Gallo: «Traguardo storico». Affare da 5,2 miliardi, il nodo Antitrust e l’interesse di Blackrock e degli altri fondi per le attività «in eccesso»
Italgas compra 2i Rete gas per 5,3 miliardi e dà vita al primo operatore europeo nella distribuzione del gas cittadino. Nella serata gli azionisti di 2i Rete gas, F2i, Ardian e Apg, hanno accettato l’offerta del gruppo guidato da Paolo Gallo. L’intesa prevede che Italgas acquisti il 100% di 2i Rete Gas per un corrispettivo di poco superiore a 2 miliardi a cui si aggiunge l’accollo del suo debito di 3,2 miliardi. «Con questa operazione — ha commentato Gallo — il gruppo segna un traguardo storico. Quale primo operatore in Italia e in Grecia, Italgas rafforza l’impegno per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, con un costo dell’energia sostenibile».
I numeri
Dall’unione delle due società nascerà un gruppo da 3 miliardi di ricavi. Fra Italia e Grecia, Italgas serve 1.983 Comuni e in Borsa capitalizza 4,3 miliardi, a fronte di 1,8 miliardi di ricavi. Sotto la regia di F2i, che l’aveva comprata nel 2009 per circa 550 milioni, 2i Rete gas è invece passata dagli iniziali 1,9 milioni di utenti agli attuali 4,9 milioni, con una rete in gestione di 72 mila chilometri e ricavi nel 2023 di 815 milioni.
Le parole di Gallo
«La cessione di 2i Rete gas conclude un percorso virtuoso che ha visto F2i protagonista nella trasformazione dell’assetto proprietario di un intero settore che ha sofferto di elevati livelli di frammentazione, ha sottolineato Renato Ravanelli, ceo del fondo infrastrutturale F2i —. L’efficienza raggiunta da 2i Rete Gas ha contribuito a favorire un graduale processo di riduzione delle tariffe, a beneficio dell’intera comunità nazionale».
L’aumento di capitale
Italgas farà inizialmente fronte all’impegno con un finanziamento ponte sottoscritto da JP Morgan e sindacato tra Banco Bpm, Bofa, Citi, Morgan Stanley e Société Générale. In un secondo momento, non prima del prossimo anno, procederà a un aumento di capitale da un miliardo, con l’obiettivo di mantenere l’attuale profilo di merito creditizio.
Il ruolo di Cdp
Cassa depositi e prestiti, che controlla il 59% di Cdp reti, che è a sua volta il primo azionista di Italgas con il 26%, si è già detta disponibile a fornire il suo supporto. Snam, secondo socio di Italgas con il 13,5%, ha fatto sapere che «manterrà la stessa esposizione finanziaria». Da intendersi non in percentuale del capitale, ma in valore economico. Da valutare le intenzioni degli altri azionisti di Italgas, fra cui i fondi Usa di Lazard (9,7%) e l’imprenditore Romano Minozzi (4,2%).
Il nodo Antitrust
La chiusura dell’acquisizione di 2i Rete gas è prevista nel primo semestre 2025, una volta ottenuto il via libera delle autorità e, in particolare, dell’antitrust. Dall’aggregazione dei due principali distributori di gas a famiglie e imprese, infatti, nascerà un operatore con quote di mercato rilevanti in Italia, il che potrebbe suscitare questioni di concorrenza. Fermo restando la competenza dell’Authority, stando alle simulazioni dei consulenti di Italgas, i rimedi potrebbero comportare la cessione del 20-25% delle attività acquisite, cioè circa un milione di punti di riconsegna che potrebbero valere circa 700 milioni.
Blackrock e gli altri fondi
Chi potrebbe candidarsi a rilevarle? Sul mercato si fa con insistenza il nome di Ascopiave — da solo o con un alleato finanziario — che è a caccia di occasioni di crescita. Dopo aver tentato senza successo di rilevare gli stoccaggi di Edison, a luglio la multiutility del Nordest ha comprato le reti gas lombarde di A2A. Ma l’eventuale cessione potrebbe attrarre anche l’interesse del colosso Blackrock, del big giapponese Marubeni e del fondo Stonepeak che in Italia stanno in parallelo valutando l’acquisto dal fondo Marguerite del 48% dell’azienda sarda del gas Medea, controllata dalla stessa Italgas. Nell’operazione Italgas, F2i, Ardian e Apg sono stati assisti da Intesa Sanpaolo – Imi Cib, Unicredit, Mediobanca, Rothschild & co e JP Morgan.
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