Proseguono imperterriti i bombardamenti a tappeto di Israele nel sud del Libano.
Raid israeliani in Libano e a Gaza
I centri più colpiti nelle ultime ore dall’aviazione di Tel Aviv sono stati Aita Al Shaab, Khiam e anche la stessa capitale Beirut, dove alcune bombe sono cadute nel quartiere meridionale di Barajneh. Sembra invece essere ormai confermata la morte del successore di Hassan Nasrallah, Hashem Safieddine, nuovo leader di Hezbollah, durato per pochi giorni.
Tuttavia il partito e gruppo armato sciita sta continuando a rispondere all’offensiva israeliana attraverso il lancio di missili aldilà del confine. In tutto questo è tutt’altro che chiuso il fronte a Gaza, dove i raid israeliani continuano in maniera incessante e hanno causato, nelle ultime ore, 12 morti in uno dei campi profughi colpiti.
Gli aiuti umanitari promessi da Blinken
Sul conflitto in Medio Oriente è intervenuto il segretario di Stato americano Anthony Blinken che ha parlato degli aiuti umanitari che gli Stati Uniti sarebbero pronti a fornire al Libano.
“Forniremo quasi 157 milioni di dollari in nuovi aiuti umanitari per supportare le popolazioni colpite dal conflitto in Libano e nella regione. Questo finanziamento affronterà le esigenze nuove ed esistenti degli sfollati interni, delle popolazioni di rifugiati all’interno del Libano e delle comunità che li ospitano”. Bravo, applausi, bis.
Prima degli aiuti, le bombe
Peccato che gli Stati Uniti, mentre da una parte si impegnano a fare i buoni samaritani con la popolazione civile libanese, dall’altra vendono le bombe che poi cadono sulla testa degli stessi libanesi. Solo lo scorso 13 agosto Washington aveva approvato un ulteriore pacchetto di aiuti ad Israele per acquistare armi Usa per 20 miliardi.
In particolare si trattava di Jet F15 e 30.000 munizioni per i carri armati. “Le vendite miglioreranno la capacità di Israele di far fronte alle minacce attuali e future” aveva fatto sapere la Casa Bianca in una nota. Secondo poi quanto riportato dallo Stockholm International Peace Research Institute, tra il 2019 e il 2023 gli Stati Uniti hanno contribuito per il 69% all’importazione israeliana di armi convenzionali. E più in generale Washington fornisce a Israele 3,8 miliardi di dollari in aiuti militari annuali nell’ambito di un accordo decennale che intende consentire al suo alleato di mantenere quello che definisce un “vantaggio militare qualitativo” sui paesi vicini.
Da una parte quindi vengono stanziati miliardi di dollari per armare fino ai denti Tel Aviv e dall’altra si riservano pochi milioni per fare l’elemosina a chi perde la casa a causa delle bombe israeliane made in USA. È un po’ come se dopo aver deliberatamente sparato a morte a una persona ci si prodigasse a cercargli un taxi per portarlo in ospedale.
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