diAndrea Melli
Veterinario lui, agente immobiliare lei. Dall’Emilia si sono trasferiti alle Egadi per aprire un ambulatorio, visto che l’isola ne era sprovvista. Da dieci anni curano gli animali di Favignana e assistono più di 300 gatti tra colonie e un’oasi felina
Un milanese e una modenese a Favignana. Non è l’inizio di una barzelletta e nemmeno di una favola da raccontare ai nipotini. Anche se di favola, si potrebbe tranquillamente parlare. Lei, Milva Cavedoni, lui Roberto Rosenthal, compagni da una ventina d’anni, dopo aver vissuto sino al 2021 a Modena («da Milano, mi sono trasferito a Modena per amore» racconta Roberto) hanno deciso di lasciare il cuore dell’Emilia e di percorrere oltre un migliaio di chilometri.
Non solo per vivere in un posto magico («volevamo essere insulari, ogni giorno ci svegliamo con un panorama mozzafiato»), ma anche per una scelta di etica e morale. «Qui non c’era nessun veterinario e nessun ambulatorio, gli animali erano seguiti via telefonica principalmente da Trapani» spiega Milva. E allora, ecco che la figura di entrambi, in una delle isole Egadi, sin da subito, è diventata cardine.
L’incontro casuale
«L’dea è nata una decina d’anni fa quando Roberto, all’interno di una farmacia di Favignana, chiese un farmaco. Alla richiesta, della farmacista, della ricetta, mostrò il tesserino e da lì iniziarono a fargli domande e a chiedergli pareri sulle condizioni degli animali». Quello fu il vero spartiacque della loro storia insulare. Roberto, 63 anni, veterinario, sino a tre anni fa gestiva una clinica veterinaria nel quartiere Cittadella di Modena, Milva invece lavorava nel campo dell’ immobiliare, ma nei ritagli di tempo ha dedicato anima e corpo al volontariato per gli animali, fondando nel 2015 la “Saie” (Soccorso Animali Isole Egadi), una odv senza scopo di lucro.
«Di quest’isola ci eravamo già innamorati ben prima di trasferirci, Roberto nel 2017 aveva già aperto il suo ambulatorio a Favignana, ma i tempi e la burocrazia sono stati piuttosto lunghi. Sin dalle primissime volte, avevamo notato come ci fossero tantissimi gatti randagi, ovviamente malnutriti, non sterilizzati, non vaccinati. Insomma, non nelle condizioni in cui dovrebbero vivere». Ed ecco, allora, l’idea di Milva di creare questa fondazione. Con numeri davvero impressionanti.
«Curiamo più di 300 gatti»
«Sono 300 i gatti che seguiamo quotidianamente e che si trovano all’interno di dodici colonie, mentre un’altra cinquantina vivono all’interno di un’oasi», che porta il nome di Oasi Felina A-mici di Siae e che ad oggi è una delle prime oasi di tutta la Sicilia. «Un luogo in cui gli animali vivono liberi, ma protetti, curati, alimentati nel giusto modo, vaccinati, sterilizzati» racconta con una punta di orgoglio Milva.
Alla base dell’associazione, oltre alle forme di volontariato, anche le donazioni, fonte fondamentale di sostentamento. «Senza quelle non potremmo andare avanti, anche perché le spese sono davvero tante». Tanto, tantissimo stanno facendo Milva e Roberto. «Fare del bene agli animali è davvero molto gratificante, ti riempie la vita, quello che purtroppo accade sempre meno con gli esseri umani: rapportarsi in questa società è sempre più complicato. Personalmente – prosegue Milva – qui mi sono reiventata, cercando di trasmettere l’importanza e il valore del volontariato».
E tanto, sta facendo anche Roberto che non solo prosegue col proprio lavoro ambulatoriale, ma che si sta prestando per la comunità. «Ai favignanesi che decidono di adottare un gattino, offriamo noi le 3 tre vaccinazioni, la microchippatura e le sterilizzazioni. Un modo per incentivarli a prendersi a cuore le sorti di un animale ma è anche una forma di prevenzione verso il randagismo, che qui purtroppo è piuttosto diffuso».
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