano di anno in anno. Solo nel 2022, grazie all’attività di impulso del CdA uscente, venne fatta una selezione pubblica, per titoli e colloqui, per l’assunzione a tempo determinato di 6 figure”. Il Cda uscente definiscono “incomprensibile la delibera del 24 luglio 2024, con cui è stato nominato un nuovo CdA, nonostante, secondo le norme regionali in vigore, il nostro CdA rimaneva rimasto in carica fino al 6 Ottobre 2024”.

Il 24 luglio infatti dopo il via libera da parte della Giunta regionale è arrivata la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione di cui fanno parte Giuseppina Sanna, Cristian Mereu, Giulia Simi, Maria Rossana Rubiu, Giuliana Altea.

Infine i consiglieri uscenti si dicono “orgogliosi del lavoro fatto, consapevoli di aver lavorato per l’intero comparto, cercando di dare a tutti la possibilità di affacciarsi nei panorami nazionali ed internazionali”. (ma.sc.)



 

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